sabato 26 febbraio 2022

Contare i morti

dal web

Facciamo il punto della situazione quando ci avviciniamo al termine della prima settimana di guerra. Intanto chiamiamo le cose con il loro nome. Questa è guerra a tutti gli effetti, in Europa e sono coinvolte tutte le potenze mondiali a vario titolo, quindi una cosa di serietà inaudita. Capisco che è difficilissimo cercare di esaminare le cose e soprattutto fare previsioni sulle conseguenze, con mente obiettiva. Ognuno rimane comunque condizionato dai suoi credi e dalla sua formazione, ma bisogna cercare di essere il più possibile asettici e pragmatici se si vuole cercare di capire qualche cosa. Ovviamente anche io non lo sono, ma cercherò di esserlo il più possibile. Intanto si sono chiarite le intenzioni russe, almeno quelle immediate. Arrivare a Kiev, conquistare l'Ukraina e sostituirne il governo con uno fantoccio, tipo quello Bielorusso a loro favorevole. E ovvio che questo è molto assimilabile a quanto hanno fatto per decenni gli USA nell'America latina, direte voi, ma qui siamo nel cuore dell'Europa e la sensazione per noi è del tutto diversa e più bruciante, gli Ukraini hanno la nostra faccia, le nostre case, le nostre auto, non sono arabi, neri o indios, che comprensibilmente sentiamo pure vicini, se c'è da piangere su qualche foto di bambini straziati dalle bombe, ma poi per carità stiano a casa loro che li aiutiamo là. E' molto facile, invece, che non solo nei vertici ma anche nella gente si faccia largo la sensazione che questa è solo la prima mossa della Russia, poi toccherà alle Repubbliche Baltiche e così via. 

In questa fase non starò ad esaminare quali siano stati gli errori precedenti che hanno condotto a questa situazione, tanto l'acqua passata non macina piu'. Teniamoci sempre vicino, sul tavolino da notte, invece l'opera strategica di Sun Tsu, per giudicare i fatti. Partiamo da Mosca. Putin che, come sappiamo, ha condotto l'operazione soprattutto per rafforzare la sua debolezza interna, apparentemmente sta vincendo, ma nella realtà cosa succede? Intanto le cose si rivelano molto più complicate di quanto sembrano all'inizio (e qui sono passati solo 5 gorni). Ricordatevi che le blietzkrieg che durano una settimana, poi sono sempre durate anni anche quando Golia ha pensato di liberarsi facilmente diDavide e di norma in queste melme ci si impelaga per anni. Vietnam e Afganistan sono gli esempi più classici. Quando una guerra è insostenibile da una delle parti per manifesta inferiorità di uomini e mezzi, si passa alla guerriglia, l'incubo di qualunque invasore, mentre dall'esterno, l'interesse è quella di farla durare il più a lungo possibile per impegnare e indebiolire il grande nemico. Certo qui Putin può adottare il metodo della carneficina a tabula rasa che ha usato per soffocare la Cecenia, ma ricordiamo qualla era proprio casa sua e che lì, gli aiuti arrivavano dagli islamici invisi a tutti, mentre in Georgia ha dovuto limitare l'azione, rinunciando ad arrivare a Tiblisi per cambiare il governo e tenersi solo i piccoli territori di Abkazia e Ossezia, cosa di cui si sarebbe analogamente dovuto accontentare qui nel Donbass, cosa che avrebbe avuto successo senza troppo colpo ferire. 

Impelagarsi invece in anni di guerriglia, di stragi e di morti, con le televisioni nternazionali che diffondono milioni di immagini di bambini e di donne straziati dalle bombe, potrebbe rivelarsi per lo zar una vittoria di Pirro, pericolosissima anche sul fronte interno. L'occidente a quanto sivede, dall'innalzamento del livello di scontro mediatico e delle dichiarazioni ufficiali, sembra puntare proprio a questo. Cronicizzare il conflitto per farlo durare il più a lungo possibile, sulla pelle del popolo ukraino, agnello sacrificale, nenche troppo simpatico per le sue simpatie per le croci uncinate, per danneggiare al massimo Putin, altro che sanzioni controproducenti. Intanto oggi, tanto per aumentare il casino, i Russi hanno colpito un mercantile giapponese nel mar Nero. Dunque Putin è di fronte ad un dilemma che purtroppo è superato dal fatto che ormai si è spinto troppo avanti e fermarsi adesso, sarebbe una ammissione di sconfitta troppo pesante. Sempre che sia in grado ancora di un ragionamento lucido, in questo momento dovrebbe cercare di ottenere un tavolo di trattativa che lo vede ancora in posizione di forza e farlo uscire indenne dalla palude in cui si è cacciato. Ma il problema è, Putin è ancora lucido oppure è stato preso, ormai definitivamente dall'appannamento mentale tipico degli anziani imperatori assillati dalla sindrome dell'accerchiamento e dal terrore di essere avvelenato da chi lo circorda, in perenne attesa del Tigellino di turno che arrivi a pugnalarlo. In questo caso le reazioni non potranno essere che scomposte e pericolose per il mondo intero. L'occidente, a mio parere, dovrebbe seguire solamente la strada di rafforzare chi nel suo entourage ha interesse e intenzione di eliminarlo definitivamente, posto che ci sia questa vaga possibilità. Ricordandosi però sempre, e anche la storia recente lo insegna, che dopo uno cattivo ne viene sempre uno peggiore. Dunque credo che nei prossimi giorni l'avanzata russa sarà più difficile del previsto. 

