martedì 5 maggio 2020

Recensione: J. Coe - Middle England



Scrittore piuttosto reputato questo Coe, con libri di grande successo internazionale alle spalle, alfiere e prosecutore di quello stile narrante molto inglese, carico di sottile humor britannico. Va bene che non è il mio genere, ma ho fatto davvero fatica ad arrivare alla fine e direi che lo humor è davvero molto sottile. Poi ho letto qualche recensione, tanto per capire se sono io il difficile, e vedo che molti mettono il lavoro tra i meno riusciti di questo autore, un po' come succede molti sequel e molto distante da quel La banda dei brocchi, che dovrebbe essere il suo libro migliore. Comunque sia, si tratta del secondo seguito appunto della storia di una famiglia della middle England, che si svolge nell'ultimo decennio, in realtà una scusa per raccontare quella che dovrebbe essere la mentalità della provincia inglese media e qui in effetti, al di là della vicenda, mi sembra che il libro raggiunga il suo scopo. La parte decisamente più interessante, dalla metà in poi, è il racconto dal di dentro di tutto il travaglio interiore degli inglesi medi di fronte alla Brexit. Questo aspetto mi sembra davvero molto riuscito e fa capire molto delle teste britanniche e di come il popolo inglese sia alla fine così simile al nostro, riguardo al cosiddetto voto di pancia ed ai locali Salvini e Meloni. Il personaggio minore, a mio parere più riuscito è quello del portavoce di Cameron, a tratti e nel finale davvero spassoso. Si comprende bene così quello che poteva sembrare incomprensibile. Per questo aspetto merita di essere letto, secondo qualche detrattore invece solo un modo per monetizzare dopo il successo dei primi libri.


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