martedì 12 aprile 2022

Anaborapi?

Carrù - Gran bollito - aprile 2022

 Avrete notato che da qualche giorno mi sono astenuto nel parlar di guerre o altro e non soltanto perché il tema mi sia venuto a nausea a causa delle continue esibizioni guerrafondaie e interventiste da parte personaggi di dubbia moralità e di giornalisti e conduttori che pure avevo in stima. Mi sembra continuamente di vedere le esternazioni dei futuristi davanti al tema della bella morte, dell'esaltazione dell'eroismo e della guerra sola igiene del mondo che si ripete con Carrà davanti alla tela mentre completa di dipingere la sua famosa Manifestazione interventista con la pioggia di manifestini in piazza a Milano, salvo poi imboscarsi in un ufficio non appena si paventò la possibilità di andare davvero al fronte. Al finire della guerra, forse pentito cambiò addirittura stile pittorico, dei futuristi tromboni si perse traccia o passarono direttamente al fascismo come giusto. Laggiù a morire come sempre devono andare solo i disgraziati poveracci, civili che devono rimanere controvoglia sotto le bombe o quelli che non riescono a evitare la leva pagando, come stanno facendo a Mosca e San Pietroburgo i figli dei Russi ricchi che si fanno esentare a suon di odiati dollari. La storia è sempre piena di contraddizioni inspiegabili. Tuttavia, come vi dicevo, la ragione della mia latitanza è diversa e causata da molteplici granette, tutte risolvibili per carità, ma che mi stanno smerigliando i cabbasisi e sulle quali non voglio di certo annoiarvi. Vi darò invece conto di una scappata culturale della quale ho approfittato sabato in occasione di un riabbraccio con i miei vecchi compagni di università. Approfittiamo infatti di queste reunion che di solito sono solamente condite di amarcord lacrimosi, per abbinare qualche cosa che ravvivi l'interesse di un gruppo di vecchi agronomi gaudenti. 

Eccoci dunque alla sede dell'Anaborapi a Carrù, sigla complessa che racchiude l'Associazione degli allevatori dei bovini di razza Piemontese, per capire come rispondere ai molti, che non conoscendo la realtà, fanno campagne interessate o semplicemente stupide e controproducenti contro i "cosiddetti" allevamenti intensivi, ricordatevi, unica soluzione davvero "green" al problema dell'allevamento, analizzando i problemi del benessere animale, di come questo coincida con la migliore gestione del tema dell'allevamento e della complessità della problematica di come nutrire il mondo. Questo centro che si dedica da decenni al miglioramento genetico della razza Piemontese, valorizzando le sue straordinarie caratteristiche che rendono questa carne, in assoluto, la migliore del mondo, come ufficialmente riconosciuto, con la selezione dei giovani tori e la produzione del materiale da riproduzione, oltre alla tenuta del libro genealogico di questa razza e del suo miglioramento. Nel centro non mancherete, se vi capiterà di andarci, visita assolutamente consigliata, la Casa Museo della Piemontese, che con ambientazioni che ne raccontano la storia e spettacolari filmati d'epoca, vi farà ripercorrere una piacevole cammino attraverso il nostro Piemonte. Al termine della visita avrete anche la possibilità di un assaggio delle pregiate carni, la famosa battuta al coltello e una lezione di griglia di una tenerissima tagliata di fassona e non so se mi spiego. Tuttavia non vogliatemene, ma interessarsi di carni piemontesi e trovarsi a Carrù, prevede con un automatismo quasi obbligatorio una ulteriore tappa. Ho capito signora, che Carrù ha un interessante piccolo centro storico di una certa piacevolezza con la splendida Parrocchiale barocca e il castello ben restaurato, ma via il  precipuo interesse del paesello è un altro. Insomma qui siamo nel centro mondiale del Bue Grasso. 

Giustamente se venite da queste parti il mio consiglio è di evitare la famosa manifestazione che si tiene verso la metà di dicembre, interessante solo per gli aspetti folklorici, ma invece meglio usufruire di una giornata splendida come quella di sabato e dopo aver vagato per le spettacolose colline albesi, transitando da Barolo ed aver goduto di questi splendidi panorami, planare infine a Carrù ad ora di pranzo per provare la grandezza del bollito misto alla piemontese, gran piatto unico della tradizione che non mancherà di stupirvi se non lo conoscete, di ammaliarvi definitivamente se siete cultori del sapore di un vero piatto di carne. Di norma sarete invogliati come amusebouche da un assaggio della classica battuta al coltello, piatto che viene enfatizzato nella sua perfezione di semplicità francescana, solo carne cruda, senza condimenti, salvo un sottilissimo filo di olio EVO leggero, per assaporare davvero il gusto unico di questa lieve tenerezza angelica. Poi arriva il gran carrello con i sette pezzi della tradizione, dalla testina al generalmente superfluo salamino. Qui si dibatte a lungo. I veri cultori affermano che questo trionfo di carni dalle diverse marezzature di grasso a seconda del taglio utilizzato, debbano tassativamente essere gustate solo con una parca aggiunta di sale grosso, per poterne apprezzare il gusto vero ed unico di questa specifica razza da carne. Altri fanno notare che la ricchezza tradizionale del piatto è data invece proprio dalle salse di accompagnamento che vengono fornite a coté e che rappresentano un po' il segreto della cuoca. Si va così dal famoso bagnèt verd, al bagnèt rus, in un paio di versioni più o meno piccanti a seconda della quantità di peperoncino in aggiunta, alla salsa al crèn, alle senapi e a molte altre che solo la fantasia del cuoco consente. Insomma una gioia del palato che invoglia a provarle tutte e quindi ad aggiungere al piatto altri pezzi di carne, accompagnati, quaggiù da un nebbiolo di buona qualità. Di norma al termine di questa festa viene servita una tazza di brodo, per sgrassare la bocca. Alla fine solo una torta di nocciole, siamo nell'Albese mica per niente, ricoperta da un classico Sambaiùn (noto santo piemontese assieme a Sant'Honoré), abbondante però, perché di miserie ce ne sono già troppe. Tornerete a casa felici e con la mente sgombra.


Carrà - Manifestazione interventista

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