Fa freddo oggi, anche con un bel sole però, quello che ti dà la sensazione di star meglio solo se alzi la faccia e socchiudi gli occhi per sentire quel leggero tepore che ti scalda la faccia. Invece quando c'è quella nebbiolina bassa alla quale in teoria, noi mandrogni, saremmo così affezionati, senti il gelo e l'umido che ti entra nelle ossa e te le fa scricchiolare, che poi non è cosa così piacevole. Chi andava a pensare, in quei primi giorni di gennaio, che questa sarebbe stata la caratteristica base che ci avrebbe seguito per tutto il viaggio. Già, vai in India e fa freddo, ma dai, ci sono già stato a gennaio cosa credi, lo vuoi dire a me che a pieno titolo mi dichiaro esperto del subcontinente? Fammi ridere, tuttalpiù preoccupiamoci del ciclone Pabuk che sta lasciando adesso la Thailandia e si dirige diritto sulle Andamane, previsto arrivo proprio appena noi staremo per arrivare.Vuoi che tocchi proprio a noi coi voli già prenotati? Mah, vederemo quando sarà ora, l'amico Sergio che è su qualche isola spersa della penisola malese, mi ha assicurato che non c'è niente di cui preoccuparsi e io mi fido, tanto c'è l'altro amico Ashish che sta monitorando la situazione, mentre andiamo, attraverso la cappa grigia e tenebrosa, verso lo spazioporto della Malpensa.
Stringiamoci pure nella felpina leggera ricoperta dal k-way, che poi ci penseremo al ritorno, non certo laggiù. I pochi minuti all'aperto per transitare nel pulmino della Mariuccia, non faranno la differenza, un attimo e siamo tra le braccia calde dell'aeroporto a infiltrarsi nella lunga coda che si è già formata anche se sono ancore tre ore prima della partenza. Un volo per il BanglaDesh, ma chi ci va laggiù, me l'hanno chiesto in tanti prima dipartire e invece tèl chì, è pieno zeppo. La coda procede lentamente, sono tutti Bengalesi che tornano a casa, possibile che i venditori di rose siano così tanti a Milano? O sarà un pregiudizio, tanto per cambiare. Il ragazzo davanti a noi ha l'occhi allegro, tanto le rose non le vende ma le coltiva, in Liguria, vicino ad Albenga. Fa il giardiniere, contratto regolare indeterminato eh, ci tiene a ribadirlo. Il suo datore di lavoro sembra contentissimo di lui, anzi lo sta aiutando per fargli arrivare la moglie, dice che per lui è come un padre e lui si trova benissimo da noi, tanto, il suo lavoro, in giro per i giardini della Liguria tutto l'anno, è bellissimo e non ha concorrenza, sembra che di ragazzi italiani, ne siano già passati tre o quattro al suo posto, ma si sono stancati subito, quando hanno tenuto per qualche giorno la zappa in mano. La terra è bassa si sa.
Lui invece non è mai stato così bene, all'aperto a fare un lavoro bellissimo sempre davanti al mare. Sorride di soddisfazione quando sente che andiamo proprio al suo paese, perché ci hanno detto che è bellissimo e approva ciondolando la testa quando gli dico l'itinerario. Molto bello, conferma soddisfatto. Un po' meno quando arriva al bancone e vogliono fargli pagare il sovrappeso di 40 kg. Ma si sa le compagnie diventano sempre più occhiute, obbligate a tenere i prezzi bassi e poi pronte a razziare soldini con ogni scusa. Fa un po' tenerezza quando ti pesano il bagaglio a mano contestandotelo e poi devi tirare fuori giacche a vento e macchine fotografiche e appendertele al collo, almeno fino a dopo il check-in, non cambia niente, anche l'addetta lo sa, ma queste sono le regole, capirà. queste compagnie del golfo hanno tutte le stesse caratteristiche, lusso esibito, aerei nuovi di pacca, posti anche più larghi, possibilità, se lo vuoi, di fare anche uno stop over per buttare un occhio fuori dell'aeroporto in paesi nei quali difficilmente pensi di poter andare direttamente. E poi prezzi interessanti con una serie di combinazioni infinite, Insomma gli Hub ideali per l'Asia. Stavolta ci tocca Qatar Airways che risponde in pieno alle caratteristiche che ho appena detto.
