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Tra stoccafissi e fiordi - Norvegia - agosto 1983 |
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Porcini morvegesi |
La strada per Nordcap è lunga ma piacevolissima, un seguito di boschi, di strade che corrono lungo il mare, di paesini e piccole città molto distanti tra di loro. Ma i boschi non sono scure distese di alberi nelle quali perdersi irrimediabilmente, anzi, piacevoli luoghi dove sostare a dormire di notte di fronte al mare, ripararsi per mangiare qualcosa o camminare in cerca di funghi e mirtilli. Già, la raccolta dei mirtilli, che puoi fare anche in maniera industriale se disponi dell'apposita paletta oppure i porcini spettacolari che qui, a quanto pare, non raccolgono, forse perché considerati cibo improprio o velenoso e che in questo modo riempiono il sottobosco in quantità esagerata. Ne trovammo un paio belli grossi, addirittura in mezzo al sentiero di un museo all'aperto, ignorati da tutti. Incontrammo lungo la via una macchina di due bergamaschi che venivano qui ogni ogni anno a raccoglierli in quantità; mentre procedevano verso nord, dopo la raccolta giornaliera, li pulivano e li stendevano a seccare. Sembra che se ne portassero a casa quasi trecento chili ogni anno. Le strade che corrono lungo il mare invece regalano paesaggi sconfinati, certo non manca lo spazio e corrono rettilinee spesso arrivando al bordo di un fiordo, dove un piccolo traghetto attende per evitarti un lungo giro tra le montagne. Le percorri fino a tarda sera, tanto è sempre chiaro e la luce è strana, anomala, per noi assolutamente innaturale.
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Hammerfest |
I paesino sono per lo più di pescatori, poche case attorno ad una rada naturale dove stanno ormeggiate barche colorate e tutt'attorno il terreno risale leggermente, coperto di prati rasati e tralicci per l'essiccazione digli stoccafissi. Le città, le pochissime che incontri, Tromso, Trondheim, Hammerfest, sono piacevolissimi agglomerati apparentemente tranquilli e puliti. Insomma un viaggiare piacevolissimo che regala scenari maestosi. La temperatura è ovviamente moderata, considerata la latitudine che fa sempre più estrema, ma grazie al fatto che tutta la costa, fino al suo punto più estremo, è lambita dalla corrente tiepida del golfo, mancano i rigori estremi, i ghiacci e il gelo propri di tante altre terre così al nord del mondo. Tuttavia piove, piove spesso, è il drammatico contrappasso e le strade, allora per lo meno, spesso non asfaltate diventano un fangoso e sgradevole problema. Ricordo un campeggio-rifugio dove ci riparammo per la notte, dalle attrezzature molto spartane. Nel locale centrale fatto in tronchi di legno, dove mangiavamo qualcosa su grandi tavoli comuni, arrivò un gruppo di motociclisti ricoperti alla meglio di cerate e tute che li coprivano alla meno peggio (a quei tempi, la gente non era certo così ben attrezzata come adesso), completamente inzaccherati di schizzi di fango e bagnati come pulcini. Per attaccare bottone esordii con un: bella la strada eh?
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La predace Sami |
Il tizio che sembrava il capo, scrollò un po' la testa, e sospirando confessò: sì, sì, er fatto è che c'avemo 'sta maledetta mania de la moto... e lasciò la frase in sospeso continuando a masticare un hamburger di renna che fornivano all'ingresso del campeggio. Poi uscirono a montare le tende della notte, maledicendo gli dei del profondo nord, mentre quella sera il cielo continuava a liberarsi dell'acqua in eccesso. Quasi al termine della strada ci fermammo ad un campo di Sami, allevatori di renne, che in estate si piazzavano lungo la strada in attesa di uccellare i turisti di passaggio. Comperai un palco di renne imponente, che volevo regalare ad un collega appassionato che me lo aveva commissionato espressamente, ma che non stava all'interno del camper, per cui lo legammo davanti alla cabina di guida, il ché dava al mezzo una magnifica aria cornuta che lo identificava da lontano e insieme faceva simpatia e che ci fu utile in seguito. Comprai anche una spessa pelliccia di renna, sapientemente conciata da quel popolo che vive a stretto contatto con natura e conosce a fondo i suoi segreti, tanto che dopo un paio d'anni dovetti buttarla perché aveva sparso per la casa più della metà dei suoi peli e anche l'odore non era poi così gradevole, vista la perizia conciatoria di quei popoli che conoscono i segreti più profondi della loro vita naturale e biologica. Come sapete sono sempre piuttosto critico verso questi miti del buon selvaggio che sa rispettare il pianeta e i suoi ritmi naturali al contrario di noi uomini devastatori adoratori della kimica e della plastika, mali del mondo.
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Il sole a mezzanotte |
Nell'ultima parte, la strada diventava sempre più brulla e nuda; altipiani sassosi e pascoli deserti si succedevano sull'isola estrema, al termine della quale, la terra finisce e davanti ti rimane solamente, al di là del cippo commemorativo, la nuda distesa grigia dell'artico. Avevamo calcolato appositamente di arrivarci a tarda sera per poter avere l'esperienza di quel sole di mezzanotte, scopo ultimo ed esoterico del viaggio, che compiva il suo arco sfiorando la superficie lontana del mare per le ultime volte, visto che era ormai il 2 di agosto. Naturalmente il cielo era coperto di basse nuvole grige, così rimanemmo seduti davanti al cippo nell'attesa di un momento solamente teorico, nel desiderio di autoconvincerci che fosse la stessa cosa. Invece all'ultimo momento, proprio pochi minuti prima della mezzanotte, come in un puntuale appuntamento col destino, il cielo si squarciò per un piccolo tratto, tale da lasciare intravedere il momento topico nel qual il mare rimaneva illuminato, specchio dorato che rifletteva quell'attimo nel quale la rotta dell'astro sfiorava il suo punto più basso per poi a poco a poco risalire, mentre il sipario grigio inevitabilmente si richiudeva sull'attore principale della recita, che ricominciava la sua giornata di lavoro. Quasi commossi, rimanemmo ancora a lungo, senza parlare, prima che una ripresa della pioggia ci costringesse a riparare nel nostro mezzo. Dormimmo nell'ampio parcheggio alla base della collinetta del cippo, soli ospiti di quella notte magica, felici della missione compiuta, prima di riprendere, il mattino dopo, la strada. Questa volta, per la prima volta dopo molti giorni, verso sud.
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Quasi arrivati |
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La via per Nordcap |
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