venerdì 24 luglio 2009

Cronache di Surakhis 17: vacanze estive.

Era tempo di vacanza anche per la breve estate di Surakhis; chi poteva lasciava le caldissime città della pianura e del deserto, dove la temperatura e l’acidità dell’aria corrodevano i metalli e fondevano tutte le materie plastiche non resistenti e si rifugiava in quota. La crisi mordeva ancora forte, ma l’Imperatore aveva ormai convinto tutti che il peggio era passato, dato che tutte le attività finanziarie avevano ripreso a gonfie vele a macinare utili scommettendo sull’aumento dei non occupati, che continuavano a crescere a dismisura. La sua popolarità era alle stelle e il tentativo dei Morigeratores di incastrarlo evidenziando i suoi vizietti era naufragato miseramente e si era ritirato nel suo castello tra le nuvole circondato da uno stuolo di ancelle nude adoranti, tra il tripudio della folla che avrebbe voluto essere al suo posto. Anzi al concorso: Un giorno tra le ancelle dell’Imperatore, riservato a chi dimostrava di aver votato per lui la partecipazione era stata quasi universale. Soli piccoli gruppi di criptopenici di Antares e gli asessuati di Rigel che si moltiplicavano per gemmazione non avevano palesato interesse al concorso e si pensava a strategie diverse per conquistare il loro voto, ma mancava ancora un anno alle nuove elezioni. Paularius, stanco e convalescente, aveva risolto il problema degli schiavi della sua miniera lasciando esondare casualmente il Pentacon, un torrente di acqua cloridrica che scendeva vorticoso. Le acque avevano invaso le gallerie della miniera e quei mangiasbobba a tradimento erano tutti annegati. L’assicurazione aveva coperto i costi con l’agenzia di affitto degli schiavi ed aveva pagato i suoi di proprietà, permettendogli anche di riscuotere i contributi della nuova legge di aiuti alle imprese in difficoltà. Salutati quindi gli amici delle Ronde, era subito partito per la sua villetta circondata dal verde delle Colline Profumate. La malignità popolare aveva attribuito questo nome alle montagne che circondavano la capitale, da quando i problemi della centrale a merda costruita tra le montagne si erano palesati in maniera esplicita, costringendo tutti i residenti ad espatriare, ma Paularius si era ormai abituato alla puzza e la solitudine gli faceva piacere. Lettura, meditazione e pochi svaghi. Si era fatto portare nel parco cintato i pochi Hort che erano scampati nella miniera; per forza, quelli l’acido cloridrico lo bevono a colazione, altro ci vuole per annegarli. Ogni tanto usciva a piedi con la balestra laser e ne abbatteva uno che poi le serve gli facevano allo spiedo, ma quei birbanti si nascondevano sempre meglio e l’ultimo aveva dovuto stanarlo con qualche scossetta al guinzaglio che gli aveva lasciato per sicurezza. Che pace! Da quando la disoccupazione aveva superato il 90%, segnale che la crisi in fondo colpiva chi se lo era meritato, c’erano molte meno rivendicazioni; la gente si vendeva gli organi per tirare avanti o impegnava quelli dei figli e dei nipoti e non c’erano più grossi problemi per rigenerarsi. Spense il multischermo e suonò il campanello; arrivarono subito le sue ancelle preferite, due multilinguate di M51 che sapevano le sue debolezze. D’altronde non era mica un santo e con tutto quello che faceva per il benessere di Surakhis, un po’ di divertimento se lo meritava.

3 commenti:

tentarenuoce ha detto...

E' un piacere inseguire per sassaie, per salotti e per valli, e per sinapsi, la tua grippante fantasia da fuoristrada e sinuosa da nativo del pianeta.

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Non ci sto ad essere un criptopenico di Antares! Ma quell'imperatore non si può farlo fuori? Non è previsto il tirannicidio nel tuo mondo parallelo (o futuribile)?

Enrico Bo ha detto...

Purtoppo in questo mondo parallelo, l'imperatore è immortale e anche nell' improbabile caso che fosse deposto, il potere sarebbe preso dalla Gilda rondista, come dire dalla padella nella brace, d'altra parte per i Keepintheass (la maggioranza della popolazione locale) vivere in un mondo di criptopenici non è il peggiore dei mali.

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