martedì 6 febbraio 2024

Buddhismo in Himachal Pradesh

 

Ah l'India! Terra di feste e di raduni oceanici di folla e soprattutto terra di passioni e di religioni. Credo davvero che per tuttti quelli che si dichiarano addicted di questo mondo, uno dei fondamentali sia proprio dato da questo aspetto, Certo bellezze naturali, architettura antica sedimentata attraverso i millenni e situazioni etnografiche che sono ormai perdute nel resto del mondo, la rendono attrattiva, ma il legante insuperabile che sta poi anche alla base di tutti questi motivi appena elencaati è porprio questo dispiegarsi inarrestabile delle religioni, anche le più varie e spettacolari e che trovi solo da queste parti. Vanno in ogni direzione, partento dai culti animisti più bizzarri delle popolazioni Adivasi, che popolavano il subcontinente prima dell'arrivo degli Arii da nord, alla galassia induista, dei trecento milioni di dei che poi possono essere però condensati anche in una unica anima panteistica che è presente in ogni cosa, in ogni albero o masso che circonda ogni villaggio e che la mentalità un po' più naif del popolo ha bisogno di aggregare attorno a simboli concreti a nomi di Dei specifici di un pantheon multicolore da blandire a i quali sacrificare, così come le comunità antichissime di Parsi adoratori del fuoco. Questa è poi la terra del Buddha e della sua predicazione che da qui si è sparsa a macchia d'olio in tutta l'Asia, mutandosi in cento varianti diverse. 

Infine l'ultima invasione è stata quella delle religioni monoteiste che hanno voluto la loro parte spesso imposta con la protervia dei conquistatori. Insomma ce n'è per tutti i gusti, con un conseguente rutilante calendario di feste che più soettacolari non si può. Difficilmente potrete programmare un viaggio in India senza incappare in una di queste e di conseguenza essere accalappiato dalla sua spettacolarità e dal suo coinvolgimento. Come vi ho detto quindi anche questo nostro ultimo approccio al subcontinente avrà questo tema fisso, vivendo prima la realtà dell'Holi induista e successivamente del grande raduno Sikh nell'Hola Mohalla del Punjab. Ma non è finita qui, infatti per non farci mancare niente l'ultima parte dell'itinerario prevederà un magnifico percorso nell'Himachal Pradesh, lo stato ai piedi della più imponente catena montuosa dle mondo, Una terra benedetta ai piedi dell'Himalaya che ci porterà fino al cuore della religione, che pur nata in India è rimasta poi qui negletta e molto minoritaria, il Buddhismo. La parziale rinascita di questo movimento presente solo in territori marginali come il Ladakh che in effetti non è altro che una propaggine del Tibet, non per nulla è tuttora in parte reclamato dallo scomodo e potente vicino cinese, è avvenuta proprio nell'Himachal Pradesh a causa della fuga del Dalai Lama dal Tibet dopo l'annessione cinese degli anni '50, seguiita da un congruo numero di profughi suoi seguaci. 

Infatti è proprio a Dharamsala che si trova il quartier generale del governo tibetano in esilio e che rappresenta al giorno d'oggi il punto focale di quel Buddhismo tibetato, a sua volta variante estrema del Buddhismo classico che già si era diviso in Grande e piccolo veicolo. Perché questo è il destino delle religioni, non appena i limiti temporali dalla fondazione si dilatano, schiere di discepoli e seguaci si peritano di imporre varianti su varianti che immediatamente si mettono in lotta, soprattutto con quelle più vicine e similari, spesso e violentieri in maniera violenta e sanguinosa. In Tibet si era quindi imposta quella cosiddetta Vajrayana o del Veicolo di diamante, a volte detta Mantrayana o anche Buddhismo tantrico, che viene da sempre considerato genericamente come Buddhismo tibetano. Naturalmente anche qui la galassia si è poi allargata alle scuole più varie, spesso identificate col colore dei cappelli. Quella attualmente imperante, dopo lotte sanguinose nei secoli passati, ma anche in tempi recenti, che ha praticamente soffocato tutte le altre è quella dei Cappelli Gialli a cui appartiene il Dalai Lama. Ma ho letto che qualcuno parla di quattro scuole maggiori e otto minori, solo nella variante tibetana, differenziatasi già a suo tempo da quella mongola. 

Insomma una confusione nella quale se non siete assolutamente competenti rischiate di perdervi, così come se voleste pretendere di distinguere tutte le varianti dell'Islam o della chiesa Cristiana. Ma noi non non vogliamo certo perderci questa realtà presente a Dharamsala, dove mi dicono sia possibile anche essere ricevuto dal Dalai Lama in persona, anche se in cerimonie collettive, ci mancherebbe. Vedremo se sarà possible. D'altra parte questo tipo di spiritualità proprio di fronte alle vette più alte e maestose del pianeta, ha un suo  fascino particolare e poi si sa: tutto quanto fa spettacolo come diceva una famosa trasmissione televisiva della mia giovinezza. Cercheremo quindi di approfittare il più possibile anche di questo iulteriore aspetto, cercano di assorbire il più possibile, sensazioni, con particolare riguardo al lato emozionale della cosa, perché di certo non avrei la pretesa o l'arroganza di volerci capire qualche cosa di davvero profondo. Bisogna inoltre considerare che l'aria fine delle vette toglie ossigeno al cervello, già di capacità ridotta a causa dell'età che uccide ogni giorno neuroni e quindi predispone maggiormente alle vertigini mistiche, ma il salmodiare dei monaci ad alta quota, il tinnare delle campanelle ed i battiti sui gong dei batacchi di osso umano, sono comunque prodromici all'introduzione di nuovi ritmi circadiani e vedere, sentire, immaginare, non guasta mai, anzi secondo me vale sempre la pena. Almeno questo avevo riportato a casa dalla mia scorribanda in Tibet che risale a quasi venti anni fa ed alle altrettanto interessanti visite nei regni himalayani del Sikkin e del Bhutan. Insomma direi che di carne al fuoco ce n'è moltissima e anche se il momento di salire quella scaletta (non quella che conduce all'empireo ma solamente al sedile prenotato sull'aeromobile) è ancora lontano, purtroppo. 



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