da TCI |
Il bello della mente umana percorre strade tortuose, perverse e contadditorie. E' difficile speiegare come mai un anziano, come si dice nell'alessandrino "pén d'mà què", lascio a voi la traduzione, invece di preoccuparsene, rimunginando davanti al televisore, al massimo lamentandosene con i conoscenti o peggio su fb, ormai il rifugium pecatorum dei vecchi assieme ai commenti malevoli su San Remo, sperperi il poco tempo che ancora gli rimane, nella ricerca compulsiva di contatti per organizzare, non già il suo prossimo pellegrinaggio, quello con già i biglietti in tasca, che magari potrebbe essere il suo canto del cigno, ma i suoi futuri spostamenti, fissandone addirittura date ed itinerari, più altri ancora, appena più distanti, tirandoli fuori dal suo carnet dei sogni. Ma pensa a dove andranno a mettere le tue ossa piuttosto! Invece eccolo lì che, mentre controlla gli orari dei voli per l'Oriente, scrive ad un tizio del Caucaso, per modificare un percorso, si lamenta perché non si riesce a transitare in Abkazia o in Ossezia e non parliamo di Nagorno Karabagh, che ancora lì si stanno sparando. E poi se c'è la nave fluvialeda Bariloche tra Cile e Argentina e quanto ci mette e si si può aggiungere un paio di giorni in Paraguay, che i guai son sempre all'erta. E meno male che ci sono contatti interssanti per il triangolo del Vodoo e poi per il Ciad. Ma t'nai meja d'vergogna!
Evidentemente no e non credo sia solamente la smania di cercare di aggiungere qualche ulteriore bandierina, perché la prossima scorribanda himalayana, non ne aggiunge punto, è solamente uno sfogo folkloristico per appagare fame di immagini di colori, di altre suggestive esplosioni emozionali. Oppure qualcuno mi suggerirà appunto che è il modo, ingenuo e velleitario per allontanare il pensiero di quello striscione del traguardo finale che si avvicina ogni giorno di più. Per esorcizzare l'arrivo dell'ultimo giorno, della signora in nero con la quale non puoi neanche proporre l'ultima partita a scacchi, che non hai più la mano e perderesti anche se fosse un ragazzino alle prime armi. Chissà, però è così eccitante sognare, preparare, tracciare linee sulla carta; adesso su Google map per la verità, anzi è ancora meglio, perché con Google hearth, viaggi due, tre o più volte e in questo caso non hai neache le grane della vita reale, i ritardi, i costi, le informazioni sbagliate, i giorni di chiusura proprio in quell'unico momento in cui sei lì. Puoi emozionarti solo pensandoci come quando ragazzino avevi occhi solo per le bellissime fanciulle che ti scorrevano intorno, con le gonne svolazzanti mentre la primavera fioriva. E di certo vedere le cose più belle ed interessanti di quanto non lo siano poi nella cruda realtà. Perché poi, non mi ricordo anche se mi sembra che fosse bello.
La vita nell'immaginazione è sempre più appagante e priva di difficoltà. Solo lì puoi essere davvero solamente un viaggiatore o come dicevano nel medioevo, quando se la dovevano fare tutta a piedi, un camminante. O un mercante che girava per il mondo, su cavalli o cammelli o peggio su navi approssimative, si diceva al felice arrivo di..., cercando di spingersi sempre un poco più in là, per trovare occasioni, opportunità e intanto sapeva stupirsi di tutto il nuovo che incontrava, lo iscriveva nella sua mente, lo paragonava, ne faceva tesoro, più di quanto gli importasse la conta dei dobloni e dei lapislazuli che appesantivano le sue tasche. Forse, ma non è detto, che bisogna sempre tenere un piede nella realtà e il mercante è azzardato ma non stupido, ci avrebbe anche rinunciato, pur di avre una nuova avventura, un inaspettato incontro, una rivelazione di un luogo mai visto. Progettava itinerari, Marco Polo diciassettenne, prima di partire per il Catai o correva solo dietro alle belle veneziane, che allora si diceva fossero particolarmente disinibite ed è partito solamente èer un caso, una di quegli incroci del destino che il Fato ti getta tra i piedi e qualcuno raccoglie ed altri invece no. O sognava invece di accostarsi a femmine lontane con gli occhi simili a fessure, che si infilavano nelle yurte guardando se lui le avesse seguite, con promesse di esotici incontri, di sconosciuti intrecci?
Questo anno cade il settecentenario della morte del grande veneziano, viaggiatore, letterato, avventuriero, etnografo, a soprattutto mercante e fine conoscitore di popoli e di terre lontane. E' uno dei personaggi che più ho ammirato e certamente invidiato della nostra storia. Uno che può dire di non aver vissuto invano, riuscendo anche a lasciare un gran ricordo di sé, altra universale aspirazione a cui la maggioranza delle genti sa di dover rinunciare. Quando ero bambino, il regalo che maggiormente avevo apprezzato era un grande atlante scolastico che conservo tutt'ora. Rimanevo ore a guardarne le pagine compitando nomi incogniti che sapevano suscitare immagini esotiche e immaginifiche. Kamchatka, Pamir, Vilcabamba, Moorea, Lusaka, Sakalin, lago Ciad e davanti agli occhi mi si formavano fondali alieni, inesistento forse, ma molto stimolanti che accoppiavo poi all'album di figurine, Le Razze Umane, oggi di certo dizione sgradita, l'unico che sono riuscito a completare. E poi passavo allo Scientifico Novissimo Melzi dove in mezzo alla carta dell'Africa, c'erano ancora spazi completamente bianchi, incogniti! Sarà una malattia genetica? E se no, cosa l'ha provocata? Di certo non è una cosa che passa, neanche con cure forti o tramite l'aiuto psichiatrico. Scusate ma vedo che mi è appena arrivata una mail da Tbilisi. Lasciatemi andare a vedere, se si è trovata soluzione ad un mio dubbio e si è aperta una finestra temporale percorribile, poi, però bisognerà dare anche un'occhiata al portafoglio e definire dove fare lo stop tra Delhi e Vrindavan.
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