mercoledì 20 giugno 2018

Tuscia 1 - Montefiascone e Bolsena


Il lago di Bolsena

Ed eccoci arrivati alla breve relazione che mi è doveroso fare del consueto viaggio di studio annuale, organizzato dall'Associazione Museo dell'Agricoltura di Torino. Essendo questo un anno pari, la meta è stata scelta, come da tradizione, entro i nostri confini e si è rivolta ad una delle più belle ed affascinati zone italiane, la Tuscia, un territorio forse meno noto di quanto merita, con le sue città circondate da mura e la sua storia di lotte tra Papi e Imperatori. La prima tappa ci ha portato a Montefiascone con la sua balconate belvedere che mostra di lontano la gemma del lago di Bolsena. Di qui e dalla sua rocca dei Papi, si respira quell'aria di stati pontifici che ci accompagnerà per tutto il resto della settimana. Ma questa è soprattutto anche terra di vini, in particolare il famoso Est Est Est il cui nome riporta alla leggenda dell'incaricato del Vescovo che batteva la campagna, lungo le strade che il suo superiore avrebbe percorso, con l'incarico specifico di segnalare con la scritta latina Est la porta delle locande dove si trovava soprattutto buon vino. Qui a Montefiascone, fu evidentemente fulminato dalla qualità del nettare provato e la scritta fu addirittura triplica. Sembra che il prelato abbia seguito pedissequamente il consiglio, rimanendo a lungo in zona, bevendo il vino in oggetto e mangiando in maniera adeguata fino a morirne.

Dunque la sosta nelle Antiche Cantine Leonardi per una opportuna degustazione, è stata una sorta di obbligo alla verifica di quanto sopra riportato ed ha consentito anche la visita delle gallerie scavate nella pietra vulcanica che ospitano le botti dove il vino effettua un passaggio più o meno lungo di affinamento a seconda delle tipologie. Poi via tra colli e valli dolcissime, boschi e campi coltivati di una agricoltura molto tradizionale, alternati a vigne rigogliose, fino a scendere lungo il bordo della grande caldera che circonda il lago verso l'abitato di Bolsena. A tratti, quando il terreno si scopre intravedi ancora i residui di antichissime eruzioni che mostrano pareti di basalti neri a canne d'organo che qui chiamano le Pietre lanciate. Passeggiare poi per il delizioso centro storico, lungo le vie ed i vicoli contorti, è una sorpresa continua, ad ogni angolo scopri un nuovo punto di vista su antichi palazzi, minuscole chiese, o balconate al cui affaccio compaiono gradinate di tetti che scendono a valle a balze continue e ritmate, mostrando qua e là scorci del lago che ti attende più a valle. Ma non bisogna dimenticare che questi sono luoghi dove il sacro e la devozione religiosa medioevale è stata fondamentale per la vita di queste genti e cosa di non poco conto anche del relativo sviluppo economico, grazie alla scia di pellegrinaggi che portavano qui masse di popolo che sulla battutissima via Francigena volevano arrivare a Roma. 

Quindi la fioritura di fatti miracolosi, di venerazione di santi e di reliquie ha qui una sua consistente presenza. Seguendo lungo le strade del borgo il percorso di una famosa infiorata avvenuta purtroppo solo il giorno precedente al nostro arrivo, si giunge alla Collegiata di Santa Cristina, un complesso architettonicamente davvero pregevole che raduna in un solo edificio, tre luoghi di culto importanti, dove si venerano i fatti riguardanti il martirio della Santa ed un famoso miracolo del 1263 in cui si racconta che un religioso che dubitava del mistero della transustanziazione (bisogna ricordare che quella era l'epoca della grande discussione sulla reale trasformazione dell'ostia in carne e sangue di Cristi, con la conseguente eresia dei Catari) vide l'ostia che stava santificando aprirsi e gocciolare sangue che imbrattò le pietre di marmo e la stoffa disposta sull'altare. Dietro l'attuale altare le pietre che ancora oggi conservano l'impronta delle gocce di sangue cadute, segnale inequivocabile della reale trasformazione, sono ancora esposte alla devozione dei fedeli. Insomma tanta roba. Comunque il viaggio per arrivare fin qui è stato lungo e non c'è nulla di meglio che un meritato riposo proprio sulle rive del lago, una cartolina con le due piccole isole al centro, i canneti ai alti del porticciolo dove sciaborda un'onda delicata e gentile, una visione di pace che invita al riposo ed alla meditazione.


SURVIVAL KIT

Hotel Loriana park - Viale Cadorna 23 - Bolsena - Bell'albergo nuovo, proprio sulla riva del lago,dove potrete fare una piacevole passeggiata. 3* ma con caratteristiche superiori. Free wifi buono in camera. Buone dotazioni nei bagni, TV, Frigo. Camere buone, pulito, personale molto gentile, da 35 a 45 Euro a seconda della stagione con colazione a buffet normale. Ristorante gradevole per la sera se non volete allontanarvi. Gelateria interna. Consigliato 

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