martedì 23 dicembre 2014

Mercati di pesce e di riso

Tramonto a Mrauk U



Ciclotaxi in attesa al mercato di Sittwee
Lasciare Mrauk U all'alba e lasciarci un pezzo di cuore. Ce l'hai lì di traverso, la spina che ti ha trafitto ieri sera su una collinetta di fronte alle tozze cupole nere del Ko Thaung, il luogo preferito da chi vuole godere l'ultimo tramonto. C'erano otto persone in tutto sedute sull'erba, forse i soli turisti presenti in zona, mentre il bosco attorno, piano piano si scuriva e le guglie delle pagode lontane allungavano la loro ombra appuntita sulla valle. Una mandria di zebù bianchi, in una lunga fila, segnavano il sentiero sotto di noi. Un paese senza luci, dove camminare nelle strade senza una pila è un'avventura, eppure in giro  pieno di gente che cammina, che si muove in bicicletta o in motorino evitando di finire nelle buche o nei fossi. Se alle spalle si avvicina un frastuono, è solo un grosso camion col cassone carico di ragazzotti con la zazzera e i ciuffi tagliati a spazzola e colorati di biondo che saltano e ballano mentre due enormi casse nere, sparano a palla il pop-rock birmano, il residuo di un rave durato tutto il giorno e la notte precedente, quella di luna piena. Da Moe Cherry un trans gentilissimo e con ancheggiamenti languidi, mi aveva poi servito dei mediocri noodles e maiale, lanciandomi occhiate ferine. Anche adesso che è mattino, le stradine del centro sono già piene di gente che va verso il mercato. Al molo c'è in attesa il traghetto rapido per Sittwe, questo ci mette solo un paio d'ore e costa 3 volte tanto, ma stare impiccato su questo sedilino pensato per chiappe birmane, non è agevole e la barca è tutta chiusa da paratie di ferro rugginoso come una scatola vecchia di sardine e ti fa rimpiangere il barcone governativo lento e sonnacchioso che scorreva lungo le rive, fermandosi ad ogni paesetto e facendotene godere la vita. 

Banchi di pesce secco
Certo che alle 9 sei già arrivato, il tizio del baracchino ti aiuta con le valigie lungo la passerella tremolante. Si è portato dietro il figlio di una decina d'anni, che va a scuola e ha qualche parola d'inglese da spendere,  ormai valido aiuto che deve contribuire al business paterno per portare a casa la pagnotta. Al confronto con la sonnacchiosa Mrauk U, anche Sittwe, con la sua main road asfaltata, sembra una metropoli e il suo mercato pare davvero avere le dimensioni da grande città. In tutta la parte classica di masserizie, stoffe e vestiti, frutta e verdura, non differisce un gran ché da tutti gli altri, ma in due parti è davvero specifico e interessante. Il mercato del pesce, che si affaccia sul fiume è uno dei più vivaci del paese. Decine di barche di pescatori ci arrivano fin dal mattino presto e scaricano il pescato sui piccoli moli circondati da scarti ed immondizie. Tutto viene subito smistato attraverso varchi strettissimi e corridoi coperti, ai vari negozianti che lo espongono con cura sui banchi. Senti le grida dei venditori che richiamano le donne al passaggio, mostrando la merce migliore; altri puliscono con cura i pesci dalle lische, altri ancora tagliano i più grandi in grossi tranci che espongono poi con cura in piramidi ordinate. Di qui i molluschi, di là anguille ancor vive e aguglie sottili, granchi rossi, canocchie e cestoni ricolmi di gamberetti. Poco più indietro c'è tutta la sezione del pesce seccato e qui, se prima avvertivi un certo qual profumo di mare, seppure un po' irruvidito dal puzzo di fogna e di interiora giacenti da giorni, ora dai mucchi di  merce sale un tanfo micidiale che ti aggredisce al naso in maniera violenta e ti fa percorrere l'area con una certa fretta, tra i sorrisi di compatimento dei venditori. 

