giovedì 11 aprile 2024

India 5 - Col naso all'in su

Il museo del futuro - Dubai - marzo 2023

 

Il distretto finanziario
Curioso che parlando di India io debba titolare alcuni post riferendomi a Dubai e agli Emirati in generale. Il fatto è che queste realtà sono talmente cresciute di importanza nel mondo moderno, che non si può fare a meno di non inciamparci dentro, dato che sono posizionati proprio al passaggio quasi a mezza via e che nel sistema del trasporto aereo siano diventati uno snodo essenziale lungo la rotta dell'Oriente e non solo, ma oltretutto rappresentino una realtà molto interessante per capire il mondo di oggi e aggiungo io, forse anche di quello di domani. Dunque procediamo in questa giornata tutta dedicata a questa rilucente Dubai, anche se la scaletta preparata con cura da Luisa, deve essere modificata, dato che, causa il Ramadan, la tappa a The Frame deve essere posticipata, visto che non apre fino alle 11. Allora via veloci a vedere se il Museo del futuro è già aperto e soprattutto se ci sono biglietti disponibili per entrare, visto che online era tutto esaurito, quando si è tentata la prenotazione. Siamo propro al centro di uno degli agglomerati delle costruzioni più moderne della città, quelle di fronte alle quali ti senti piccolo piccolo e che ti costringe a stare con il naso all'in su a meravigliarti continuamente della inventiva dell'uomo, al quale, specialmente nel campo dell'architettura, non è mai stato sufficiente il compito di progettare una costruzione che abbia un determinato fine, anzi, in ogni caso la vuole fare aggiungendovi un qualche cosa di artistico, di immaginifico che riesca ad andare oltre alla semplice finalità della costruzione, ma che contemperi sempre un mix tra uso, obblighi dati da leggi vigenti e materiali, magari innovativi, a disposizione e idee che suggeriscano la bellezza, che come si dice non di solo pane vive l'uomo. 

Fatma

E' questo un desiderio insopprimibile, evidente in tutte le attività artistiche, proprio a questo fine inventate dalla natura umana, che unica, riesce ad apprezzare il piacere della bellezza fine a se stessa, che apprezza anche l'inutile, se questo gli appaga il senso del bello, ma evidente proprio nell'architettura, una fetta della progettualità umana che, sulla carta dovrebbe ottemperare solamente alle finalità d'uso e alla tecnologia dei materiali a disposizione e invece in tutti i tempi non riesce ad essere scevra dagli aspetti artistici che forse l'intelligenza artificiale non riuscirà mai a comprendere, almeno speriamo. I grattacieli sono in effetti le cattedrali del nostro tempo e nella maggior parte di questi ci vedi bene lo sviluppo dell'ingegno umano nello sviluppo di forme, linee e sagomature che vanno sempre molto oltre la necessità dell'uso previsto per il manufatto. E bisogna notare che qui siamo tecnicamente in un campo molto più complesso del semplice disegno di un'opera statuaria o di un dipinto, ma in presenza di necessità e obblighi di natura ingegneristica e strutturale che tocca punti che scientificamente molte volte si presentano come terre incognite da esplorare ed interpretare, considerando che alla fine queste opere monumentali e oggi sproporzionate, anche solo per le dimensioni, alla mente umana, devono per prima cosa stare su e non è mica poco. 

Il museo del futuro

Dunque eccoci qua, sull'immensa autostrada che attraversa per il lungo, parallela alla costa, tutta la città in direzione di Abu Dhabi, circondati da costruzioni altissime come in un parco boschivo, circondati da sequoie che ti riducono a minuscolo essere senziente di fronte a giganti creati non dalla natura ma da uomini come te. In mezzo a questo che, di fatto, è il distretto finanziario della capitale, sorge l'enorme costruzione, recentissima nella sua realizzazione, posta come un grande occhio ellittico, vuoto al centro, che guarda appunto al futuro, su di una collinetta ricoperta di erba verde smeraldo, incongrua anch'essa rispetto al deserto in cui fino a ieri ha vissuto questo mondo, dalle linee completamente curve forse proprio in contapposizione alle rette svettanti che la circondano da ogni parte. Questo museo, assolutamente innovativo, dedicato all'intelligenza artificiale, alla robotica, alla realtà aumentata ed ai traguardi che l'uomo si prefigge di raggiungere, ha diverse caratteristiche curiose che non balzano subito all'occhio, conquistato invece subito dalla forma e dalla novità della costruzione. Intanto è completamente foderato da pannelli di acciaio che lo fanno risplendere con bagliori quasi accecanti sotto i raggi del sole che accarezzano le sue curve sinuose, 1024 appunto, come i byte contenuti in un Kbyte, completamente ricoperti da elementi di calligrafia araba che riportano i versi di una poesia composta dallo sceicco al-Maktum che lo ha fortemente voluto e certamente non ha caso è stato inaugurato il 22 febbraio 2022, data palindroma. 

