venerdì 12 dicembre 2014

Tramonti a Sittwe


Sittwe - Lokananda Paya


Sittwe - Uccelli
Ci sono due enormi alberi proprio verso la fine della polverosa Main road di Sittwe. Le loro cime superano quasi di poco la terrazza al quinto piano dello Shwe Thanzin Hotel, un albergo cinese piastrellato dalla testa ai piedi da cui puoi vedere di scorcio tutta la strada. Certo, anche se la balaustra di colonnine lucide è tutta cosparsa di cacche, rimane un punto di osservazione privilegiato, quando scende la sera e la palla dorata del sole scende proprio dietro la Lokananda paya, incendiando il cielo di rosso mentre lo zedi della pagoda lontana lancia barbagli dorati tutto attorno. Forse questo basterebbe come motivo sufficiente per salire fin quassù quando cala la sera, ma lo scopo vero è un altro. Anche se è ormai quasi buio, basta aguzzare un poco la vista e subito scorgi tra il fogliame lussureggiante di quegli alberi che hai proprio di fronte delle strane cose nere appese ai rami, a grappoli, come frutti abnormi di una flora da paesaggio infernale, quasi una fantasia di qualche affrescatore medioevale di chiese, intento a descrivere paesaggi di un mondo di pene e di macabri riferimenti a meritate punizioni per i reprobi. Guardando meglio, sembrano proprio galline appese per i piedi a testa in giù, nere come la pece, frutti affumicati di un negozio di materiali esotici. Intanto, si addensano tutto attorno svolazzando a stormi, migliaia di uccelli neri, corvi o taccole gigantesche, superdotate che svolazzano posandosi sui rami degli alberi vicini, ricoprendo di penne nere le grandi palme che stanno tutto intorno e che invaderebbero senz'altro anche la terrazza, come denunciano chiaramente le loro tracce escrementizie dei giorni appena trascorsi, se non fossero disturbati dalla nostra presenza. 

I pipistrelli di Sittwe
Almeno così sembra, perché man mano che cala il buio, i loro voli radenti e le loro strida assordanti si fanno sempre più vicini alla testa; non puoi non pensare agli Uccelli di Hitchcock. Quando il buio è quasi completo, gli scarni lampioni e le misere luci dei negozietti che si affacciano sulla strada emanano un debole chiarore giallo che a malapena consente di vedere i marciapiedi sconnessi; i corvi si fanno ancora più aggressivi e cominciano ad invadere i rami alti dei due grandi alberi. Allora i simulacri neri appesi a quei rami cominciano a muoversi dapprima lentamente, allargando prima una larga membrana scura, poi l'altra, infine contorcendosi come chi si stiri pigramente prima del risveglio completo, poi d'un tratto e quasi tutti contemporaneamente, queste gigantesche galline nere, lasciano la loro presa sul ramo e si lasciano cadere nel vuoto prendendo un volo strano e a balzelloni, incongruo per animali apparentemente così pesanti e sgraziati. Sono giganteschi pipistrelli frugiferi, che assicurano docili e assolutamente inoffensivi ancorché impressionanti, che vivono solo qui, su questi due alberi e quando cala la notte se ne vanno in cerca di frutti maturi da succhiare. Ad ali larghe arrivano quasi a un metro, è una bella impressione. Quando poi, scendi la ripida scaletta per riguadagnare la strada, è quasi cessato anche lo stridore dei gracchi, tocca a loro adesso dormire in questo strano condominio in cui gli abitanti si dividono le camere ad ore. 

Sittwe - Per chi ama le trippe di maiale
Certo arrivare a Sittwe non è facile, bisogna averne voglia, pure è l'unico punto di partenza per poter viaggiare nel Rakhine, lo stato più occidentale della Birmania, così isolato e diviso dal resto del paese da una catena verticale di monti. Lussureggiante e piovosissimo, più Bengala che Birmania, nella sua geografia e nei suoi abitanti che comprende anche una folta rappresentanza mussulmana, per nulla gradita ai pacifici buddhisti che per questo la emarginano decisamente, in particolare i Rohingya, poverissima e dannata minoranza della minoranza, arrivati al tempo degli inglesi e considerati clandestini e pesantemente discriminati e privati di ogni diritto (almeno così dichiarano loro) anche se sono lì da due secoli. Ma si sa, c'è sempre qualcuno più a sud nel mondo. Il Rakhine è rimasto così isolato, dalla assoluta mancanza di strade e dalle barriere naturali, tanto che in pratica ancora adesso ci arrivi solo in aereo, un bimotore della Air Mandalay che ti fa pagare per il biglietto un prezzo di assoluta affezione. L'aereo fa uno scalo a Ngapali dove qualche vacanziero approfitta della spiaggia e poi con un ultimo balzo sopra risaie, canali e bracci di fiume che dividono tra di loro mille e mille isolette, arriva a Sittwe, più paese che città, eppure capoluogo dell'intero stato. 

