giovedì 30 ottobre 2008

Sorgo Rosso

Ho conosciuto una guardia rossa. Quantomeno uno che ha dichiarato di essere stato una guardia rossa. Eravamo in una delle tante cittadine (1 milione di abitanti) anonime dell'HeBei. Polvere gialla e caldo umido che appiccica i vestiti sulla pelle. Era piuttosto grassoccio, con occhi come fessure e sorriso da Budda illuminato. Sorbiva il suo thè bollente con risucchi rumorosi mentre chiacchieravamo seduti su un divano di similpelle autentica slabbrato sugli spigoli. Aveva pantaloni larghi e sporchi di grasso, con una camicia informe aperta sul petto glabro. Gli ho chiesto come vedeva quel periodo, adesso che era passato qualche decennio. -Eravamo ragazzi...- e lasciava in sospeso la frase. Chiesi se ci furono molti morti a sua conoscenza. - Eravamo così giovani... e per i ragazzi è stato un periodo piacevole...- sempre con lo stesso sorriso indecifrabile. Non insistetti perchè sapevo che se un cinese non ti risponde in modo diretto è considerato molto sgarbato ripetere la domanda. Sciabattando ci fece visitare la sua azienda di costruzione di stampi. Un antro oscuro popolato di figure sudate che si aggiravano qua e là (senza ammazzarsi troppo a dire il vero). Non riuscimmo a concludere il contratto. Ci accompagnò all'areoporto appena inaugurato, lucido di marmi con la sua nuovissima Audi 6 nera coi vetri oscurati ed i sedili di pelle rossa. Non smise mai di sorridere.

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