Pensate che se sostate a Doha più di cinque ore di giorno, e purtroppo non è il nostro caso, viene offerto anche un giro turistico gratuito di tre ore circa in città. Tenetene conto, se siete interessati. Ma intanto veniamo alla domanda che mi avete fatto in molti. Ma che ci vai a fare in Bangla Desh, naturalmente oltre alla miserevole giustificazione di voler spuntare il paese numero 109? Intanto vorrei dire che qualunque paese vale la pena di essere visto, tanto per avere un'idea e poi invece mi risulta che questo luogo abbia particolari interessi da approfondire, anzi la mia decisione di limitare il giro ad una sola settimana, penalizzerà alquanto il programma, dovendo necessariamente tagliare alcuni luoghi che mi avrebbero parimenti solleticato. Ma non si può fare tutto nei pochi miserevoli giorni che la vita ti mette a disposizione e faremo di necessità virtù, limitando il giro, alla capitale, alle montagne vicino al confine del Myanmar, che offrono un aspetto etnografico particolarmente importante e sapete quanto questo punto mi solleciti e infine a Coxbazar, la spiaggia turistica del paese, di cui tutti i bengalesi con cui ho avuto contatto, dall'amico sottocuoco di Casa Oman, ai camerieri di ristoranti vari, mi hanno parlato con occhi sognanti e dove sarò vicinissimo a toccare con mano il problema dei campi profughi dei Rohingya che avevo sfiorato già dalla parte birmana.
Purtroppo mancherà il tempo per un paio di notti da trascorrere su un barcone percorrendo le salgariane Sunderbands, le leggendarie paludi del delta formato da Bramaputra e Gange, anche se si può dire che quasi tutto il paese è un unico gigantesco delta in continua espansione, punto di arrivo finale di un bacino acquifero colossale che parte dal Tibet e coinvolge i quattro paesi dell'area dal punto di vista geopolitico, con attriti ed implicazioni importanti. Inoltre sembra che ci siano anche intessanti alcune aree a nord del paese, ricche di templi e di storia. Insomma una settimanina in più sarebbe stata necessaria, come si dice di solito ogni volta. Temo che in questa vita non mi sarà più data l'occasione di sfogare questa deprivazione, me ne dovrò fare una ragione e soffrire in silenzio, mandando giù. Aggiungi il carico da tredici che il 31 dicembre si sono svolte elezioni che nei giorni precedenti hanno provocato qualche decina di morti, ma mi assicura il mio referente locale, adesso, dopo che ha rivinto il solito partito da sempre al potere, quello che ha per simbolo la barca (fin che la barca va...), è tutto a posto e gli animi si sono calmati. Cosa vuoi che siano qualche decina di morti in un paese di 170 milioni di persone, grande la metà dell'Italia? Questi sono i soliti pensieri, che frullano in testa quando sei in coda per l'imbarco. Poi finalmente si parte per questa nuova avventura ancora tutta da scrivere.
SURVIVAL KIT
Voli - L'itinerario scelto questa volta è piuttosto complicato e prevede un gran numero di voli interni. Per questi ho optato per compagnie lowcost indiane di cui vi dirò di volta in volta, mentre per l'andata ed il ritorno dovendo arrivare in un paese (il Bangla Desh) e ritornare da un altro (l'India), ho dovuto scegliere due voli separati. Per l'andata il migliore è stato via Doha con Qatar Airways 16:05 da Malpensa con due di sosta a Doha e arrivo a Dacca stremati alle 10:05, comodo per guadagnare tutta la giornata di arrivo, ma non per poter sfruttare la sosta Qatarina. 365 Euro prenotando i canonici 40 gg. prima. Secondo l'ultimo report Airhelp, la miglior compagnia al mondo. Per il ritorno invece c'è un ottimo volo diretto da Delhi con Airitaly, che offre adesso molti collegamenti diretti con l'India ad un prezzaccio, credo perché sono ancora in fase di lancio. Comunque 9 ore di volo a 225 Euro con arrivo alle 10 di mattina a Malpensa. Approfittatene se potete. Se non aveste bagaglio in stiva e lo dico per i saccopelisti incalliti: - 50 euro. La compagnia è assolutamente ottima; il personale, italiano di una cortesia rimarchevole e assolutamente anomala se comparata ad altre italiche esperienze, aerei nuovi anche se con sedili un po' strettini. Una buona alternativa che consiglio assolutamente. Parte alle 6 di mattina, per cui, se arrivate lì in aereo la sera tardi, potete bivaccare in aeroporto, se siete braccini corti, risparmiando una ulteriore notte di albergo.
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