domenica 19 luglio 2020

Luoghi del cuore 32: Le jeepney di Manila


La pulitura del durian - Manila - Filippine - giugno 89


La cascata
A Manila ci capitai un po' per caso. Nel mio gruppo, quando ancora c'erano le vacche grasse, il responsabile del settore ammasso della soya, voleva organizzare un viaggio premio per i responsabili italiani che avessero raggiunto determinati traguardi e, confidando sulla mia esperienza di viaggiatore, mi chiese consiglio su una meta interessante e non troppo consueta e io gli indicai appunto le Filippine e così fu deciso. La scusa tecnica ufficiale era la visita alla famosa stazione di ricerca genetica sulle sementi di riso di Los Banos. Inopinatamente raggiunsi il target con una certa facilità, così fui incluso nel gruppo che avevo contribuito a creare.  Sinceramente non mi aspettavo una città così caotica ed interessante al tempo stesso. Ce la godemmo davvero a fondo, la città ed i dintorni, con l'unico grande dispiacere di non avere la possibilità e il tempo di poter sfruttare anche la parte delle famose spiagge dell'arcipelago, che dovrebbero essere poi il suo fiore all'occhiello. Nei suoi mercati conobbi per la prima volta l'odore infame del durian e contemporaneamente il suo sapore straordinario. Rimanemmo però, quasi per un'intera mattinata allo stabilimento che assemblava le Jeepney, il mezzo pubblico simbolo della città. Si tratta di un lascito della guerra, che aveva lasciato in zona un numero grandissimo di Jeep militari, che furono tutte recuperate, ridipinte e strutturate con una serie infinita di accessori fantasiosi e definitivamente trasformate nel mezzo di trasporto collettivo più incredibile del mondo. Da quell'epoca, la preparazione di questi mezzi a partire dallo chassis della macchina americana, comunque un must storico, come capì alla perfezione il buon Marchionne, divenne una vera e propria industria e fino ad oggi la totalità dei taxi collettivi che forniscono la spina dorsale dei trasporti pubblici di Manila è costituita da questi mezzi multicolori baroccamente agghindati da serie di tubi, trombe, ornamenti di ogni tipo e ricoperte di nichelature ridondanti.

Una Jeepney in fase di finitura
La fabbrica stessa è diventata un punto di interesse turistico e raccoglie ogni giorno gruppi di turisti che si aggirano nelle officine ammirando i mezzi in preparazione ed in rifinitura. L'impressione è che si tratti di veri e proprie opere d'arte, pezzi unici che poi percorreranno le vie della città, arricchendola con la loro colorata presenza. Sarà la propensione del maschio per questi giocattoli meccanici, ma lì ci sarei rimasto per ore a guardarmi ogni mezzo, mentre gli operai gli aggiungevano una serie di lucidissime marmitte sulle fiancate o tettucci e portiere ricoperte di disegni fiammeggianti. Ne ricordo una spettacolare che esibiva sul cofano una serie a ventaglio di trombe di varia lunghezza disposte ordinatamente come canne di fucili verso il nemico. Un clacson decisamente fuori ordinanza. Il giorno dopo, su canoe lunghe e strette, risalimmo il fiume dove era stato girato da poco il noto film Apocalipse now, in uno spettacolare scenario di natura, foreste e cascatelle. Mancavano solamente i Vietcong. Il luogo era esaltante, il fiume era un nastro d'argento, il verde sulle rive assolutamente impenetrabile e ad ogni ansa uno stuolo di ragazzini si gettavano nell'acqua tra spruzzi e grida. Ci rimasi male quando una guida mi raccontò che questo era uno dei posti preferiti dai pedofili in caccia e che c'erano famiglie che vendevano i figli, non tanto per bisogno, ma per comprarsi un televisore nuovo o per ubriacarsi. Spesso si scopre che anche sotto una grande bellezza possono proliferare le marcescenze più schifose. Però mi è rimasto sempre il desiderio di tornare in quel bellissimo paese ad approfondire il piccolo colpo d'occhio che avevo potuto gettare per pochi giorni.

Le risaie di Los Banos




Sul fiume
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