da Rai News |
Come avrete notato da mesi (addirittura dal maggio scorso), mi sono tenuto appositamente lontano dal commentare ulteriormente quella insana follia che continua a perpetrarsi a poche centinaia di chilometri da noi. Non per nulla il titolo dell'ultimo post al riguardo era Mi hanno stufato. Così ho proseguito, nella speranza che questo non fosse interpretato come silenzio-assenso, a non parlarne più e a seguire la linea editoriale di questo spazio che giustamente dovrebbe essere dedicata ad altri e più piacevoli argomenti, Però devo constatare che a distanza di quasi un anno dall'inizio, siamo ben lontani dal vedere la fine delle ostilità e quindi qualche cosa bisognerà pur dire al riguardo, anche per evitare di essere considerato un insensibile cinico. Certo sono anche io come tutti orripilato da quanto avviene e dalla completa cecità di tutti gli attori di questa tragedia, ma penso che quando si cerca di tirare le somme, di mettere dei punti fermi su quello che dovrebbe essere reale, anche se difficile da discernere nella battaglia delle propagande, bisogna cercare di estraniarsi il più possibile dai sentimenti, di parteggiare per qualcuno e cercare di incasellare solo numeri e dati reali, per tentare di illustrare un fatto ed eventualmente di immaginare possibili scenari futuri. Diciamo subito che il fatto, nella sua mostruosità, va esaminato, se possibile contemporaneamente attraverso i suoi differenti aspetti, geopolitico, economico, etico ed umano, assieme a molti altri.
Questi punti vista possono anche condurre a considerazioni finali differenti tra di loro, ma pur sempre coerenti con la realtà. Dunque, penso possa essere opinione condivisibile che questa guerra, doveva essere evitata operando in maniera diversa a partire dal 2012, quando qualunque osservatore poteva pronosticare che qui saremmo alla fine arrivati, anche se magari con sfumature diverse. Tuttavia sono anche convinto che un conto è parlare adesso che la frittata è fatta, un altro parlare a quel tempo e sappiamo bene che queste cose le vedono solo i grandi statisti, che poi puntualmente vengono puniti dall'elettorato, mentre il politico comune, impegnato com'è a inseguire il consenso immediato e populista, non vuole certo rovinarsi andando a fare cose utili per l'umanità che il popppolo neppure capirebbe nell'immediato. Dunque le cose hanno preso la piega che hanno preso, diciamo un po' inevitabilmente e sono proseguite in una guerra sporca, come lo sono tutte le guerre moderne, dove si mira soprattutto a fare terra bruciata di ogni cosa, visto che difficilmente ormai si possono vincere in maniera tradizionale. Così ce la stiamo trascinando dietro da quasi un anno e la mia impressione è che, proprio per la sua bassa intensità, si sia incancrenita al punto di durare molto a lungo se non intervengono fatti nuovi. Perché dico bassa intensità? Perché checché se ne dica, siamo di fronte a qualche decina di morti al giorno, a volte di qualche unità e nelle guerre vere, capite quello che voglio dire, si parla di migliaia di morti al giorno e questo è un fatto incontestabile.
Poi, premesso sempre che siamo di fronte ad un invasore che ha operato in spregio a tutte le leggi internazionali, spinto da una ideologia e da debolezze interne che sempre costringono i regimi autoritari a queste soluzioni finali e dall'altra ad un invaso che ha tutte le ragioni per difendersi e richiedere aiuto a tale scopo, anche se non certo esente da sue colpe innegabili e ricordo sempre che in quelle terre il più bravo ha mangiato la mamma, dobbiamo inequivocabilmente renderci conto che entrambi questi attori, non hanno nessuna possibilità di fermarsi e riappacificarsi. Ognuno dei due ha una situazione interna che a fronte di un deponiamo le armi e discutiamo, apparirebbe di fronte ai suoi come irrimediabilmente sconfitto e quindi perderebbe il trono e probabilmente non solo quello, forse anche la vita. Dunque è inutile sperare in questo. Solo una soluzione (difficile da trovare) che potesse dare ad ognuno dei due la possibilità di dichiarare di avere finalmente vinto la guerra, sarebbe accettabile. Allora è evidente che una fine delle ostilità potrà accadere solo se i due protagonisti vi saranno costretti, obtorto collo. costringerli a questo è compito degli spettatori. Ma purtroppo la maggior parte di questi non hanno nessun interesse, al momento che la guerra finisca. In primis gli Stati Uniti che per ora ne hanno solo benefici, rafforzamento della Nato e relativo aumento delle spese militari da parte degli altri aderenti solitamente riottosi a farlo; possibilità di vendere a prezzi molto alti le loro fonti energetiche in eccedenza; smaltimento di un considerevole quantità di armamenti obsoleti con grande gioia delle aziende interessate che devono pensare solo a rifornire gli arsenali; sperimentazioni da parte degli apparati delle nuove tecniche di guerra, cosa assolutamente necessaria ed auspicatissima da parte dei vertici militari; speranza che il nemico storico russo, sia definitivamente annichilito o quanto meno indebolito al punto da non rialzare la testa per molto tempo; messa in difficoltà della Cina, il vero nuovo nemico degli USA, che della espansione commerciale, al momento bloccata, aveva fatto il cardine della sua irrefrenabile crescita; forte indebolimento economico e quindi aumento della sudditanza dell'Europa nel suo complesso, la cui unione e affrancamento dallo storico alleato, ha sempre dato molto fastidio, assieme all'affermarsi dell'Euro.
