lunedì 5 giugno 2023

La gimkana del passaporto

immagine dal web


 Ho oggi ho compiuto una ulteriore tappa nella cosiddetta gimkana del passaporto. Mi sembra una telenovela impossibile, nel mondo odierno che parla di intelligenza artificiale e di agenda digitale, ma è così. Come vi avevo già notificato, avendo cominciato a novembre scorso a tentare di prenotare un appuntamento e avendolo poi ottenuto a dicembre per stamattina (siamo a giugno, tanto per capirci), eccomi stamane alle 8:30 in debita coda tra poveracci extracomunitari in cerca di una qualsivoglia spiegazione per risolvere i loro ben più problematici scartafacci, giovani a cui era stato detto che il mondo era loro, che si scontrano con le prime barriere pratiche della burocrazia insensata e disperati che mai più si attendevano di dover affrontare un percorso ad ostacoli per ottenere uno straccio di documento. Comunque alle 9:00 aprono il varco e penetriamo nella fortezza. Gli addetti, gentilissimi per carità, mi prendono in carico e dopo aver scaricato tutta la documentazione richiesta, riempito altri moduli, lasciato le impronte e così via (nella pubblica amministrazione manca ancora completamente il concetto di cosa dovrebbe servire la digitalizzazione, in quanto il tempo necessario è praticamente raddoppiato rispetto a quando si faceva tutto a mano, perché ogni dato viene scritto e prelevato a mano come prima e poi digitalizzato e poi nuovamente riscitto a mano senza utilizzazione dei dati già raccolti, in un loop senza fine). Tutto fatto quindi. 

No, il documento sarà, o meglio dovrebbe essere pronto tra 45 giorni, cosa che mi obbligherà quindi a tornare apposta dalle vacanze. Ma non è detto, anzi se non verrà contattato entro questo termine, provveda lei stesso a contattarci per avere notizie. Boh, speruma ben. E poi via per altra carta, altri appuntamenti, altra burocrazia. E per ogni cosa, gli step vengono moltiplicati per crearti appositamente più disagio. Se devi pagare qualche cosa, ti devi cercare i codici tributo, i codici delle città, così se sbagli devi ripagare e poi pagare in tre modi diversi, la marca da bollo la devi prendere dal tabaccaio e l'F24 lo paghi alla banca e il diavolo che se lo porti via in un altro posto ancora. La pubblica amministrazione non ha ancora capito che il problema della gente non è pagare le tasse o le imposte varie, tanto chi non le vuol pagare non le paga e aspetta i condoni, ma che non gli rompano i cabbasisi per pagarle, facendo loro fare un infinito percorso ad ostacoli. In Francia, tanto per fare un esempio quelle sulla casa, che sono ben più alte che da noi, te le prelevano direttamente in banca, i calcoli li fanno loro, così sono giusti e tu non soffri più di tanto, paghi e stai sulla spiaggia a prendere il sole e a fare il bagno, tanto per capirci. Insomma avete capito che sono un po' esasperato e poi ho anche i miei anni e non ne ho più voglia, chiaro. Adesso vado a prepararmi che oggi ho appuntamento per le 16:30 per finire la giornata.


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