mercoledì 22 ottobre 2008

Blue song

Cielo grigio, foglie gialle, la California è lontana. Come è triste una rosa appassita; poche cose danno di più l'idea del tempo che è passato, che tutto sta per finire. Forse proprio perchè la bellezza è associata al fiore in modo categoricamente kantiano, con le sfumature del colore, il profumo delicato e quella deliziosa sensazione di carnosità lievemente ruvida, che ti dà lo sfiorarne i petali. L'essere invece leggermente rinsecchita, i colori ingrigiti, i petali vizzi e il capo chinato da un lato ti danno una lenta iniezione di pesantezza, di presagio imminente, di mementote savonaroliano. Sarà per questo che la femmina è così ossessionata dalla ruga incipiente, dal capello ingrigito, dal lembo di carne che trema un po' più del solito? Dice Omar Kayyam nella quartina 63:

In principio, il ruotare di questo arco dorato,
Poi, la completa distruzione di un fondamento perfetto:
Non è comprensibile al criterio dell'intelletto,
Non è stimabile al termometro dell'analogia.


Oggi sbronza triste.
Però poi, per resettare tutto, sono sufficienti le braccia al collo di tua figlia che ti stringono forte.

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