mercoledì 5 gennaio 2022

Recensioni: P. Rumiz - Canto per Europa



Ecco qua un libro straordinario appena uscito, opera di un giornalista di guerra, famoso e pluripremiato, che si è fatto tutti i conflitti dalla Yugoslavia all'Afganistan, passando per gli altri del Medioriente, conoscendone evidentemente molto bene le intime problematiche umane e politiche, oltre che evidentemente grande appassionato di mare. Queste premesse hanno portato a questo lavoro che vi accalappierà fin dalle prime pagine, anche se siete dei rudi cinici vilain come me, figuriamoci se avete un minimo di animo sensibile. Il libro, come tutti i grandi lavori, ha diversi piani di lettura, dai piu' immediati e coinvolgenti ai piu' profondi che stimoleranno il lettore piuattento o piu acculturato. Intanto è un libro sul mare e vi narra la passione e l'essenza del marinaio che si trova a suo agio soltanto mentre solca le onde e prova sempre una sensazione di fastidio motivato quando deve mettere il piede sulla terraferma, un mondo che gli risulta comunque alieno e nemico, da rifuggere il piu' possibile. Poi è un libro sulle guerre e le migrazioni, raccontate per accenni che non riescono a mitigarne il rude orrore che le accompagna. Infine è un libro sull'Europa intesa come essere cogente a partire dal mito che si confonde ad ogni momento con i suoi effetti politici. 

Ma vi accorgerete subito che questa è soprattutto una straordinaria opera di poesia, non un libro ma un vero e proprio poema epico che si snoda dall'inizio alla fine con un ritmo implacabile che accompagna l'andare della barca tra le onde del mare. Provate a leggere a voce alta le prime pagine e subito avvertirete che il ritmo della falsa prosa, opportunamente segnalata da frequenti e voluti "a capo" non previsti, è quello del puro endecasillabo, quasi sempre perfetto nella sua espressione per tutte le 250 pagine e che vi prenderà al punto da non riuscire a staccarvi dallo scandire il metro continuamente lasciandosi scivolare, cullare e condurre da questa onda profonda e bellissima. La semplice storia racconta di un viaggio attraverso il Mediterraneo di una vecchia barca a vela in legni antichi (il desiderio di tutti i diportisti amanti del mare) con tutti gli scricchiolii e la selva di sartie e portolani che tanto li affascina. Quattro i marinai, identificati con molti pseudonimi antichi e moderni per confonderne ed unificarne l'essenza e l'identificazione con lo stereotipo e il mito, tra i quali lo Scriba è chiaramente l'autore stesso, ai quali sulle coste libanesi si aggiunge una ragazza, Evropa, mai nome fu piu' iconico ed evocativo, profuga in fuga che vuole raggiungere l'Occidente e la salvezza. 

Il viaggio attraverso questo mare omerico nero e subisce l'otre di Eolo, è dunque preda di continue suggestione in cui il mito è continuamente chiamato a ragionare sulle sue simiglianze con la storia e l'attualità. L'Europa mitologica, principessa fenicia, rapita dal toro Zeus portata attraverso il Mediterraneo, è lo spunto della storia che si ripete continua e che diventa esanime risulta che ha perduto la sua essenza primordiale e ad ogni pagina riconosci collegamenti e richiami che l'autore butta lì affinché il lettore li riconosca e ne goda. Senti fluire nel racconto temi omerici e danteschi, il suono della parola ti porta inevitabilmente al Pindemonte e il viaggio continua a dipanarsi tra le acque agitate, viola come il vino, raramente azzurre e cieli colorati dalle dita rosate dell'Aurora e ad ogni isola incontrata le effigi di antichi dei combattono o semplicemente guardano dall'alto con sufficienza le insensate frontiere, i fili spinati, le bombe che cadono, i morti senza nome. Vi incito dunque a lasciarvi andare a questo viaggio di moderni Argonauti o epigoni di Odisseo, ne ricaverete sicuramente grande piacere e magari a qualcuno potrà dare spunti di riflessione su temi dibattuti spesso a vanvera. Un libro da tenere sul comodino per leggerne qualche riga di tanto intanto.


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4 commenti:

OLga ha detto...

Uno scrittore eccezionale!

Enrico Bo ha detto...

di piu, un grande poeta

Pierangelo Martinengo ha detto...

Complimenti per la tua descrizione, molto completa ed emotivamente coinvolgente. Mai pensato di fare il critico letterario?. Potrebbe essere un modo proficuo di occupare il tempo mentre non viaggi.
Sinceri complimenti per la tua vena di scrittore e critico.

Enrico Bo ha detto...

Grazie Pierangelo, macome si dice a MIlan ofelé fa el to mesté

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