domenica 12 agosto 2018

...a riveder le stelle (in Val Ripa)



Avrete notato che ieri non mi sono fatto vivo e questo, da qualcuno sarà certamente stato interpretato come la classica pigrizia del pensionato nullafacente. Cosa che in parte sarà pure anche vera, ma che nella fattispecie, ha avuto un risvolto un po' più giustificato anche se decisamente compassionevole. Sta di fatto che ieri mattina un gruppo neppure tanto piccolo di vegliardi e aspiranti tali, sono partiti di buona lena per andare a trascorrere la notte en plain air, con la solita scusa di profittare della serata clou del passaggio dello sciame di stelle cadenti. Non certo come penserà qualcuno perché pensino ancora (sempre che pensino) di avere dei desideri da soddisfare, anche perché il passaggio è così veloce da non permettere la pronuncia completa della parola Superenalotto, ma probabilmente per avere ancora quella sensazione di gioventù perduta che ti portava a fare queste botte di vita, in attesa di combinare qualche cosa di buono, nella vita appunto. Comunque il gruppetto di personaggi in perenne disequilibrio tra prostate gonfie e valori glicemici anch'essi ipertrofici, ha scelto quest'anno di dirigersi verso uno dei luoghi che meglio potesse mettere alla prova la compagnia, il famoso per alcuni, famigerato per altri Pian delle Milizie, al fondo della val Argentera o Val Ripa che dir si voglia ad un tiro di schioppo da quella Francia così malevola nei nostri confronti, ma verso la quale continuiamo a nutrire una sorta di ammirazione per le sue eccellenze che tentiamo inutilmente di avvicinare, formaggi, champagne, Françoise Hardy e Brigitte Bardot, che tanti della nostra generazione hanno condotto a precoce cecità e via cantando. 

Comunque il fondo di questa valle solitaria, che in questi frangenti e come ovvio affollatissima di gitanti, che la prendono d'assalto proprio per la sua solitudine, pur bello e affascinante, con tanto di cascata che precipita dall'alto del monte e che quest'anno è particolarmente ricca di acque, è situato in una posizione a dir poco infelice, il sole va via presto ed arriva tardi, il luogo è umidissimo proprio per via del torrente che la percorre, il suolo è tutta una pietra, per non parlar della strada tremenda per raggiungerla al cui confronto le paurose piste etiopi non sono nulla. Comunque le avanguardie dei nostri eroi vi sono giunte di primo mattino, proprio per occupare il posto migliore ed evitare, con successo, che altri ce lo strappassero. Hanno poi occupato il resto del tempo in attività ludiche come la raccolta della legna per il falò, necessario alla grigliata ed alla sua acconcia preparazione, mediante apposita sega da boscaiolo. Insomma non appena noi, i festaioli nullafacenti, siamo arrivati, tutto era già quasi pronto, i tavoli ben posizionati ed imbanditi ed i focolari pronti all'accensione. Già, perché come avrete compreso perfettamente le stelle sono tutta una scusa per la preparazione di una cena lucculliana di contorno alla solenne grigliata di mezza estate, che è ormai un obbligo categorico. Insomma mentre il sole melanconicamente si portava dietro le creste delle montagne, già il fuoco scoppiettava allegramente preparando masse congrue di braci, poi riposte acconciamente al di sotto delle griglie apposite. 

Intanto, per trascorrere la notte non proprio all'adiaccio, erano sorte come per magia, un congruo numero di tende di natura molto fantozziana, igloo di quelli che esplodono allo scioglimento dei nodi e che poi necessitano di ore per essere richiuse, canadesi degli anni '70, che giacevano nelle cantine da anni e che all'apertura mostrano subito di mancare di pezzi o strumenti vari, mentre i lacci di gomma induriti dal tempo si spezzano miseramente, mentre i disperati tentano con manovre velleitarie di pestarsi le dita con martelli fortunatamente di gomma, piantando picchetti che si piegano sulle pietre sottostanti. Comunque, terminato il posizionamente del campo, subito fuoco alle polveri senza por tempo in mezzo con antipasti vari, salumi, torte salate e frittate nell'attesa che prima i wurstel, poi una pioggia di fette di delizioso, sapido e tenerissimo capocollo giungessero all'opportuna rosolatura, con accompagnamento di una magnifica caponata piccantina al punto giusto, seguite manco a dirlo da una serie di tomini e di fette di provola affumicata, tolte al calore giusto appena prima che cominciassero a colare i loro bianchi umori. Naturalmente sapete che i miei amici sibariti sono usi accompagnare queste scampagnate con vini di pregio, così abbiamo aperto i giochi, con del Bollinger ben fresco per proseguire con altre cose di valore di cui non voglio più oltre tediarvi, anche per non farmi troppo criticare. Ovviamente dato che si festeggiavano anche alcuni compleanni, e si sa che alla nostra età, meglio non perdere l'occasione che poi potrebbe essere troppo tardi, lo champagne ha irrorato la serata come se piovesse, visto anche che la nuvolaglia grigia aveva occupato quasi completamente il cielo, cosa che era premonitrice di una perdita di opportunità per quanto riguardava la visione delle stelle. 

Intanto la temperatura scendeva di conserva col sole, portandosi verso gli 8 (otto) gradi ed è stato necessario passare ad una deliziosa vellutata di zucchine e patate, ben scaldata alla fiamma viva per risollevare gli animi e gli stomaci. Poichè la temperatura continuava improvvidamente a scendere è stato necessario anche consolarci con una serie di dolci in cui le nostre gentili signore hanno cercato di superarsi vicendevolmente, tiramisu, torte al cioccolato e alle pesche, salami dolci della tradizione, insomma un inno corale alla glicemia. Poi, visto che è scesa la notte, tutti coricati sui teli come i ragazzini a contare le strisce che percorrono il cielo con gridolini di giubilo come quando facevamo il liceo, visto che inspiegabilmente le nubi erano scomparse rivelando la volta stellata. Poi qualcuno ha avuto pietà e temendo di dover raccogliere cadaveri congelati la mattina successiva, ci si è riportati al coperto in attesa dell'alba, mentre il mantello bagnato dell'umidità notturna ricopriva tutto e tutti con democratico egualitarismo, oggi molto di moda. E' arrivata l'alba, tra tossi e brividi di gelo, visto che il sole fin verso le nove non è giunto a baciare i belli che ricostituivano alla meglio i bagagli, carichi di acqua, prodromo di sicuro ammuffimento futuro, e poco importa che durante la notte le volpi avessero sparso le masserizie ed i resti in ogni dove, l'entusiasmo di non avere avuto decessi durante la notte ha permesso di superare tutto. Non solo, qualcuno, non ancora sufficientemente provato, ma ansioso di provare vieppiù il suo prorompente giovanilismo si è apprestato ad una ulteriore marcia di avvicinamento alle creste del confine, mentre altri, piegati ma non domi, hanno caricato i mezzi e sonno ridiscesi mestamente lungo la valle per riguadagnare le magioni avite, prima che il vermicane e la pellagra li prendesse in mezzo al rivo. Insomma anche quest'anno ne siamo usciti vivi, per il prossimo, vedremo.





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2 commenti:

Pierangelo ha detto...

A mio parere non tentiamo inutilmente di raggiungere i francesi. Da quanto mi risulta non hanno poco da insegnarci e come ben sai le loro opere d'arte pregiate sono in buona parte italiane. Una cosa possono insegnarci è il nazionalismo, cosa che noi italiani quasi ignoriamo.

Enrico Bo ha detto...

Secondo me per fortuna, anche se ultimamente mi sembra che li stiamo raggiungendo

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!