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Non avevo il minimo dubbio. Ieri ho smanettato un po' sui vari social per averne la certezza. E confermato definitivamente, Da ieri la massa degli ex-virologi, diventati poi quirinalisti e successivamente esperti musicali (di musica leggera, ça va sens dire) sono diventati tutti o quantomeno la maggior parte di essi, esperti strateghi di Curling, la disciplina olimpica, apparentemente un semplice gioco di bocce sul ghiaccio, ma complesso sistema di pensiero che richiama anche il biliardo e gli scacchi, della quale fino a dieci giorni fa esistevano in tutta Italia non piu di 400 conoscitori. (Sottolineo che naturalmente sono uno di loro). Ho letto complesse disamine di ogni lancio o tiro che dir si voglia, di come il colpo doveva essere lanciato per colpire di tre quarti la stone avversaria per andare sulla nostra al cento e mantenere il controllo freezzandola. Tutti si sono al volo impadroniti del lessico e ne parlano con la sicumera di esperti ventennali, come conoscitori pinerolesi delle vecchie olimpiadi piemontesi. Ad ogni lancio imperfetto dei nostri, giu' critiche impietose su come avrebbe dovuta essere appoggiata la stone, di certo come loro avrebbero fatto. Questo lato dell'italiota è straordinario, non solo diventa immediatamente padrone dell'argomento, ma pretende di criticare, dare consigli e soprattutto e questo è il lato più divertente, dare dell'imcompetente a chi sta lì sul tetto del mondo, avendo sacrificato anni di impegno e fatica nella piu totale indifferenza di chi li circonda, intanto passati all'attività di commissario tecnico della nazionale di calcio.
Mi sono venute alla mente degli straordinari episodi di quasi quaranta anni fa, quando Azzurra tentò per la prima vlta l'avventura della Coppa America. Al mio bar, straordinario luogo di incontro e di alessandrinità pura, popolato da una fauna che in tutta la vita il mare lo vedeva solo di lontano e anche poche volte e la cui esperiena di navigatore era costituita al massimo di un giro in pattino a Riva Trigoso o un passaggio sul barcé a Tanaro, che si sbracciava in piedi sulla sedia rivolto al nostro equipaggio: - Orza, orza, coglione, che il vento buono è sul lato sinistro - come se Ricci lo sentisse, mentre gli astanti rumoreggiavano sul fatto della strambata troppo ritardata. Proprio come ieri, insomma. Intanto i nostri ragazzi hanno vinto tutto, proprio bravi e diciamo la verità anche se non avessero vinto come la Moioli oggi, bravi lo stesso, per l'impegno che ci deve mettere uno sportivo per arrivare a questi livelli ed ai sacrifici che deve sopportare per conseguire questi risultati. I cinesi dal canto loro continuano a perseguire i loro fini dimostrativi di essere una grande nazione capace di stare in cima al mondo come capacità organizzativa e quindi di non aver più niente da imparare da nessuno. Anche nel curling o meglio come dicono loro, sempre concreti: 冰壶 - Bīng hú, Pentola sul ghiaccio. Beh, chi non ha pensato, guardando le stones, pur di granito, a tante pentole a pressione col manico chiuso, che scivolano sul ghiaccio verso il bersaglio! Tra l'altro una ulteriore curiosità per chi non lo sapesse, nel primo ideogramma, formato dal carattere che indica l'acqua unito a sinistra dalla stilizzazione di nuovo del simbolo dell'acqua, che sono tre punti messi in verticale, come tre gocce che cadono dall'alto con il terzo tracciato con un colpetto che va verso l'alto come se battebdo su una superficie schizzassa via.
Bene, per dire Ghiaccio i puntini diventano solo due, come a significare che già il secondo, cadendo, si ghiaccia nell'aria senza riuscire neppure ad arrivare a terra. Poesia pura insomma. Infine, l'amico Barozzi, fa notare a chi non lo sapesse, che tutte le stones del curling, usate in tutto il mondo, vengono fatte col granito, chiamato Blue Hone, di una una cava di un isolotto situato tra Scozia e Irlanda, Ailsa Craig, di proprietà della famiglia del marchese Kay, signore dell'isola fin dal 1500; bella curiosità che arricchisce la mia già infinita tuttologia. A parte il fatto che i tempi cambiano e attualmente la cava su Craig è stata chiusa perché è diventata parco naturale e adesso il granito, ovviamente di qualità inferiore, viene tutto da una cava scozzese. Ma voglio dirvene ancora una, infatti mi risulta che per evitare le frequenti liti che avvengono sui campi di gioco e mostrare il perfetto far play che così i gornalisti possono rimarcare (qui non si può entrare a gamba tesa sulle caviglie e non ci si può neppure dare bastonate in testa come nell'hokey, dato che non c'è la mazza e le stones sono troppo pesanti per scagliarsele in esta), in queste competizioni internazionali, viene applicate alle stones sotto il manico della pentola, il cosiddetto Occhio sulla linea del maiale (Eye on hog), che segnala in modo elettronico se la stone viene rilasciata in tempo al termine della spinta, prima di aver superato appunto la linea rossa detta appunto del maiale. Non vi tedio con la storia delle scopette per eseguire lo sweeping e la loro evoluzione nella storia, guardate anche voi qui se siete interessati. Dunque per oggi basta, era solo per farvi capire che come ovvio sono un gandissimo esperto, da tempi non sospetti, di Curling, di pentole e di scope e bisognava almeno che lo rimarcassi a chi mi segue.
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3 commenti:
Il curling,uno sport che non conoscevo.Buona giornata.
Ah! ho sentito qualcosa anch'io che sono un poco social, quasi niente.
Per dire ieri --o era martedì?-- qualcuno mi diceva di Pio e Amedeo; ecco, mi sono fiondato sulla Wiki (solo in italiano, non è merce esportabile) ma è servito a poco, anzi niente, continuo a essere come può esserlo solo un pejsan ëd Piobes (pron. piubes). Hai mica un link (nell'attesa che arrivi la loro giornata (ma ne dubito, improbabile)).
@Olga - E molto coinvolgente
@Ju - Dai che da quasi pinerolese sei nel cuore delle pentole da ghiaccio italiote
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