martedì 26 ottobre 2021

Corso di ecologia facile 3 - L'agricoltura

Allevamento brado - Val Chisone

Già ve l'ho detto ieri, l'agricoltura è probabilmente la maggiore responsabile delle emissioni di gas serra e quindi della percentuale (poco o tanto, ancora da chiarire) di responsabilità umana nel riscaldamento globale. Dunque chiariamo un altro concetto: non è tecnicamente possibile azzerare completamente queste emissioni alla luce delle conoscenze attuali, diminuirle in parte, magari piuttosto piccola, sì. Servirebbe quindi questo, allo scopo finale che è, ricordiamo, azzerare le emissioni di gas serra, no. Quindi o si abolisce l'agricoltura e si torna allo stato dei cacciatori raccoglitori, in questo caso il potere tampone della terra sopporterebbe forse un centinaio di milioni di individui, oppure si prosegue con l'agricoltura che, è bene rimarcarlo, perché spesso lo si dimentica ,è una delle cose più contro natura che abbia inventato l'uomo. (In natura, lo ribadisco per l'ennesima volta, ma basta pensarci una attimo, non esisterebbe un campo di grano o di mais, addirittura la pianta del mais non sarebbe neppure in grado di riprodursi da sola, non esisterebbe nessuno dei frutti e delle verdure che conosciamo, ma solo piccole bacche ed erbe selvatiche; non ci sarebbe nessun animale domestico simile a quelli che conosciamo). Alla luce della popolazione attuale e del suo aumento probabile, all'incirca un raddoppio prima di un naturale arresto, entro qualche decennio, si calcola che il fabbisogno delle derrate alimentari, visto che eticamente dobbiamo prevedere che tutti abbiano la possibilità di mangiare un numero minimo e sufficiente di calorie, sarà circa il triplo di quelle prodotte oggi. 

E facile predire che sia assolutamente impossibile, non già ridurre (se pure sarebbe inutile, spostando il problema in avanti di soli pochi decenni), ma non aumentare ed in maniera consistente la produzione agricola. Alla luce di questa situazione emerge senza dubbio la necessità di inventare un nuovo tipo di agricoltura che occupi meno territorio, che consumi meno acqua e meno energia. esattamente il contrario di quanto va propalando la cultura newage di moda oggi, che propone per sfamare il mondo orti urbani, coltivazioni biologiche e allevamenti non intensivi. Tutti sistemi che possono soddisfare il divertimento dei bancari che alla domenica vogliono assaporare il piacere ludico della campagna o i gourmet con la bocca a cul di gallina disposti a pagare dieci volte più del dovuto un ipotetico inavvertibile miglioramento gustativo. In realtà questi proposti sistemi sono mortali proprio per l'ecologia, agendo in senso esattamente contrario alla nostra esigenza, avendo la necessità almeno doppia di suolo a disposizione e di un aumento esponenziale dello spreco per carenze di conservazione non industriale. Per gli allevamenti poi la diminuzione della produzione non intensiva, avrebbe la conseguenza la necessità di aumentare i capi. 

Ricordo che le deiezioni animali sono tra le maggiori responsabili dell'effetto serra per la quantità che è indipendente dal modo in cui gli animali sono allevati. D'altra parte una auspicabile (per la salute umana) diminuzione del consumi di carne, (subito pareggiata dall'aumento della popolazione e dall'eticamente auspicabile miglioramento della qualità della loro dieta) avrebbe come conseguenza una pari diminuzione delle loro deiezioni, in realtà utilissime ed indispensabili per la fertilità dei terreni stessi. Diciamo che per produrre i milioni di tonnellate di derrate alimentari necessarie, l'unica soluzione praticabile per mantenere o ridurre di un poco (comunque lasciando insoluto il problema delle emissioni zero) è quella di nuove, fortissime innovazioni tecnologiche, quali una agricoltura sempre più intensiva ed altamente ingegnerizzata, che utilizzi meno aree, che consumi meno acqua, con antiparassitari sempre meno invasivi e più specifici, con un deciso puntare sul miglioramento genetico moderno (se non vi va di chiamarli OGM, parola ormai sputtanata e non più utilizzabile) ed una diminuzione della percentuale di perdita/spreco dovuto ai problemi di conservazione, trasporto, imballaggio. Tutto il resto sono chiacchiere da bar, utili solo a peggiorare la situazione. Rimanendo comunque impossibile sfamare il mondo senza emettere gas serra in maggiore o minore quantità.


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