Antonino Pio da Wikipedia |
Ma sì anche il primo di aprile è passato, ho visto qualche simpatico scherzo sul web, ma mi è sembrato che non ci fosse la stessa voglia di ridere degli anni passati. Anche l'attenzione al mio tentativo di leggerezza politica è passato sotto silenzio quasi totale, ma va bene lo stesso, si vede che la gente è sempre più preoccupata, disillusa, disattenta, in pratica tutti hanno i cabbasisi sfranti da due anni e mezzo di difficoltà sempre più serie e fastidiose che non sembrano arrivare ad una soluzione. C'è in tutti una voglia di leggerezza che però non riesce a concretizzarsi perché su tutto incombe sempre una nuvolaglia grigia che ti mette di cattivo umore anche se avresti voglia di sorridere. Va bene, intanto il mondo va avanti e andrà avanti lo stesso e questi fatti, per noi esiziali, verranno presto dimenticati, una paginetta nel libro di storia, forse neppure o una totale cancellazione se capiterà a seguire qualche altro fatto ancora più terribile e funesto. Chi sa se nel periodo di Antonino Pio, imperatore dimenticato che qualcuno confonde anche col più famoso Pulcino, oltre alla epidemia che aveva colpito Roma e dintorni ci fossero state vitali discussioni nel Senato sulla necessità di dotare l'esercito di nuovi stock di gladi rinforzati e di misura più lunga o se si fosse discusso se era il caso di spostare i legionari sulla frontiera invalicata delle tribù germaniche sempre più selvatiche e arroganti o magari sulla possibilità di affrontare le immense pianure sarmate dove Avari e altri barbari poco conosciuti si affacciavano minacciosi?
Non ci fu neppure il tempo di ricevere una delegazione di Sini arrivata con doni e proposte commerciali e diplomatiche dal lontanissimo regno del Catai, di cui nessuno conosceva l'esistenza se non per i preziosissimi drappi di seta che da quella direzione arrivavano e che gli astuti mercanti dell'Arabia Felix, arrivando dalle terre dell'incenso, dichiaravano come di produzione propria. Dopo un paio di mesi di inutile anticamera, in una Roma cupa e immusonita dalla peste, che sicuramente arrivava pure da Oriente, tanto per cambiare, se ne tornarono nel Catai con le pive nel sacco e nessuno pensò di registrare quel passaggio di cui si sarebbe appunto persa ogni traccia se non ci avessero pensato loro, nei puntigliosi registri annali degli imperi cinesi a scrivere di questa visita infruttuosa, relazionata puntualmente ad un imperatore, scocciato certo, ma poi preso da altri e più importanti affari. Se l'imperatore An Tun di Rom, così venne registrato Antonino Pio, non era interessato a commerciare con la Cina, che si fottesse, loro avevano da pensare già allora all'isola di Taiwan che non voleva cedere all'essere assimilata nel rame di Mangi e pagare regolari tributi. E' così, noi pensiamo che ogni cosa che ci accade sia di importanza enorme per il mondo e invece la maggior parte degli eventi, non parliamo neppure di quelli personali, vengono sepolti nell'angolo della spazzatutra del tempo, con tutte le loro brutture e i loro distinguo di importanza eccezionale.
Sic transeat gloria mundi e poi, fu vera gloria? mah, pensiamo piuttosto al fatto che per la seconda volta siamo fuori dai mondiali, vah, questo sì che conta, per l'orgoglio nazionale e anche per il portafoglio sempre quello nazionale anche se molti, schifati da questi argomenti banali, non ci pensano, ma sono beu milioncini che non arrivano, sponsorizzazioni, premi, merchandising e tutto il resto che ci va dietro. E' tutto PIL che se ne va, che sparisce dai conti e il rapporto deficit/PIL cresce e non ce n'è più per le pensioni, ragazzo, questa è la globalizzazione. Intanto, contando anche i due in cui abbiamo fatto una figura da ciculatè come si dice qui e i due in cui siamo assenti, la prossima volta, sempre che riusciremo a qualificarci, perché qui ormai è una abitudine, saranno venti anni che non ci si vede ai vertici delle competizioni mondiali. Altroché i tempi in cui arrivando in India o nelle zone selvatiche dell'Africa, i ragazzini ti correvano dietro gridandoti Baggio, Baggio oppure Paolo Rossi. Bei tempi, adesso abbiamo avuto praticamente una generazione senza un'Italia di punta ai mondiali. Perdersi l'esperienza di essere in piazza quando dallo schermo gigante arrivava quello straordinario e triplice: Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo! Cosa vuoi che sia l'adrenalina scatenata dalla paura di beccarsi un missile con testata nucleare sulla testa! Sono altre emozioni. Va bene oggi ho già allungato troppo il brodo. Eventualmente ci si becca domani.
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