Mercato del pasce
Quando non avverti più di tanto il disagio, vuol dire che o i tuoi recettori si sono parzialmente anestetizzati o che ne sei fuori ed incomincia un altro grande mercato, quello del riso. Qui si commercia sia all'ingrosso, in magazzini più ampi ricolmi di sacchi impilati, che al minuto con una ordinata mostra di tanti contenitori aperti per mostrare le molte varietà di riso disponibili, dal migliore dai chicchi grandi e puliti, a quelli meno pregiati, fino alla spezzatura. Su ogni mucchio troneggia il pentolino che funge da misura di capacità, vista l'assenza di bilance. La merce arriva e se ne va in continuazione, in un via vai di carretti trainati a mano che fanno lo slalom tra la folla nelle strette stradine, mentre i conducenti chiedono strada con il curioso rumore fatto a labbra chiuse, quello con cui noi richiamiamo i gatti. Poi viene l'ora di andarsene anche da qui. Ancora due gamberoni in tempura da MV seafood, un succo di papaya e poi lo stanzone dell'aeroporto ad aspettare l'aereo ad elica per ritornare a Yangon, strizzati tra valigie, sacchi e pacchi di ogni genere, tra ragazze sorridenti che si strizzano per tenere meno posto possibile e americani ingrugniti e spocchiosi che occupano tre posti ciascuno, tra computer aperti, perché bisogna continuare a lavorare fino all'ultimo anche mentre si fa la coda, cibarie varie e bicchieri di caffè bollente, spostati poi qua e là e che finiscono inevitabilmente rovesciati nella massa che spinge, imbrattando ogni cosa ci sia intorno. Le piccole isole verdi, i bracci di fiume che diventano mare, le strisce di sabbia bianca, sono le ultime cose che afferri dall'alto mentre entri tra le nuvole e cerchi di mantenere fermo il ricordo di Sittwee e portarlo via con te.
Il molo dei pescatori

SURVIVAL KIT

Sittwee - Un pescatore
Traghetto da Mrauk U a Sittwee - Se volete guadagnare tempo e non gradite le 6 ore necessarie al traghetto "del Governo" (comunque assolutamente più consigliato da fare almeno per una tratta, all'andata o al ritorno), ci sono diverse barche private rapide che fanno il viaggio in circa 2 ore. Costo 20.000 K, ma molto più scomodo e secondo me anche meno sicuro. Al biglietto ci pensano dall'albergo. Per i frettolosi, poiché parte al mattino presto, all'incirca alle 7, potete guadagnare una giornata arrivando a Sittwe con largo anticipo sul volo che di norma parte nel pomeriggio, evitando quindi un pernottamento, se avete già visto tutto quello che c'è da vedere nel giorno in cui vi siete fermati all'andata.

Il mercato centrale di Sittwee. Situato sul fiume nella via parallela alla Main Road. Da vedere la parte dedicata al pesce la mattina presto e quello del riso, diversi dai soliti mercati che si incontrano nelle altre città. Ci si arriva facilmente a piedi all'altezza della torre dell'orologio.

MV Sea Food Restaurant - Sittwee - Sulla main Road di fianco al cinema - Cinese e birmano. Grande sempre pieno. Piatti sui 4/6000 K. qualità media. Il barista propone anche una serie di cocktail e poi viene a chiedere se sei soddisfatto. Buon posto anche per fermarsi a bere un frullato di frutta.

Sottwee - Il mercato del riso

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4 commenti:

Simona ha detto...

I mercati sono le mie tappe preferite, anche se col pesce ho qualche problema.
Riesci sempre a trasmettere sensazioni e immagini così chiare da sembrare d'essere lì con te. Questo è davvero un viaggio particolare, per pochi.

Ne approfitto per farti gli auguri di buon natale!

Enrico Bo ha detto...

@Cic - A giudicare dalla quantità di turisti che vedi in giro, anche se in particolare nell'itinerario classico, direi che non è proprio per pochi. Quanto alle descrizioni, cerco di esprimere il più possibile quello che ho sentito e provato a pelle, per questo, anche quando poi trasferisco tutto in un libro finale, direi che si tratta di "false" guide di viaggio. Altrettanti auguri a te e chissà che qualche volta passando da Torino non passi a farti un salutino direttamente...

chicchina ha detto...

Mi fermo a leggere i tuoi post che sembra arrivino davvero da molto lontano,mi catturano le fotografie,i colori,e quando ho finito di leggere,ogni mio commento sembra superficiale,inadeguato.
Ti lascio gli auguri di Natale.

Enrico Bo ha detto...

@Chicchi - Grazie carissima, Ricambio i tuoi auguri di cuore!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!