Chittagong - Il lago delle tartarughe |
Traffico urbano |
E così a forza di code e di svicolamenti nel traffico siamo arrivati a Chittagong, la seconda città del paese, che sono sempre quasi dieci milioni di abitanti, tanto per cambiare, ma qui i numeri sono tutti grandi, come la confusione e bisogna farci l'abitudine. La città vecchia è quella più caotica con le sue viuzze strette e congestionate e rimane in netto contrasto con la cosiddetta città britannica, costruita con una certa regola attorno ad edifici più pomposi che tuttavia ormai sono stati anch'essi lasciati in balia degli agenti atmosferici e al consumarsi del tempo. La città moderna, chiamata anche Agrabad, invece ha avuto una crescita repentina e caotica e appare come un ammasso di edifici che di nuovo hanno ormai poco, anche se qui si addensano tutte le attività più moderne. Rumori di clacson e difficoltà a farsi largo tra i tuktuk che tuttavia presentano una caratteristica meno usuale del solito. Questo mezzo classico degli spostamenti cittadini in tutta l'Asia che a fattole fortune della Piaggio, è conosciuto soprattutto per l'essere aperto da ogni lato, in modo da poter essere preso al volo. Ebbene qui le aperture laterali sono chiuse da robuste grate, non è chiaro se per difendere i passeggeri da malintenzionati o per ragioni di sicurezza stradale. Ma sciamo stare e non indaghiamo oltre.
Donna Chakma |
Intanto facciamo una sosta al museo antropologico per avere un'idea di base delle caratteristiche delle tribù delle colline tra le quali trascorreremo i prossimi giorni. Una signora di origini Chakma, la tribù principale della zona, adocchiati i quattro stranieri, evidentemente merce rara, ci prende subito in carico scarrozzandoci da una vetrina all'altra, evidenziando le diverse caratteristiche dei vari gruppi etnici che vivono in questa area di confine con l'India orientale e la Birmania. Anche un addetto ci segue con attenzione incitandoci a fotografare tutto quanto è possibile, anche se ci sono cartelli bene in vista che lo vietano tassativamente. Si vede che l'essere europeo dà privilegi particolari. Fuori poi percorriamo un affollato mercato per arrivare ad un grande lago artificiale al centro della città che ospita molte vecchie tartarughe a cui è evidentemente consuetudine portare cibo. Le scalinate circostanti infatti sono piene di persone, soprattutto di bambini che gettano nell'acqua limacciosa, biscotti e altri dolciumi, che rimangono a galleggiare nell'acqua stagnate e maleolente dove di tanto in tanto affiora il carapace gigantesco di qualche tartarugone, che poi rimane fermo a galleggiare. Uno, vicino alla riva mi pare addirittura morto, per quanto è immobile ed all'inizio della decomposizione. Ma nessuno pare avvedersene, a sentire i gridolini eccitati dei ragazzini. Forse è solo una mia idea.
Il laghetto |
Vicino dovrebbe esserci la tomba di un santo sufi, certo Mazar Hazrat Bayzid Bostamy, ma non ho precise evidenze della cosa. Lasciamo la città e ci dirigiamo dunque verso le colline cercando di lasciare alle nostre spalle la confusione ed il caos della pianura. Passiamo diversi posti di blocco a cui si mostrano i permessi di accesso all'area. Si tratta del solito baraccotto, sotto una pianta, con qualche soldato stanco ed annoiato che deve registrare sull'ennesimo inutile registro polveroso, i passaporti e i vari dati e che svolge questa importante pratica con lena e percepibile passione. Poi alzata la sbarra, lasciando andare la pietra che fa da contrappeso, la macchina passa, con buona pace del milite che può tornare a sonnecchiare nella baracca. Bisogna subito sottolineare che con ogni probabilità questa è la zona paesaggisticamente più bella del paese. Una serie di colline scoscese coperte da una foresta fitta e rigogliosa che si estende a perdita d'occhio, con valli profonde e scarpate che si perdono nel verde. Qui, dopo la costruzione di una grande diga, si è formato un lago artificiale enorme, lungo più di cento chilometri che, data la particolare conformazione del terreno, penetra la foresta in mille anfratti ed ha creato un paesaggio di straordinaria e selvatica bellezza. Lungo le sue rive e nei dintorni si nascondono moltissimi villaggi tribali di popolazioni Adivasi, che popolano la zona da tempo immemorabile.
