A Mosca oggi nevica |
Per quanti anni non sarà più come prima? Me lo chiedevo ieri sera leggendo un messaggio di saluto di un amico lontano che mi parlava di vacanze estive da passare sul fiume, da Mosca a Tvijer. Cerco di interpretare, se lo dice senza sapere bene quello che sta succedendo, credendo alle notizie distorte che raccontano di propaganda occidentale o se invece segue la classica tecnica del mimetismo sovietico in cui la cosa principale era "non farsi notare", non dire cose che potevano essere interpretate male, con uno sguardo intorno verso l'alto come per far capire che forse c'erano microfoni in giro. Gli anziani hanno tanta esperienza, quelli russi ancor di più, conoscono quei sistemi a menadito e non si sono lasciati intortare da nuovi corsi. I giovani si comprendono, non li hanno mai conosciuti i sistemi vecchi. Gianni, che abitava là, in un condominio per stranieri, aveva cercato di aggiustare un pezzo di tappezzeria che si era staccato e nel tentativo, aveva anche staccato degli strani fili che si infilavano nell'angolo del soffitto. Dopo meno di un'ora sono arrivati degli "operai" che stavano controllando l'efficienza della rete elettrica del caseggiato e hanno riparato tutto in un attimo. Una mia amica aveva studiato lì e durante una telefonata a casa in cui aveva cominciato a parlare in dialetto astigiano, si è introdotta una voce che ha minacciato:" Se continuate a parlare in questa lingua, stacco subito la comunicazione".
Altri tempi? Diceva l'amico Piero: Saranno pure cambiati, ci sarà certo glasnost e perestrojka, ma vedi la stella rossa sulla torre Spaskaja è sempre lì che dall'alto del Kremlino controlla tutto". Quindi il mio amico forse vedrà anche lui le foto di Bucha, perché anche là chi vuole riesce a vedere tutto, e forse è proprio perché fa due più due, capisce benissimo quello che sta succedendo e mi parla di partite a scacchi al parco o di vacanze estive che stanno per arrivare. Quando sente di foto taroccate e di propaganda occidentale, si ricorderà di certo quando passeggiavamo verso il Dietzky mir e arrivati davanti alla Lubianka mi diceva: Passiamo dall'altro marciapiedi, per favore. Così senza spiegazioni tanto si capiva lo stesso da quel senso di tetra oppressività che quel palazzo squadrato incuteva. Forse se lo intervistano, si guarderà attorno anche lui come tanti e dirà che è d'accordo con lo zar. I sudditi non hanno mai molta scelta. poi quando stai da una parte, hai comunque una posizione da difendere, sei in una squadra, volente o nolente. Quanto al teatro vicino al nostro ufficio gli Spetnaz intervenuti con la mano leggera, avevano ammazzato col gas quasi duecento poveri ostaggi tenuti prigionieri in platea da un gruppo di Ceceni, i Moscoviti non hanno fatto una piega, molti dicevano: "e che si doveva fare?", anzi organizzavano ronde di notte nei condomini di periferia dove si diceva che i culi neri di Grozny organizzavano attentati, che sono stati poi la scusa per intervenire e spianare al suolo quella città tra le montagne del Caucaso.
Quelle atrocità che fanno impallidire quelle odierne, in Ukraina, ma che forse ne anticipano di future, perché quello è lo stile, basta leggersi Il secondo volume di Educazione siberiana, forse avranno pensato che se le sono meritate. Demonizzare il nemico per giustificare tutto, questa è la strada corretta, come dice Sun Tzu: la guerra è il tao dell'inganno. Ma la Cecenia era un piccolo fazzoletto di terra sperso tra i monti, la Siria poi una landa lontana, popolata di selvaggi oltretutto di una religione nemica, crepino pure allegramente, chi se ne frega. Qui, dovrebbe essere diverso, sono fratelli e vicini di casa, magari te ne sei sposato una o tua mamma vive lì, anche lei quando ti telefona disperata che sta morendo sotto le bombe o murata in una cantina tra i suoi rifiuti, ti conta delle bugie? Sono biondi come te, non negri da lasciare affogare tranquillamente nel Mediterraneo, qualcuno ha anche il becco di dire che questi sono migranti veri e quindi vanno aiutati, non come quelli finti da mitragliare sulla battigia o da ammazzare sull'autostrada. Certo basta cambiare angolo di visuale e tutto sembra così diverso, ogni punto di vista, se prima ti sembrava sbagliato adesso appare giusto, non riesci più a distinguere il vero dal falso, la rinuncia giusta da approvare senza infingimento e l'egoistico ragionamento, della razionalità più concreta e pragmatica. No, quando l'incendio ti arriva così vicino e brucia tutto, niente può essere di nuovo come prima, indipendentemente da cosa succederà. Bisognerà ripensare un po' tutto, perché se il tuo vicino ti ha appena ammazzato la mamma, difficilmente domani lo potrai abbracciare con sincerità, anche se ti dirà che è stato obbligato a farlo e che non voleva mica.
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
Nessun commento:
Posta un commento