martedì 14 ottobre 2008

La falce

Durante il viaggio di studio nel Jura di cui vi ho parlato, un punto di forte interesse è stata la visita della Taillanderie, un' antica fabbrica che ha prodotto falci per 140 anni dal 1828 al 1969, utilizzando un ingegnoso sistema idraulico ancora perfettamente funzionante che metteva in movimento tutte le macchine dell'azienda, dalle forge ai magli. Una quindicina di persone vi lavoravano e posto che si ritrovassero le capacità manuali, la fabbrica potrebbe ricominciare a produrre falci e falcetti ed inviarle ai mietitori di tutto il mondo in qualunque momento. Un mestiere antico e faticoso che tuttavia non può prescindere da una capacità artigianale assoluta, che si apprende solo attraverso anni di osservazione e di attenzione ad un "maestro" che ti sappia guidare lungo la "via". Come è orientale tutto questo. Come si sovrappone esattamente alla capacità sacrale dei maestri forgiatori di spada in Giappone. La katana era per loro dotata di un'anima ed il samurai per cui era stata forgiata la rispettava come tale perchè doveva difendere una vita togliendone un'altra. Nella falce c'è la stessa sacralità, lo stesso rispetto che chi l'avrebbe utilizzata le portava, anch'essa strumento per dare cibo e quindi per consentire la vita. Il nostro modello di sviluppo ha svilito gli oggetti in sè, proprio a causa della diminuzione del loro valore, per la loro facile sostituibilità, perchè costa meno cambiarli che aggiustarli; li ha resi più accessibili, più disponibili a tutti. Questo è bene e non sarebbe corretto rinunciare a questo (inoltre nessuno sarebbe disponibile a farlo), ma bisogna essere disposti anche ad accettare il lato negativo: il consumo delle risorse e la perdita di alcuni valori interiori. Abbiamo chiesto al nostro cicerone cosa accadeva quando quegli strumenti costruiti così accuratamente e quindi così costosi (una falce era venduta al prezzo di 3 giornate di lavoro di un operaio, circa 250 euro attuali) si rompevano o erano difettosi e lui ci ha risposto con stupore: "Messieurs, l'atelier donnait une garantie à vie". La garanzia a vita è un concetto che si accompagna a modelli di sviluppo differenti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...mentre noi saremo sommersi di ciarpame tecnologico che "costa meno" buttar via che riparare. Una vera follia

Silvia R. ha detto...

...senza contare che quando ti resta in mano un pezzo di un recente acquisto... non è mai un problema di fabbricazione..., quel pezzo è sempre l'unico che "accidenti, non è coperto da garanzia... tutto il resto sì, però!!!"

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