Un classico libro di viaggio scritto cento anni fa che potrà appassionare tutti gli amanti della conoscenza del mondo, come me. Ciò detto si evince automaticamente che mi sia piaciuto moltissimo. Il racconto di questo viaggiatore esploratore, come si poteva essere all'inizio del secolo scorso, pervaso dal desiderio irrefrenabile di arrivare a Lhasa in un periodo in cui questo viaggio era impedito a qualunque straniero, racconta come, partendo dall'India britannica, già alle prese con la figura di Ghandi, compie attraverso il Sikkim, un difficilissimo viaggio, naturalmente a piedi con muli e cavalli, il viaggio per valicare l'Himalaya in inverno, travestendosi da coolie sikkimese per evitare le guardie tibetane. Riesce nell'impresa con grandi difficoltà e arriva nella capitale in incognito e ricercato dalla polizia tibetana avvertita dalle spie locali, dove si autodenuncia alle autorità e riesce a venire a contatto con il Dalai Lama e tutti i maggiorenti del paese, rimanendoci per oltre due mesi prima di essere espulso e tornare a Darjeeling. Naturalmente questo racconto serve a illustrare questo straordinario ed allora, sconosciutissimo paese e le aree limitrofe come Bhutan e Nepal, con una visione diretta che illustra i vari interessanti aspetti geografici e soprattutto etnografici e politici dell'epoca.
A mio parere, molto interessante anche oggi, alla luce dei vari problemi geopolitici che pervadono quell'area. Inoltre ben descrive quello che era in quel momento, la teocrazia assolutistica del paese (che ricorda molto l'Iran odierno) in cui il Tibet si era autodichiarato indipendente dopo secoli, approfittando del crollo dell'impero cinese ed i contrasti con il Celeste Impero. Racconta a fondo la violenza e la corruzione che imperava da sempre tra i monaci e i giochi di potere in atto tra i monasteri. Il libro mi ha ricordato moltissimo il mio indimenticabile viaggio in Tibet che risale ad oltre quindici anni fa e che ha percorso in gran parte quella via, quindi anche la lettura di questa esperienza, mi ha particolarmente emozionato. Ora non si tratta certo di un'opera letterariamente importante e lo stesso autore lo dice rendendosene conto, ma l'entusiasmo di chi, tra i primissimi occidentali, riesce ad arrivare in uno dei luoghi proibiti, più ambiti nella sua epoca, è ugualmente molto coinvolgente e comprensibile. Io me lo sono letto di gusto e lo ritengo imperdibile per chi si programma un viaggio in quell'area. Sapevatelo.
Segnalo inoltre che il libro fa parte della una collana Diari Occidente_Oriente dell'editrice ObarraO costituita da libri di argomento geografico, diari di viaggio e saggi di geopolitica, che mi sembra molto interessante.
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