venerdì 26 giugno 2020

Il tappeto del giardino fiorito

Rododendron

Giugno è il mese più bello per la montagna e anche per molti altri posti per la verità, ma quando sali in quota in questo mese dalla luce intensa che ti fa piegare l'occhio verso il basso, quasi volessi rendere omaggio a questo splendore, mentre in realtà, non riesci a sopportarne la vivida forza, gli spettacoli che ti si pongono davanti sono davvero unici. La fioritura di questo mese, in particolare è assolutamente spettacolare e trasforma i pascoli alti in una tavolozza di colori così fitti e variegati da illustrare davvero bene il motivo per cui il disegno grafico di certi tappeti iraniani viene detto del "prato fiorito". Quella distesa, uniforme ma differenziatissima di piccoli punti e di mille colori, che in automatico ti muove a pensieri positivi. Nel giro esplorativo che ho fatto ieri, anche se il clou è passato da qualche giorno, confermo che lo spettacolo è stato davvero emozionante. Qui da noi i rododendri sono tutti rosa carico e hanno forma di bassi cespugli che invadono come la gramigna, le balze dei monti. Oltre i 1500 metri non hanno il portamento altero, arborescente che puoi vedere nei parchi del biellese dove si levano facilmente ai due metri o la spettacolarità di certi boschi himalayani dove formano vere e proprie impenetrabili foreste, ma qui coprono il monte come cuscini spessi e morbidi, radunati a fasce cordonate quasi fossero piantagioni di thé fiorite e lasciate crescere brade. I prati all'intorno invece sono ancora coperti di viole che stanno a poco a poco appassendo; tra l'impunturato viola, compaiono più rade quelle bianche e gialle dal profumo intenso. 

Molte se le sono già mangiate le mandrie di vacche sparse sui versanti a solatio, il cui latte viene atteso con ansia dagli allevatori, per la preparazione del Plaisantif, l'ormai celebre formaggio delle viole, una toma profumata di fiori che viene venduta in anticipo da un'anno all'altro, tanto un astuto marketing ha saputo renderla desiderata e quindi rara e preziosa. Poi cespi di ranuncoli gialli, macchie violente tra le quali si innalzano i fusti di genziana e della sua concorrente la falsa genziana appunto, o le grosse margherite dell'arnica anch'esse giallo vivo, ma ancora in boccio. Ciuffi di calendule, genzianelle indaco e anemoni, bianchi e azzurri dai petali delicatissimi che quasi si ritraggono per il timore di essere turbati da qualche tocco involontario. Attorno, altri minuscoli cuscini di erba carichi di azzurro intenso, giallo violento, bianco purissimo, fiorellini così minuscoli a cui devi avvicinarti così tanto per vederne la forma delicata, da sentirne anche il forte profumo deciso. E ancora nontiscordardime, pulzatille dalla peluria finissima e di tanto in tanto, rari cespi di minuscole orchidee di montagna cariche di fiorellini rosa o ancor più rare, ma ben visibili quando ergono il loro stelo diritto al di fuori del piano del prato che le circonda, le infiorescenze impudiche della Nigritella niger, dal colore vermiglio che si sfuma fino al bianco. Già si vedono poi alcuni botton d'oro, i primi della stagione, assieme ai narcisi bianchi dall'intenso profumo. Ma lo spettacolo più superbo lo danno gli alberi di maggiociondolo con la loro cascata di infiorescenze gialle che li avvolgono completamente e che circondano la strada mentre ridiscendi verso valle. Sì, la polenta calda con la fonduta di toma profumata, rallegra l'umore, ma anche l'occhio, bisogna concederlo, vuole la sua parte.



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2 commenti:

Anonimo ha detto...

''le infiorescenze impudiche della Nigritella niger''

ma lei non si vergogna a usare questo nome rassista !!!!

...scherzo, buone passeggiate.

Enrico Bo ha detto...

Ciao Caro, è che mi scappano dalla penna senza accorgermene

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