Sittwe - Alla spiaggia
La padrona dell'albergo, messa sull'avviso, viene addirittura a prenderci direttamente nello stanzone dell'aeroporto dove arrivano anche i bagagli. Da qui tutti cercano di scappare al più presto e invece la pigra cittadina che ancora non si misura con le orde di turisti che stanno invadendo il resto del paese, è piena di punti di interesse. Basta camminare un po' lungo la Main road, dove neppure i ciclorikshò ti importunano. Più o meno a metà, lo scheletro della vecchia torre dell'orologio, punto di riferimento che gli inglesi ponevano per identificare il centro, seguita poco dopo da quella nuova, costruita di recente in omaggio alla tradizione. Poco più in là, vicino al povero e polveroso, ma frequentatissimo dai ragazzi locali, museo, la grande Moschea, un edificio imponente e barocco, anche se scrostato e ricoperto dalla muffa del monsone. Non vi si può accedere; dopo i disordini di un paio di anni fa, l'edificio è stato preso in consegna dai militari che attualmente la occupano. Il soldato di guardia all'ingresso tra due cavalli di frisia, fa un cenno di diniego con la mano, anche se senza tanta convinzione, senza alzarsi dalla sedia, come fosse stanco di stare di guardia al bidone. Nella zona buddhista invece c'è un festival. 

Sittwe - Innamorati al View point
Di fronte allo Shwezedi Kyaung e al vicino monastero, un grande spiazzo di terra battuta è occupato dalle bancherelle della festa e dalle giostre per i ragazzini, tutte rigorosamente a mano. Frutta, fritti, griglie e quanto di solito è presente alle fiere di paese, ragazze che girano a gruppetti pavoneggiandosi nei vestiti nuovi, ragazzi che le occhieggiano sui motorini poco lontano mandandosi messaggini sullo smartphone. Bisogna però spingersi un po' più in là, sulla grande spiaggia per vedere tutta la gioventù della città radunata, coi piedi nell'acqua a giocare, a rincorrersi, a scherzare. La marea risale a poco a poco e guadagna centinaia di metri della lunghissima spiaggia piatta in poco tempo. I piccoli bar stanno al limite della battigia. In tanti ti salutano o vogliono farsi una foto con te da postare subito su FB. Omologazione ragazzi, il mondo sta diventando sempre più piccolo e se vai al faro al view point, anche qui il sole incendia le nuvole sopra il mare che da qui appare persino azzurro e sul molo le coppie di innamorati sono sagome nere identiche a quelle dei loro coetanei di tutto il mondo.


Offerte al tempio
SURVIVAL KIT

Uno scatto sulla spiaggia di Sittwe
Nella stagione delle piogge il Rakhine è inagibile, spiagge comprese. In alta stagione un paio di compagnie fanno il volo da Yangon (340$!!!!) spesso con tappa a Thandwe (una baracca su una strip di asfalto) per la spiaggia di Ngapali. Baracchino per il centro dall'aeroporto 1000K, ma se avete prenotato è facile che vi vengano a prendere e vi riportino all'aeroporto, incluso nel prezzo.

Hotel Shwe ThanzinNo.250, Main Road, Kyae Bin Gyi Quarter, Email: sittwe@shwethazinhotel.com 50 $ , ovviamente sproporzionati per questa qualità di albergo, ma non c'è altro e quindi ne approfittano. Tuttavia il personale è gentilissimo, come sempre. Questo (dalla terrazza) è comunque il punto migliore per poter assistere allo spettacolo del Bat Tree proprio di fronte. Colazione basica come le camere piccoline e se danno sulla strada piuttosto rumorose. Free Wifi. Da e per l'aeroporto incluso.  Si può andare a piedi in centro. Niente ascensore, scale ripide, attenzione.

Jama Mosque - Attualmente non è visitabile, si può fare il giro da fuori . sulla main road di fianco al Museo.

Rakhaing Cultural Museum - 2.000K - Non molto interessante, polverosissimo, con qualche costume delle minoranze, modellini dei templi di Mrauk U e modelli di acconciature.Se proprio avete un'ora da far passare. Sempre sulla Main road anche le due torri dell'orologio.

View point e vicina spiaggia. Si può andare con un baracchino 1000K. Per vedere il tramonto, abbastanza spettacolare dal faro. Ristorantini e bar vicini.



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2 commenti:

cristiana marzocchi ha detto...

Sempre piacevoli i tuoi racconti di viaggio.
Non me li perdo, ma è inutile che li commenti : dici tutto u, e bene.
Cristiana

Enrico Bo ha detto...

grazie Cri!

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