venerdì 15 ottobre 2021

XVIII giornata di istruzione dell'AMAP

Il parco e la villa di Borgo Cornalese

E' proprio vero, come vi ho raccontato ieri, che basta guardarsi attorno e si ha spesso l'opportunità di trovare proprio vicino a voi gemme di bellezza e punti di interesse come difficilmente si potrebbe immaginare. Lo so che è una banalità, ma in fondo ci si pensa e ci si crede poco, anche se si dice spesso. Questa realtà è un altro dei, forse pochi, ma comunque qualcosa c'è, residui buoni che ci lascerà questo benedetto virus il giorno che finalmente ci consentirà di vivere in pace. Così l'altro giorno, riprendendo le sempre piacevolissime giornate di istruzione dell'Associazione Museo dell'Agricoltura del Piemonte, siamo arrivati alla XVIII, che ci ha condotto ad assaporare due piccoli borghi della campagna alluvionale del Po a sud di Torino, Borgo Cornalese e Carignano. Il primo, decisamene sconosciuto ai più, a me sicuramente, alle porte di Villastellone, è di antichissima origine, pare fondata attorno al Mille durante le scorrerie degli Ungari e dei Bulgari, usata in seguito come pascolo dai monaci cistercensi e costituisce un esempio di borgo agricolo medioevale autosufficiente. Il complesso edilizio, inserito nel suo contesto agricolo, è rimasto praticamente inalterato così come si è sviluppato nel corso dei secoli ed ha mantenuto un buon rapporto con il territorio coltivato circostante. Il luogo è formato dal Borgo medievale, il Mulino sulla Gora di Borgo ( o Bealera dei Mulini), la Villa settecentesca con Parco cintato e fabbricati accessori, la Chiesa, la cascina settecentesca, il Cimitero. Proprio questa area ha ottenuto una certa notorietà recentemente, essendo stata utilizzata per una fortunata fiction televisiva di Rai 1, La strada di casa, che racconta la villa ed il parco circostante in tutto il suo splendore. 

Che bellezza scrutare all'interno di queste residenze antiche, tuttora abitate e quindi spiranti di vita vera. Gli arredi antichi conservati con la cura di chi ci abita, i giardini in cui traspare l'amore per la vita di campagna. Qui vive ancora l'antica famiglia Da Maistre, il padre, squisito incisore di elegantissime acqueforti naturalistiche, la figlia, disegnatrice e ritrattista di grande piacevolezza, che ci hanno aperto la loro casa mostrandocene segreti e scenari, entrambi eredi di quel De Maistre che qui scrisse il famoso Voyage au tour de ma chambre, 42 mirabili capitoli in cui l'autore, misurando i trentasei passi che misura la stanza in cui era stato confinato, descrive ogni oggetto presente ricollegandolo ad episodi della sua vita passata. Il romanzo è della fine del '700, scritto proprio da quel Xavier de Maistre che raccontava come il piacere del viaggio dipenda soprattutto dall'atteggiamento mentale con cui si parte che non dalla destinazione scelta, concetto che mi è molto caro e che in fondo, vivere il nostro ambiente quotidiano con lo spirito del viaggiatore, può avere lo stesso interesse del vivere le alte montagne o le giungle tropicali. Il parco è davvero imponente con querce secolari e prati verdi a perdita d'occhio, la balconata che dà sui campi circostanti ed i rustici, tutt'uno con il complesso. 

Certamente questa dimora, come tutte le altre simili, sono costantemente alle prese coi problemi di una manutenzione così costosa da renderla in alcuni casi impossibile da sostenere ed in questo caso, combinazioni come quella dell'utilizzo come location televisiva possono aiutare a risolvere tanti problemi pratici. Carignano, borgo più noto, poco lontano, presenta un centro storico molto omogeneo, fatto de portici bassi e scuri, con i grandi pilastri squadrati tipici di questa parte del Piemonte e molte antiche case, tra le quali spicca l'imponente chiesa, anomala anche questa per le dimensioni sproporzionate all'abitato e per la navata curva a semicerchio, una vera curiosità di grande interesse architettonico. Che piacere passeggiare per questi vicoli antichi quasi spopolati, dove ancora spirano atmosfere senza tempo alla ricerca della supposta casa del Gran Bastardo personaggio di spicco della storia locale! Per arrivare infine all'ultima chicca della giornata, appena fuori del paese, una chiesuola in mezzo alla campagna, dalle dimensioni minime ed esternamente anonima esternamente e che rivela invece all'interno una insospettata e complessa architettura nella progettazione della cupola che si innalza tra affreschi, volute, camere di luce, fino al pinnacolo centrale, opera del Vittone che aveva imparato molto dalla osservazione del lavoro del Bernini. Questo santuario del Valinotto, dono appunto alla vicina cascina, nel 1738, per i contadini ed il suo fondo, come recita l'atto costitutivo è davvero una gemma inattesa, contenete tra l'altro una pregevole Madonna del latte cinquecentesca, piccolo affresco di grande emozione. Che dirvi altro, se non che guardarsi attorno per scoprire piccole meraviglie può essere cosa di grandi soddisfazioni. 


La cupola del valinotto


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