In città |
L'interesse a visitare l'area, oltre alla particolare bellezza paesaggistica, risiede proprio nel fatto di poter accedere a queste comunità che presentano ancora oggi modi di vita ancestrali. La vulgata ha messo in giro la voce che ci sia una certa misteriosa pericolosità ad aggirarsi da soli da queste parti, per gli stranieri, tanto che per arrivarci, come ho detto è necessario munirsi di un relativo permesso, da mostrare ai vari posti di blocco e successivamente, sussisterebbe l'obbligo di essere accompagnati sia nelle passeggiate nei boschi tra i villaggi, sia nei vari possibili giri in barca lungo il lago ed i corsi d'acqua, da un paio di militari armati di classici kalashnikov. Tuttavia la sensazione è di essere in uno dei luoghi più tranquilli e pacifici del mondo e l'obbligo, come ho cercato di appurare con i vari accompagnatori che abbiamo avuto, sembra motivato più che altro dalla necessità di dare occupazione ad un po' di gente, che tra mance e varie ed eventuali, sbarca il lunario. Quindi io non mi impressionerei troppo per questi "angeli custodi" che vi staranno sempre appiccicati ai fianchi, se non al momento di allungargli i classici 100 Taka di mancia al ritorno. Il luogo rimane comunque assolutamente delizioso. Arriviamo a Rangamati alla sera e la notte è ormai scesa sul bosco, che mostra tra gli alberi squarci sul lago sottostante, illuminati dall'argento della luna piena.
Market |
Davvero un luogo idillico. Siamo collocati sulla cima di una collina, fuori del paese e tutto attorno è un risuonare di gorgheggi di uccelli e di frusciar misterioso. Tutto attorno il rumoroso silenzio notturno della foresta a lasciarti immaginare la vita che nasconde, quasi viene la voglia di fare due passi attorno non fosse che senza luce alcuna, magari si finisce in fondo a qualche spaccatura della collina. Meglio mettere sotto i denti qualche bocconcino di pollo fritto che inutilmente avrai chiesto di preparare senza traccia alcuna di spezia, pepe o chilly che dirsi voglia, e che ti infuocherà la bocca al primo morso. E' più forte di loro, alla tua rimostranza dolente, allargano le braccia tra un ciondolio affermativo della testa, con il chiaro significato di: ma se no, non sa proprio di niente! Non c'è quasi nessuno nell'albergo, d'altra parte questa località è molto gettonata specialmente d'estate quandola pianura bolle della calura premonsonica e le famiglie abbienti vengono a cercare refrigerio fin quassù, posto che considerano il loro posto per le vacnze. Adesso godiamoci solo il mistero del buio che ci circonda, domani cercheremo di goderci il lago e quello che può offrire.
Viabilità |
SURVIVAL KIT
Museo etnografico di Chittagong - Situato nella città nuova, è interessante per farsi un'idea dello stile di vita delle tribù che andrete a visitare nelle Hill Tracts. Ricca collezione di oggetti agricoli, musicali, rituali e tessili. Molte vecchie foto e alcune cartine per identificare le zone dove sono disposti i diversi gruppi. Biglietto per stranieri 200 Taka. Calcolate un'oretta.
Oggetti Chakma |
Rangamati- A 77 km da Chittagong, cittadina capitale del distretto delle colline e base per le escursioni ed i trekking tra le tribù della zona. Obbligatorio il permesso che vi procurerà l'agenzia. Per le escursioni, in barca od in macchina ed i trekking, programmati da chi vi accompagna od organizzabili nell'albergo dove risiederete, penserà chi vi accompagna a procurare i militi obbligatori di scorta. Voi dovrete preoccuparvi solo di pagare.
Motel BPC Parjatan Holiday - Fuori dal paese qualche chilometro, ma in bellissima posizione sul lago in alto. Quindi per raggiungere il centro dovrete prendere un tuktuk. Abbastanza nuovo, pulito,personale gentilissimo, AC, TV, frigo, acqua calda. Noi abbiamo avuto una camera molto grande con bella vista sul lago. Colazione abbondante. Camere doppie AC 3000 Taka
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