Eccolo qua il 2023, un numero in apparenza poco attrattivo, senza speciali caratteristiche, non è un bel quadrato perfetto, non è un numero primo, non è fattoriale, né regolare, né perfetto, né poligonale, non è neanche un numero di Fibonacci, di Bell o di Catalan e non è neanche bisesto, ed evito di addentrarmi nei suoi significati esoterici e spirituali dei quali me ne infischio, insomma è uno dei tanti che non vuole farsi notare, che non vorrebbe farsi ricordare per qualche cosa di veramente importante, nel bene e nel male. Forse però è proprio a questo che aspira l'umanità, di un po' di tregua, di un po' di tranquilla normalità, basta con la smania di arrivare primi, come numero di morti, come massime o minime temperature raggiunte, millimetri caduti, quantità di bombe sganciate. Basta per piacere, quasi tutti, almeno credo, non hanno più voglia di farsi ricordare per qualcuno di questi primati, vogliamo una aurea mediocritas generalizzata, che ci possa garantire quella aporia epicurea priva di eccessi e di entusiasmi, ma colma solamente di piacevole serenità che ci consenta di guardare alle passioni estreme da lontano, considerandole con sufficienza e magari con una compassionevole benevolenza. In altre parole non ne possiamo più degli ultimi tre anni, chiediamo una pausa al destino, un momento di sosta. Ebbene, nessuno sa cosa accadrà in questo nuovo anno 7E7 (così di certo, in questa versione esadecimale, ha una formulazione più piacevolmente equilibrata. Ecco proprio di equilibrio avrebbe e avremmo tutti bisogno. Questa mattina tuttavia mi sono svegliato con un mood più positivo del solito, ma non riesco a capire se questo motivo di speranza sia dovuto solo ad un momento di esausto sfinimento o se davvero sia una di quelle che nei miei anni sessanta si chiamavano good vibrations, forse immotivate per carità, né suffragate da qualche buona nuova, che tutti certamente auspicano ma così da un senso indefinito eppur così piacevole a pensarsi. Non c'è ancora nell'aria, ma io la sento lo stesso e spero davvero di non sbagliarmi. Quindi auguro a tutti di cuore un buon (buono sarebbe più che sufficiente, anche senza volerlo pretendere meraviglioso o fantastico) 11111100111.
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