giovedì 7 aprile 2011

Recensione: Boris il film.

Se avete un'oretta e mezza in cui non sapete cosa fare, potreste anche impegnarle con questo Boris, un classico discorso di metacinema senza pretese. Anche chi non conosce già la serie, sorriderà nel vedere la carrellata di personaggi mediocri di livello basso, a cui dopo aver passato la vita a confezionare tristi serial televisivi a basso costo capita l'opportunità di passare al grande cinema di impegno sociale, avendo fortunosamente in mano i diritti de "La casta". Lo scontro con l'ambiente supponente e pretenzioso del mondo della pellicola non può durare più di tanto e il povero Ferretti, regista storico di Gli occhi del cuore 2,  deve ritornare nel suo pianeta d'origine, ripescando al completo la massa di macchiette con cui è solito lavorare. Il progetto a poco a poco si sbriciola fino a diventare quello che in fondo tutti, spettatori compresi vogliono, un bel cinepanettone, tra il giubilo della produzione, tette e flatulenze. Una storia triste di backstage, che forse è anche un po' una rappresentazione di tanti altri aspetti della vita del nostro paese, in cui la lamentela è forte su tutto, ma alla fine gli stessi comportamenti dei singoli ricalcano e danno di gomito ai vizi criticati e quello che dovrebbe essere fonte di vergogna e di esclusione, alla fine viene premiato dal consenso della maggioranza, che non è manco più silenziosa.



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3 commenti:

Sandra M. ha detto...

Lo proporrò per il We...chissà che non riesca ad andarci.

Angelo azzurro ha detto...

Prendo nota dei tuoi utili appunti. :O)

Ambra ha detto...

Il finale del tuo post è tristemente vero nella nostra realtà.

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