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Piazza Municipio e fontana del Nettuno- Napoli - giugno 23 |
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Altarini di devozione popolare |
Oggi siamo rientrati presto, rimane il tempo, dato che il turista anziano non ha mai abbastanza, il tempo gli sfugge ed ha perennemete paura di perdersi qualche cosa di essenziale, per fare una scorribanda in città e godersi quella particolare atmosfera che, credo, solo Napoli sappia dare. Dunque eccoci sulla metro fino a Toledo per ammirare la stazione pluricitata che tuttavia, fossi napoletano scambierei volentieri con una maggiore efficienza dei servizi medesimi, ma non facciamo i pistini godiamoci la coreografia di mosaici marini dei tre piani della stazione e poi immergiamoci in quelli che vengono detti Quartieri Spagnoli. Vivacità, confusione, gente di ogni tipo e poi tutta la serie di attività che ci si aspetta in questi ambienti, ma soprattutto una marea di turisti di ogni tipo, razza e religione, si può dire con buona pace del politically correct, che effettivamente permeano il centro cittadino, di certo un po' snaturandolo, ma apportando la vitale linfa del benedetto grano che piove qua e là indistintamente, fornendo finalmente ossigeno ad una popolazione a cui la scarsità di lavoro è sempre stata alla base di tutti i problemi. Assediati dai motorini che sfrecciano in ogni direzione, diciamo così, con una certa sconsiderata naturalezza, percorriamo le vie principali e poi ci inoltriamo nei vicoli laterali, salendo verso la collina, questi un po' meno affollati e nei quali riconosci di più l'autenticità del tessuto cittadino, altalenante tra esercizi paracommerciali, altarini di devozione popolare e inni alla squadra del cuore..
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Il murale di Maradona |
Dalle porta dei bassi occchieggiano anziane sedute ad aspettare il passaggio, qualche auto piazzata in modo da impeditre accessi nonostante cartelli minacciosi, murales distratti e data l'occasione, una massa ininterrotta di striscioni, graffiti, bande biancoazzurre, bandiere che garriscono al vento inneggianti allo scudetto n.3, arrivato dopo tanti anni di attesa. Frasi di ringraziamento e incredulità condite dall'arguzia partenopea campeggiano su ogni spazio libero su muri scrostrati e cadenti, a rappresentare l'orgoglio di una città interea che da questo evento ha saputo trarre comunque il massimo profitto. Non manca dunque una sosta all'ultimo edificio religioso eretto nel quartiere: l'angolo col il murale gigante dell'idolo di tutti i tempi, l'immortale Diego Armando, con contorno di altarini, con tanto di ceri accesi, banchetti di merchandizing, che non guasta mai, ci mancherebbe, d'altra parte anche a Lourdes, e folla festosa che si aggira, fa selfies e viene a porgere il doveroso omaggio all'amato e veeneratissimo idolo delle folle. Tutto quanto fa spettacolo, recitava lo slogan di presentazione di un famoso programma televisivo degli anni '70 e questo di certo lo fa., con buona pace di tutti. E poi ancora vicoli meno affollati o più popolosi, dove par di vedere ancora gli obsoleti banchetti dellle venditrici di sigarette di contrabbando di famosi film, mentre la Sofia nazionale occhieggia invece solamente da una grande immagine su un muraglione.
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Banco del pesce |
Dove invece la vita scorre più intensa ed i localini si susseguono, si affollano le truppe di mangiatori insaziabili che tutto vogliono provare della napoletanità incombente, orda infinita di tritatori di fritti, crocché, pizze al taglio, sfogliatelle e dolci sguaiatamente ridondanti come le panze dei mangiatori stessi che assefiano gli affacci minuscoli, che distribuiscono calorie e squisitezza varie. Sgusciando tra bancarelle di pesce dove trovi gli sgombri a 3 euro al chilo o stalli di frutta bellissima con bassi prezzi rispetto a quelli a cui siamo abituati, che quindi ti fanno riflettere sugli spread a cui si deve sottoporre il turista che invece viene spesso castigato, ma si sa, le maschere si vendono a carnevale e quindi è nella logica che se ne approfitti, prosegui per tratti ininterrotti di esercizi, che immegini abusivi al massimo e invece senza richiederlo rilasciano regolare scontrino, Vai a pensare al bieco pregiudizio. Intanto siamo attirati da una ressa incredibile attorno ad un angolo di strada, che poi invece si rivela essere una quasi ordinatissima fila che prosegue per molte decine di metri nella via adiacente. Non sbaglio se conto almeno un centinaio di persone in coda. Moltissimi stranieri. Un passante locale mi certifica che trattasi del negozio, una salumeria, dove opera un evidentemente famosissimo youtuber, si parla di quasi due milioni di follower, i cui video consistono unicamente nel mostralo al confezionamento di mostruosi panini.
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Vicoli |
Lui è appollaiato in fondo al negozietto alle cui pareti grondano serti di prosciutti, salcicce e caciocavalli, porchette e mozzarelle e, mentre la folla rimane in ordinata falange attendendo britannicamente il proprio turno, confeziona a ritmo serrato quello che promette nei video, panini monstre conteneti ogni ben di Dio, che data la dimensione, pongono a mio parere, grossi problemi logistici di masticablità. Al fianco dell'entrata, divisa in due da una barriera, uno spazio minuscolo sormontato da un cartello recita: Chi deve fare la spesa può saltare la coda, perché in fondo l'organizzazione è tutto e bisogna approfittare del momento. L'inventiva è la strada del successo insomma. Continuiamo così a percorrere i quartieri arrivando fino al mare, di fronte alle massicce torri del Castel Nuovo e poco a fianco la sagoma del S. Carlo ed infine Piazza Plebiscito. Piano piano, così sfruttando l'oneroso, per me, cavallo di S. Francesco, riprendiamo la strada del ritorno, seguendo le grandi vie di scorrimento e percorrendo quasi completamente via Umberto primo e alfine riusciamo a raggiungere il nostro hotel coi piedi e la schiena debitamente massacrati, ma felici della bella giornata trascorsa. Rimane giusto la spazio per la cena, prima del giusto riposo che spetta al turista che ha fatto il proprio dovere. Domani ci aspetta un'altra giornata impegnativa, mentre la temperatura non da segno di volersi calmare anzi si prevede un bel + 38°C. Tanti auguri e bona notte.
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Un basso |
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