mercoledì 2 gennaio 2019

Aspettando di partire



Allora eccoci qua, l'anno nuovo è arrivato e possiamo lasciarci alle spalle tutta la chiacchierata classica di questo periodo. In effetti ormai sto solo battendo il tempo nell'attesa di partire per il parcheggio Mariuccia di Malpensa. Un tizio ieri mi chiedeva, allora hai tutto pronto? Mah, sì, ma anche no, nel senso che da un po di tempo, mi preparo sempre meno, forse per un malinteso senso di esperienza che mi conduce a non stare lì a fare tante elucubrazioni prima, per far sì che si goda più durante, raccogliendo la parte emozionale e rimandando tutto il ragionamento e le considerazioni al dopo. In realtà l'idea di un viaggio nasce molti mesi prima; per questo che sta arrivando, almeno un anno fa, poi lo schema si arricchisce di punti focali e nasce lo scheletro portante, poi la fase critica è la ricerca dell'appoggio giusto locale, dato che ormai ho capito che che questo è il modo di viaggiare che alla mia età preferisco e ritengo sia anche più consono alle mie possibilità, infine un po' di discussioni per mettere a punto un itinerario più preciso e il suo budget; infine mi lascio andare in attesa di partire. 

E' diventato sempre più cruciale questa fase di disinteressamento all'informazione precisa dei luoghi da vedere e da esplorare, forse proprio per questa idea che mi è diventata sempre più convincente, che apprezzo di più la sorpresa e la meraviglia, di fronte ai punti importanti e quindi in questo caso inattesa, che l'arrivare a vedere luoghi lungamente indagati per contfrontare la realtà visibile con le attese spesso troppo magnificate e quindi proprio per questo deludenti. Ricordo che questo dubbio me lo insinuò tanti anni fa, la mia visita al Grand Canon negli stati Uniti. Ne avevo visto così tante meravigliose immagini e cartine e tanto a lungo studiato gli itinerari, che il dispiegarsi davanti a me di quella pur meravigliosa realtà, fu assolutamente inferiore all'aspettativa e nessuna immagine, men che meno quelle scattate dalla mia povera manina da aspirante e miserevole fotografo, poteva essere pari a quelle su cui avevo sognato. Quei tramonti spettacolari, quei colori senza pari al mondo si stemperarono nella vista di immagini belle sì, ma sempre un po' piatte ed omogenee, in ogni caso già viste e più in bella copia, roba a cui dare una ripassata con Photoshop insomma anche se allora neanche era stato inventato. 

Così da quel momento ho cominciato a studiare sempre meno i punti che avrei inserito nei miei itinerari, fidandomi di coloro ai quali mi affido, nella speranza che non mi facciano perdere quelli più importanti ed in aggiunta, godere di quelli imprevisti e non programmati con troppa attenzione, che diciamola verità, l'esperienza mi dice che saltano sempre fuori in qualunque viaggio, percorrendo una qualunque strada sconosciuta sulla quale ti avvierai. Per gli aspetti pratici, cose da portare, bagagli e simili, ho per fortuna chi se ne occupa anche per me, potendo così limitare il mio intervento all'attrezzatura fotografica, un trinciaunghie, il coltellino svizzero e poche altre cosette. Quindi, in effetti, quando hai ormai il biglietto in tasca, hai cambiato un po' di dollari se servono e, concluso l'accordo in questo caso con il vecchio amico Ashish in  India, un nome, una garanzia e il nuovo contatto Bulu, in Bangla Desh, devo solo aspettare che scada l'ora della partenza. 

E devo dire che l'aspetto anche con una certa impazienza; tra l'altro, ho davvero voglia di togliermi da questa insopportabile aria che mi rintrona le orecchie ogni giorno da ogni TV. Ma di questo non ho tanta voglia di parlare. In verità mi piacerebbe, ma alla fine è una cosa che non riesco mai a fare, leggere qualche cosa che mi mettesse in sintonia col luogo che sto per vedere, non guide o roba simile, che ho e comunque non leggo affatto, quasi per dispetto, ma qualche libro di viaggio o romanzo, tanto per calarsi nella parte insomma. Mi hanno parlato bene de Il paese delle maree, che sembra raccontare bene l'aria del Bengala, ma alla fine non ho neanche avuto il tempo di occuparmene, di cercarlo, così l'ho rinviato. Anzi se qualcuno avesse notizia di dove si trova questo titolo in ebook, meglio se gratuito, tanto per non smentirmi, me lo faccia sapere. Per il resto ho ancora qualche giorno per continuare a domandarmi cosa mi sto dimenticando. Magari domani vi racconto come è nata questa idea di viaggio.


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tu retournes au Bengale ? Sirkhan , Ashish et cie ?
jac.

Enrico Bo ha detto...

On fera 6 jours au Bangla Desh, 4 Jours aux Andamanes et 20 jours dans l'Inde central-nord, jusqu'à Allahabad pour le Khumba mela

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