Con tutte queste ragioni volete che gli USA brighino per far finire la guerra? Ma è una eventualità impossibile. La Gran Bretagna poi, è il servo sciocco degli USA e pertanto ne segue pedissequamente gli ordini anche se si trova nella cacca economica più spessa, ma ricordiamo sempre che è esportatore di materie energetiche e che questo fa aggio ad una posizione guerrafondaia. Tutti i cespugli ex-URSS e viciniori, sono terrorizzati dalla teoria del domino che in caso di vittoria russa li vedrebbe cadere uno dopo l'altro, cosa niente affatto peregrina. Tutti i paesi dell'OPEC non sono mai andati così bene, sono fuori dalla guerra, una volta tanto e devono solo contare i soldi che si accumulano nei forzieri, quindi certo non alzeranno un dito, così come gli stati canaglia che dal casino hanno solo da guadagnare, vedi Iran che nessuno va a disturbare mentre fa le sue porcate. La Cina si trova invece in una situazione molto difficile ma bivalente, da un lato ha vantaggio che i contendenti continuino ad esaurirsi in una lotta che comunque vedrà entrambi economicamente danneggiati e sconfitti ed inoltre potrebbe guadagnare terreno nelle sue brame territoriali taiwanesi, dall'altra questo però ferma anche il suo sviluppo, basato su una continua espansione economica che in questo momento presenta una terribile fase di stallo interna ed estera, sulla via della seta, che passa proprio da quelle bande. Naturalmente la possibilità di trasformare l'ex- gigante russo, scosso e impoverito, nel proprio benzinaio vicino a casa, pagandolo con specchietti e perline, attizzerà sicuramente Xi, ma tutto il lavoro con il resto dell'Occidente non gira più e la Cina si basa su un sistema Ponzi che se si ferma fa crollare il castello.
Quindi potrebbe essere tentata di intervenire facendo da nascosto paciere. La Turchia ha anche grandi interessi simili e lo si vede dall'iperattivismo del Sultano, ma ha bisogno di appoggi. Il Vaticano, che avrebbe una moral suasion importante, non può al momento dire molto, cacciato in un angolo almeno ancora per un po'. Rimane la povera Europa, in preda ai mille distinguo interni, alle tante idee ed interessi divergenti, che continua a non rendersi conto, evidentemente, che è l'attore non protagonista che più sta perdendo in tutto questo. Cosa dovrebbe fare non è così facile a dirsi, anche perché a causa della sua debolissima struttura e per le mille forze centrifughe che la minano, è così debole da non poter prendere iniziative decisive. Di certo una azione concordata (e qui già sorgono i guai) dovrebbe essere portata avanti sottotraccia e senza le roboanti dichiarazioni che tanto piacciono ai politici, che anche in questo caso agirebbero solo in cerca di consensi interni. Una azione segretissima andrebbe iniziata e che dovrebbe cominciare da un tavolo aperto con gli alleati che gongolano della situazione, ai quali dire chiaramente, anche se in assoluto segreto, cari amici, tra amici appunto ci si aiuta, e non ce lo si mette nel culo, quindi se volete che continuiamo a sostenere la vostra linea, dovete riversarci una parte dei vantaggi che avete, in modo che noi non continuiamo a massacrare le nostre economie, quindi ci vendete il gas a 20 invece che a 70 come è adesso o a 150 come era prima.
In caso contrario, continueremo ufficialmente a dire che sosteniamo la causa e sventoliamo i vessilli, ma nella pratica, non più un solo euro verrà impegnato in questa direzione. Io credo che i nostri "amici" capirebbero questa canzone. Poi prendete da parte il vostro combattente di prima linea e gli dite, adesso vuoi o non vuoi, ti siedi al tavolo delle trattative, nel senso che devi essere disposto a trattare. Poi si prende la Cina e gli si fa lo stesso discorso, vuoi continuare a lavorare con noi, la via della seta e compagnia cantante, guarda che ci sono molti soldi in ballo, se non vuoi che tagliamo il ponte, vai dal tuo presunto amico e digli che anche tu gli tagli il gasdotto e il gas se lo fuma tutto lui nel cesso, se non si siede al tavolo disposto a trattare. Ai due contendenti si dovrà assicurare che entrambi potranno proclamare al mondo e all'inclita e soprattutto ai propri cittadini, che la guerra finalmente è vinta cda loro, che hanno raggiunto i risultati che si prefiggevano e che quando dicevano il contrario erano stati male interpretati e non capiti e che basta così. A tavolino si decideranno come si è sempre fatto, i sacrifici da fare assieme ai tagli di orgoglio e delle rinunce obbligate. La Crimea ormai è persa, Il Dombass rimarrà formalmente indipendente come le tante repubbliche delle banane in giro per il mondo e il resto dell'occupato si libererà senza storie. Intanto ci sarà il grande banchetto della ricostruzione del paese, grandi affari per tutti, da distribuire un po' a testa, in modo che questa soluzione sia così conveniente e convincente per tutti. Il grano è un grande oliatore di ingranaggi. Fino a che questa cinica soluzione non apparirà come accettabile, andremo avanti a contare un po' di morti al giorno, con l'opzione graditissima ai giornalai di filmare vecchi che piangono, bambini feriti e case ridotte a cumuli di macerie. E non c'è altro per oggi.
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1 commento:
hai fatto bene a prendere questa decisione
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