L'atrio di ingresso

Uno di questi versi recita: Il futuro appartiene a coloro che possono immaginarlo, progettarlo e realizzarlo. Il futuro non è una cosa che si aspetta ma si crea. E proprio a questa consapevolezza di un mondo arabo nuovo ed auspicato che conta di promuovere un movimento intellettuale moderno battezzato Great Arabs Minds, che l'opera è dedicata. Una sorta di rinascita illuministica scevra da tradizionalismi negativi che si richiama ai tempi del periodo d'oro di questo mondo, quello che era stato capace di mantenere ed arricchire la nostra cultura classica, mentre il nostro mondo affondava nelle oscurità medioevali. Di norma è preso letteralmente d'assalto dai visitatori di tutto il mondo e adesso vediamo se anche noi riusciamo ad entrare. L'enorme salone di ingresso, posto alla base della immensa ellisse lucente, è di per se stesso un'opera d'arte, con le sue forme curvilineee che sembrano non mettere linee rette e spezzate al suo sviluppo. Al centro c'è il bancone della biglietteria e il bel sorriso di Fatma, così recita la sua targhetta, ci chiede subito i dettagli della prenotazione che purtroppo non abbiamo. Dispiaciutissima la ragazza, con accento oxfordiano ci significa, che certamente ci sono ancora alcuni biglietti per poter accedere, ma sfortunatamente invece dei previsti 149 D, costano il prezzo pieno di 399 D, praticamente un bel centone di eurini a testa che non è proprio pochissimo. 

Realtà o immaginazione salendo

La cosa , mi sembra logico suscita in me, braccino corto per antonomasia, un certo nervosismo. Diciamo che ci guardiamo l'un l'altro decisamente contrariati; certo che essere arrivati così vicini alla ciliegina e rinunciarci dispiace, andare a Roma senza vedere il Papa è sempre una sconfitta dolorosa, d'altra parte darla vinta a chi, profittando della tua dabbenaggine ti punta un coltello alla gola per farti sanguinare il portafoglio, dispiace ancor di più. Mentre discutiamo sul da farsi, la dolce Fatma, smanetta un po' sulla tastiera, qui siamo nel futuro, guai a mostrare soldi liquidi, in pratica ammessi solo schermini luminosi, telefonini o orologi smart pay, e ci informa, benevola, che, approfittando del fatto che qualcuno dei prenotati non si presenta mai, potremmo approfittarne, simulando di prenotare qualcuno dei posti liberati direttamente dal bancone e rientrare nel prezzo previsto per i previdenti, appunto i famosi 149 D, che rappresentano circa un terzo del biglietto, alla faccia di chi ci vuol male e dell'emiro rapace. 

Dalla terrazza

Vorrei abbracciarla, naturalmente, ma il codice di comportamento non me lo consente. Un tocco dello schermino e, conseguentemente alla sottrazione della somma pattuita dal nostro conto in automatico, siamo dentro. Non sto a raccontarvi il contenuto del museo, a partire dall'ascensore cosiddetto spaziale, dalle pareti a realtà aumentata che, come in una navetta ti trasporta all'ultimo piano dove è simulata la stazione lunare e poi via via i piani successivi dove puoi confrontarti con le tante idee di una scena futuribile dei prossimi cinquanta anni. C'è poi la straordinaria sala delle conservazioni dei DNA; le realizzazioni sensoriali e infine il piano con innovazioni possibili, alcune già materialmente fruibili, soprattutto nel campo della robotica, della medicina e delle protesi artificiali. La grande terrazza esterna è un altro straordinario colpo d'occhio sull'attuale e ti fa trovare al centro del futuro già presente delle costruzioni che ti circondano, quinte di uno scenario decisamente eccitante, mentre lontano, sullo sfondo dell'orizzonte leggermente dorato dal sole che sale, la freccia puntata verso il cielo del Burj al Khalifa, con i suoi oltre 800 metri, ti costringe davvero a pensare che se si vuole e naturalmente, se hai il grano, niente è tecnicamente impossibile. La sfida evidentemente continua, solo l'uomo la può limitare.


SURVIVAL KIT

Bicicletta

Museum of the future (MOFT) - Sheick Zayed road, City centre - Dubai - La struttura vagamente toroidale progettata dall'architetto Shaun Killa, contiene le espressioni di quelle che dovrebbero essere le strade del futuro degli Emirati. Ha attrazioni tematiche e si sviluppa attraverso più piani, ognuno dei quali dedicato ad un argomento, dalla conquista del sistema solare, alla robotica e alle varie realizzazioni già oggi presenti in questo campo. Un vasto spazio è dedicato ai bambini con molte attività a cui sono incoraggiati a partecipare. E' giudicato come uno tra i più bei musei del mondo. Io direi che vale la pena non perderselo. Ingresso da 149 D. Ci si arriva sia con la metro (red line) che in autobus (28 e poi 29), ma anche più comodamente in taxi.

La sala Dna

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