Il libro del '56, è il primo di una trilogia nella quale lo zoologo Durrel racconta della sua infanzia trascorsa nel '35 nell'isola di Corfù, dove la famiglia,dopo la morte del padre si trasferì dall'Inghilterra. E' un elegiaco raccontare della scoperta della natura e al nascere della sua smodata passione per gli animali di ogni genere, dai cani agli insetti, che ha poi contribuito a segnare il futuro dell'autore e a portarlo ad occuparsi di animali per il resto della sua vita. Divertente soprattutto nella caratterizzazione dei vari personaggi principali e secondari, visti con l'occhio del bambino affascinato dal mondo nuovo che lo circonda. L'opera è assai famosa e da questa è stato tratto un film nel 2005 e una fortunata serie televisiva già al quarto anno. Devo dire che non essendo il mio genere, ho fatto un po' fatica a entrare nel mood, poi mi ha abbastanza acchiappato soprattutto per lo stile british alla Jerome e per il racconto dell'isola, che mi ha riportato ad una mia lontana estate, del '76, in particolare il capitolo della spiaggia dei gigli nella laguna di Antiniotissa che è rimasta indelebilmente impressa nella mia memoria assieme a quella di Paleocastriza. Piacevole lettura per sognare mondi lontani, giornate di luce chiara, mare di cristallo, rimpiangendoli assai, in questi momenti un po' bui.
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