giovedì 15 settembre 2022

Recensione: C. Caboni - La rilegatrice di storie perdute


Sono un po' perplesso. Ai primi capitoli, volevo quasi mollarlo, perché mi stava dando la sensazione del classico libro "da donne" tanto per usare una espressione criticabile e deteriore, poi gli ho dato una chance ulteriore e man mano che la storia scorreva, dico la verità, mi ha un po' preso e volevo vedere come andava a finire. E' interessante il tema dell'amore per la lettura, la scrittura ed i libri in generale, che si sovrappone alla trama da romanzo rosa. Anche l'intreccio in fondo è ben condotto con il contraltare tra le due epoche raccontate e l'identificazione tra una donna di oggi e quella trovata casualmente nelle pagine di un vecchio volume dell'800. Le legano affinità elettive, un po' troppo letterarie, ma ci sta. Alla fine diciamo che non mi è dispiaciuto anche se la serie di questo parafemminismo della donna libera ma "dolcemente complicata" che noi omacci non riusciremo mai a capire, salvo essere personaggi specialissimi e altrettanto letterari, mi va un po' stretta. Diciamo che per una lettura da ombrellone può andare, anche gli appassionati bibliofili si sentiranno appagati da quella sensazione di vecchia libreria, dell'odore della carta e le legature in marocchino rosso, magari un po' demodé ma sempre fascinose. 


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