Il contendente ukraino invece si trova in una situazione classica. Per la popolazione comune, per la gente come noi insomma, la cosa più favorevole e conveniente sarbbe che il loro esercito deponesse le armi, riuscisse ad ottenere un tavolo di trattativa finché è ancora al potere l'atttuale governo, cedendo alla fine i territori indipendenti e rinunciando almeno ufficialmente a Nato et similia, riuscendo a mantenere il potere. Questo èal momento il massimo ottenibile e porterebbe indietro l'orologio ad una situazione georgiana ed i danni sarebbero limitati, soprattutto per noi ed il resto del mondo. Tuttavia dobbiamo tener conto che qui potrebbe prevalere, spinta alle spalle daUSA e dai falchi dell'alleanza, la logica del martirio, che deturperebbe sempre di più l'immagine russa nel mondo. Zelensky cerca in ogni modo e Biden lo pompa, di fare la fine di Allende, meglio se con la famiglia inclusa e le ultime dichiarazioni lo dimostrano, compresa la benzina sul fuoco dei proclami di massicci armamenti fatti filtrare attraverso i confini ancora aperti. Insomma anche qui le azioni logiche e meno dannose sono, purtoppo le meno probabili. Gli USA dal canto loro sono i maggiori beneficiari di questa operazione. E' chiaro il rafforzamento di Biden sul piano interno, la cosa più importante ricercata fin dall'inizio, il mantenimento di un alto livello dei prezzi dell'energia, che consente l'uso dello shale gas e un isolamento sempre maggiore della Russia. Politica funzionante nell'immediato certo, ma nuovamente miope nel medio lungo periodo, perché favorisce la Cina, che è il vero e sempre sottovalutato  nemico dell'Occidente, mentre il nostro interesse sarebbe stato stato quello di far fronte comune, anche con la Russia, contro il gigante asiatico, invece di spingerla nelle sue accoglienti e velenose braccia. 

In mezzo come al solito la debole Europa, un po' travolta dai fatti e con poca possibilità di operare convenientemente, pur se l'azione putiniana, altro punto perso, è riuscita a compattarla un po' di più, almeno sulla carta. E veniamo alle sanzioni che sembrano l'unica arma pratica oltre alle parole di minaccia e alle grida per spaventare il nemico, come accadeva agli uomin di Bravehart, manca solo che alziamo i gonnellini mostrandogli il culo e poi il più è fatto. Qui bisogna capire bene come stanno le cose. In questo campo la Russia sta dalla parte del manico. Ogni sanzione che non sia quella terrificante dello spostamento della finale di Champions, fa più danni all'Europa che non alla Russia; per la verità anche quella dato che il Gazprom è il main sponsor della manifestazione. Già sono stati messi da parte gas e petrolio, per non suicidarci da soli, ma anche il famoso Swift è un arma che danneggerebbe più noi che loro. Intanto la Russia previdentemente dal 2014 accede al circuito secondario cinese per quasi il 30% e potrebbe quind allargarlo assai di più con grande contentezza di Xi Jin PIng; inoltre il blocco di questo sistema comporterebbe, pronti via, un danno di circa 40 miliardi alle banche nostre che operano là, un danno ancor peggiore alle banche ed alla piazza finanziaria di Londra e alla fine non saremmo neppure in grado noi di pagare le forniture dell'indispensabile gas, tanto per cominciare, augurandoci in futuro che gli inscipienti verdi e grillini (ma più ancora chi li vota) ci consentano di usare almeno il nostro e di rifornirci da sud facendo i necessari rigasificatori e così via, pensate che se li stavamo a sentire non avremmo neppure il TAP. Insomma bisogna che, anche se ufficialmente si dovranno dire peste e corna dell'Orso russo, minacciando sanzioni terrificanti, nelle segrete stanze, noi che siamo quelli economicamente più deboli, assieme a francesi e tedeschi, dobbiamo puntare i piedi con chiarezza di fronte a Biden dicendo, se vuoi sanzioni che avvantaggiano te e danneggiano noi, devi pagartele tutte, dal primo all'ultimo dollaro, se no le fai da solo (e mi sembra che proprio questo sia già stato fatto sullo Swift). Da tutto ciò emerge una lezione importante di cui si dovrebbe tenere conto in futuro. Quanto più ci sono tra stati e blocchi, relazioni economiche, commerci, transazioni, sistemi comuni, tanto meno è conveniente economicamte spaccare tutto per fare guerre che distruggano queste correlazioni. E siccome nelle guerre alla fine quello che più conta è il grano, questo aiuterebbe paradossalmente la pace. 


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5 commenti:

Anonimo ha detto...

-Eh beh , vladimiro ha aperto ilvaso di Pandora
Avrà anche fatto i sui calcoli, ma la russia e' grande, spopolata e fa gola a tanti.

Enrico Bo ha detto...

non so che dirti, non so se ha fatto bene i conti, a meno che nonsia nella fase mentale nella quale male che vada tira i missili nucleari

Anonimo ha detto...

si , inizio a pensarlo anch'io che possa essere in quella fase li' .

...Chiaccheravo con moglie del celeste impero:
una situazione come questa pone gli stati e le persone di fronte a diversi quesiti: da che parte stare , ricordarsi del passato , fare scelte .
E a volte certe domande e' meglio non farsele e a certe risposte meglio non pensarci.

vedremo.
am

Enrico Bo ha detto...

se tira i missili c'è poco da scegliere da che parte stare, qualche secondo e poi passa tutto.
D'altra parte prima o poi qualcuno lo farà

Anonimo ha detto...

..anche questo e' vero.
percio' domani pesce.

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