venerdì 29 giugno 2018

Etiopia 18 - A Jinka


Giovane Hamer

Dalle alture di Jinka
Il nostro contatto con la valle dell'Omo sta piano piano arrivando alla fine. Non si può fare a meno di sottolineare lo straordinario interesse che ha questa zona isolata del pianeta, anche se a poco a poco il mondo moderno avanza anche qua e ne decreterà inevitabilmente un certo grado di omologazione. D'altra parte anche qui sono ormai arrivate le antenne delle telecomunicazioni che si ergono anche nelle aree apparentemente più lontane da ogni forma di civiltà come la intendiamo noi, quindi la strada si presume tracciata. Questo forse significherà perdita di identità e tradizioni, ma di contro potrebbe tradursi in un miglioramento delle condizioni di vita. E'difficile prevederlo, ma di certo non possiamo deciderlo noi, né trinciarne giudizi affrettati e faciloni. Intanto, per il momento conserva ancora la sua bellezza selvatica e ogni tribù sembra voler mantenere una identità spiccata. Noi per intanto arriviamo a Jinka,che è la capitale dellaregione e, tra le altre cose, anche la città dove vive il nostro Lalo. Ci arriviamo alla sera e rimane solo il tempo per dare un'occhiata in giro, per scoprire le aree centrali di questo villaggio cresciuto nel tempo attorno ad un mercato, sui fianchi di colline verdi che ne attenuano la calura durante l'estate. E' in tutto simile a tanti centri dell'Africa rurale con una strada principale che la attraversa ed un reticolo in larghe strade in terra battuta che le piogge trasformeranno di volta in volta in carrarecce fangose. 

Cima di capanna tradizionale
Chi se lo può permettere abita nella parte più in alto sulla collina, evidentemente più ariosa e piacevole e anche più salubre. Ma il cuore pulsante rimane come dappertutto il mercato cittadino, un dedalo di viuzze attorno alla piazza principale dove tutto il terreno è coperto di teli di plastica blu, dove le donne espongono gli ortaggi e la frutta che ricavano dai vari orti di periferia. Nelle vie attorno i negozietti o i banchi di tutti quegli altri poveri materiali, consueti nelle città del terzo mondo, particolari elettrici, attrezzeria agricola, arnesi da cucina e tutta l'oggettistica delle economie del recupero. Il settore stoffe e vestiario forma il solito colorato appezzamento dove si dispiega un po' del colore africano, anche se la maggior parte della roba arriva dall'oriente, magari dopo aver fatto tappa in Europa. Il mercato dura fino a tardi, alla luce di fioche lampade. Molti a fine giornata si rintanano nei locali che circondano la piazza a bere birra fatta in casa e a mangiare una injera firr firr coi fagioli. Forse molti dormono lì a terra tra i banchi aspettando l'arrivo del giorno successivo. Qui nei mercati di transito vedi genti di tribù diverse acconciate alla loro maniera, cosa che li distingue subito anche da lontano e che portano le loro caratteristiche con orgoglio, esibendole il più possibile, le masse di collane, le gonne di pelle ricamate, le bandoliere di conchiglie e soprattutto le pettinature elaborate.

Distribuzione delle principali tribù
Anche gli uomini esibiscono soprattutto il loro corpo magari ricoperto di scarificazioni ornamentali che segnano la pelle scura come ebano a contrasto con i colori forti delle fasce copricapo o i mantelli che servono anche da coperte per la notte. La maggior parte sono Hamer, gli uomini alti e muscolosi, il capo cinto di fasce di perline colorate con qualche piuma civettuola, le donne con la caratteristica mezza zucca multiuso in testa, ed il collare che le identifica come prime mogli se con la protuberanza fallica in avanti o seconde o terze se portano invece i collari più semplici di rame o di altri metalli. Ci sono tre tipi di matrimonio in questa tribù, cosa che è comune anche a molte altre dell'area. Ce n'è un primo tipo detto ereditario che viene stipulato tra le famiglie con gran pompa e feste e c'è quello detto per acquisizione in cui la ragazza viene in pratica acquistata dal padre in cambio di un certo numero di capi di bestiame, di solito tra i venti ed i quaranta, adesso è consuetudine aggiungere anche un kalashnikov per il fratello maggiore; è davvero incredibile constatare quante armi girino da queste parti. Infine c'è il cosiddetto matrimonio per rapimento, una sorta di fuitina, di norma col consenso della ragazza, conosciuta nelle varie feste dei salti dei tori o nei mercati, effettuata da chi non ha la disponibilità sufficiente di animali da donare alla famiglia, che si conclude dopo qualche giorno  di finte ricerche nella foresta, con un accordo tra le parti. 

Giovani Hamer
Kala, un prestante pastore che sta ad un villaggio ad una trentina di chilometri da Jinka, ha avuto così la sua Kery che adesso vende pomodori al mercato. Questa mattina l'ha accompagnata fin qui col primo figlio al collo, ma presto la lascerà per andare al pascolo col piccolo gregge di capre dal lungo pelo nero e marrone e le corna ritorte. E' stato quasi tutto il giorno in fondo al mercato con gli altri pastori a bere birra di villaggio dietro i banchi della frutta e adesso è piuttosto cotto. Si rimette il mitra al collo e va a cercarsi un posto dietro i carretti del mercato, coprendosi col mantello blu, per passare la notte. Questo è davvero il centro della valle e qui li puoi trovare un po' tutti, anche perché questo rappresenta il punto di partenza se vuoi andare fuori dall'area, verso la capitale o verso i paesi confinanti, Kenia o Sud Sudan. Andiamo a mangiare un boccone in un albergo vicino che rappresenta un po' il centro della vita sociale di chi può spendere qualche birr e poi dopo aver camminato un po' per le vie ormai buie, correndo il rischio di finire in qualche buca fangosa, inseguiti dalle caprette in cerca di qualche scarto da mangiare, ci rintaniamo nel giardino del nostro alberghetto che si riconosce subito per essere un bar per amanti della birra dove si radunano, oltre ai clienti anche molti tiratardi locali. L'unico problema sono le zanzare, a cui bisognerebbe porre una certa attenzione, dato che proprio da queste parti, qualche anno fa, un mio amico si era beccato la malaria. Noi siamo imbottiti di Lariam, sperùma ben.

Hamer

SURVIVAL KIT

Nardos Pension - Jinka - Non peggio di molte altre. Basica ma con acqua calda e zanzariere. Camere piccoline, ragionevolmente pulite. Potete approfittare del ristorante o del bar che ha ottima birra fresca a 20 birr. Potete cenare anche al Goh hotel che ha un ristorante con qualche piatto internazionale, al di là della strada principale, più o meno alla stessa altezza. 


Pastori




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al mercato

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