giovedì 8 ottobre 2009
Una mattina a Mbabane.
Oggi indovinello geografico, visto che, causa schiena, non ce la faccio ad andare a cercare una diapositiva nel cumulo degli scatoloni del passato. Qualcosa bisogna pur offrire ai lettori, se no si stancano di storielle e lamentazioni varie. Dunque, lo Swaziland è uno staterello africano, incastrato tra il Mozambico ed il SudAfrica, grande più o meno come le province di Cuneo e di Torino messe assieme. Colline digradanti, foreste basse, terra rossa, povertà e malattie come nell'Africa che lo circonda. Forse qui i conflitti sociali sono meno esplosivi, probabilmente a causa del fatto che è governato da una monarchia assoluta e quindi se qualcuno ha qualcosa da dire, alza la mano così gli rompono subito la testa e la cosa finisce lì. Lo si attraversa in una giornata e se non ti fermi in qualche riserva faunistica ad osservare gli animali, non ti resta molto da vedere. Siamo arrivati a Mbabane, la capitale, di prima mattina. La cittadina stesa pigramente sui fianchi di una serie di basse colline, si stava svegliando con le cime delle case più alte che emergevano lentamente dalle nebbie. Poca gente per le strade che, a poco a poco prendevano vita con le caratteristiche africane di sempre, rumori, allegria, odori, lento fluire del tempo. Niente di particolare da segnalare, ma una cosa ci colpì. Anche qui, come in molti stati a monarchia assolutista o quantomeno dove il capo dello stato ambirebbe a questa condizione di potere assoluto, da ogni parte, campeggiavano grandi cartelloni di sei metri per tre che raffiguravano il re, sorridente ed in abiti regali, sul trono accampagnato dalla prima regina. (Ah sì, oltre alla regina ufficiale, come in molti altri posti simili del resto, il re ha un intero harem di giovani fanciulle, seconde regine , diremmo, ma ad ogni festa, che conduce con grande sfarzo nel suo palazzo reale, ne invita altre, tra le quali sceglie sempre una ulteriore regina provvisoria con cui trascorrere lietamente la serata). Potremmo dire che questo re non ha molto a cuore le sorti del suo paese devastato tra mille altre nequizie dalla piaga dell'AIDS, con una delle percentuali più alte dell'Africa. Invece, guardando con attenzione i grandi cartelloni di cui vi ho parlato, notammo che non erano soltanto elogiativi dei meriti del sovrano, come capita altrove, ma che gli augusti reali si prestavano ad una importante campagna. Infatti, sia in inglese che in swati, recitavano, "proteggiti dall'AIDS, anche noi usiamo il preservativo", che infatti, colorato in rosso, faceva bella mostra tra le mani dell'augusta coppia. Selvaggi, direte voi, ma l'esempio che arriva dall'alto, nel bene e nel male secondo me, serve. Ma basta parlare di capi di stato che controllano l'informazione, d'altronde ormai sono rimasti pochissimi, Corea del Nord, Iran, Cina, qualche stato africano e pochi altri e veniamo invece al quiz che era il vero scopo della chiacchierata. Senza aiutini eh! Come si chiama la moneta dello Swaziland e soprattutto in lingua swati, quale è il suo plurale? Solita Nutella virtuale in premio e vediamo se almeno questo vi smuove.
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2 commenti:
sono gnurantttttt...chi mai l'ha sentito sto Swaziland....spero che qualcuno sia più erudito di me ;-))
ciaooo!!
pensavo che l'indovinello avrebbe chiesto quale paese europeo ti ricorda lo swaziland..ma effettivamente noi in europa siamo molto piu' socialmente evoluti..
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