venerdì 17 luglio 2009

Alle porte d'Italia

Eh sì, 36°C sono tanti. Tutti che si lamentano, magliette che si incollano sulla pelle, goccioloni che cadono dalla fronte solo a pensare, immagina se dovevi lavorare; quindi, terminate le incombenze varie, fatte tutte le telefonate che si dovevano fare, basta, si parte e si va al fresco. E qui comincia il dramma. La preparazione delle masserizie, che era comunque prevista da tempo, con adeguati accumuli di cibarie d’ogni tipo, dovrebbero essere sufficienti anche in caso che Ahmaddinejad decidesse improvvidamente di dare il via all’olocausto su scala mondiale, mentre il vestiario preparato dovrebbe bastare per l’equipaggiamento di una compagnia di esploratori. Non mancano materiali per l’enterteinement, opportunamente supportati da collegamento alla rete (certo non si possono mica lasciare deluse le orde di lettori che attendono il post quotidiano come le folle che seguivano il Nazareno); poi libri, strumenti per la casa, varie ed eventuali e finalmente pronti all’imbarco. Ora, pur in possesso di una capientissima station wagon, acquisita proprio a questi fini, il problema si ripresenta uguale ad ogni partenza. Non ci sta tutto. Anche se l’ingegnerizzazione dello stivaggio era stata calcolata con cura, rimane sempre qualcosa che non era stata prevista nelle sue giuste dimensioni, pertanto la disposizione va ripensata, rivista e ricalcolata. Finalmente sembra che tutto sia a bordo, inclusi diversi vasi fioriti che spargono il loro terriccio nei vari interstizi dell’astronave che sta per abbandonare il pianeta natale. Caricate anche le tartarughe (e pensare che non ne ho mai gradito il delicato brodino) e il pappagallo (su questo punto, vi sarò magari più preciso in seguito) si parte, dopo essere stati salutati da tutti i vicini a cui si era accuratamente cercato di occultare la partenza. La Val Chisone è lì che ci attende immobile da milioni di anni. L’antico re Cozio non sospettava che sarei venuto tra queste verdi valli a completare la mia convalescenza che sarà lunghissima e coccolatissima per fortuna mia e sfortuna di chi mi sopporta. Scarichiamo sotto nubi che si stando addensando e promettono con qualche gocciolio, una serata sui 18°C. Mi sa che bisognerà pensare ad accendere la stufa. L’estate è finita (quasi).

5 commenti:

Martissima ha detto...

ma in quanti siete partiti...oltre a papagallo e tartaruga??? va bè che è venerdì 17, ma non esageriamo..l'estate finita noooo!!
buone vacanze ;-))

ParkaDude ha detto...

Rilassati e goditela, dude :-) e se ti e' concessa qualche grappina, vedrai che le sere saranno anc ora piu' meravigliose e dolci.

Enrico Bo ha detto...

@Astro: guarda che il pappagallo non è un uccello in questo caso!

@Parka: grappa alla liquirizia che faccio io aggiungendo alcuni bastoni ad una buona grappa + un cucchiaino di zucchero

ParkaDude ha detto...

Oh gia' l'invidia per te che conosci i segreti della distillazione! Chissa' che bonta'... mmm... XD

ParkaDude ha detto...

Cazzu ho scritto

Oh

anziche'

Ho

sono proprio bruciato...

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