dal web - Contraddizioni |
L'uomo è fatto di contraddizioni, sostiene una cosa, poi ne fa un'altra e senza neppure rendersene conto o porsi degli interrogativi. Io per esempio, parlando di viaggi, tanto per cambiare, ho un po' questa fissa, quella di voler incrementare ancora un po' le 114 bandierine dei paesi visitati. Lo so che è un po' puerile, ma d'altra parte la mania collezionistica, fa parte del maschio medio in generale e quindi non prendetemi troppo in giro per questo. Quindi visto che il tempo a disposizione per incrementare questo numero diminuisce di giorno in giorno, sarebbe logico che mi adoperassi in quella direzione. Invece ecco qua che il prossimo progetto, eh sì perché se non si continua a fare progetti ed a tentare di realizzarli si finisce in quel limbo di pigrizia afasica che ti conduce piano piano verso il riposo definitivo, va a contraddire in pieno quanto appena detto. Mi direte ma se hai appena finito di raccontare la tua cavalcata coreana, fermati a pensare, a raccogliere le idee, a meditare su quello che hai appena fatto. Eh no, miei cari, non voglio dire chi si ferma è perduto, che suona così male di per sé, ma davvero la progettualità è alla base della vita e su questo non bisogna mai demordere. Poi, ho sempre sbandierato che (per quanto possibile). io non ami tornare in paesi già visti e invece questa sarà la dodicesima volta che parto in quella direzione.
Altro che contraddizioni! E' pur vero che quel paese è così vasto che ne rimane sempre lunga parte incognita da vedere. Certo i biglietti che ho già in tasca da un mese, mi porteranno verso una terra già battuta innumerevoli volte, su vie che si potrebbe anche dire conosciute. Eppure non è così, innanzitutto le strade del mondo sono sempre nuove per chi ne vuole conoscere aspetti particolari o secondari o semplicemente diversi ed inoltre certe sensazioni, anche se già provate, se ci sei particolarmente attratto fungono da magnete irresistibile, della serie non ne hai mai abbastanza, come si si trattasse di una vera e propria droga psicologica. Dunque il vento dell'est, spira forte anche questa volta e mi porterà verso quell'Oriente insindacabile che ha condizionato almeno in parte la mia vita e mi porterà di nuovo sulla rotta del Veneziano, quella del suo ritorno, quando carico di onori ed esperienze volgeva la prora della sua nave verso quella laguna allora nel pieno della sua potenza che gli avrebbe tributato grande ammirazione, visto che quest'anno corre il settecentenatio della sua morte. Sarà questo un viaggio attraverso un aspetto un poco onirico di quel mondo, che per la verità si sta rivolgendo verso altre direzioni e forse è anche giusto così, ma conserva dentro se stesso, e di certo ancora a lungo, angoli mistici e di grande attrattiva che mi attirano sempre morbosamente.
Il tema sarà quello delle feste religiose, del raccogliersi di folle incredibili, guidate da quella sorta di follia collettiva che sembra dominare i grandi assembramenti creando quelle vibrazioni uniche, che sono poi quelle che ti porti a casa e che ti rimarranno dentro per sempre. Chissà perché io sono sempre stato attratto da questo aspetto, da quella forza collettiva che sprigionano i grandi assembramenti, in particolare quelli religiosi; il riuscire a toccare con mano ed a considerare come un sentimento collettivo riesce a condizionare gli animi umani e condurli quasi ad un senso di follia disponibile, se guidato da menti malevole a fare cose che l'uomo da solo non farebbe mai. Questo aspetto mi ha sempre affascinato. Il mio interesse nasce forse dalle letture manzoniane in cui il tema della folla e della sua forza anomala è così acutamente trattato. Il come, l'accorparsi di singoli uomini, magari deboli e privi di potere individuali, spesso di limitate capacità di pensiero, messi assieme sprigionino una forza, spesso malevola e distruttiva o anche solamente spititualmente potente, è difficile da spiegare razionalmente ma è così ben raccontato nei Promessi sposi, da rappresentare un lettura sempre basilare per chiunque sia interessato a queste cose.
Sono spesso stato in alcuni dei più grandi assembramenti del mondo e sempre ne sono rimasto, colpitissimo, emozionato, affascinato. Purtoppo non potrò mai andare alla Mecca, magari in un altra vita. Per il momento cercherò di vedere questa volta un paio di manifestazioni che mi dicono davvero uniche e cogenti, una di queste appena sfiorata anni fa, l'altra che si svolgerà in una città che da tempo desideravo aggiungere alla mia collezione di luoghi santi visitabili. Mi sto attrezzando per vederle entrambe, il più possibile dall'interno; con spirito partecipativo dunque ho cercato abiti adatti alla bisogna e sto aspettando che il corriere mi consegni una protezione speciale per l'attrezzatura fotografica. Ma tranquilli che allo stesso tempo sono già attivo alla ricerca della messa a terra dell'itinerario successivo, questo sì che sempre ad est, mi porterebbe su vie del tuttto nuove e sconosciute. Insomma qui non si dorme mica. Anche molto di questo è già stato fatto perché chi si ferma è perduto e in questo secondo caso si tratta slo di riesumare tracce già preparate e previste prima che arrivasse la peste che ci ha rubato tre anni di vita. Ma di questo si parlerà se concretizzerò, più avanti. Poi invece sarà quasi ora di partire e anche questa volta, io, speriamo che me la cavo. Magari nei prossimi giorni comincerò a raccontarvi qualche cosa di più approfondito su quanto intendo vedere e vivere sul campo.
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