sabato 14 gennaio 2023

Recensione - M. S. Tavares - Equatore

 


Ecco qua un libro fondamentale per chi avesse in programma di visitare le isole di Sao Tomé e Principe. Da leggere indifferentemente prima della partenza per poter avere una conoscenza approfondita della storia di questo piccolo paese africano e della sua economia basata sulle piantagioni o anche dopo, quando si potrà in questo modo ripercorrere i luoghi visti con maggior cognizione di causa. Bel romanzo storico, uscito un ventina di anni fa e opera prima di un giornalista portoghese, che ebbe in patria e anche all'estero uno straordinario successo, forse anche al di là del suo reale valore letterario. La parte storica è molto puntuale e tratteggiata con precisione ed è del tutto indispensabile allo svolgersi della storia. Nella prima decade del '900, periodo in cui appunto le isole in questione erano al loro massimo fulgore come esportatrici numero uno al mondo di cacao, l'Inghilterra per difendere la sua produzione da questa concorrenza vincente, accusa (con ragione) il Portogallo di utilizzare nelle piantagioni il lavoro di neri angolani, in regime di assoluta schiavitù, anche se ammantata da teorici diritti che tuttavia rimangono solo sulla carta e dunque si appresta a dichiarare questa produzione contraria al diritto internazionale ed a bandirla. 

Il Portogallo allora, accetta di ricevere a Sao Tomé un console inglese che per tre anni indagherà sulla situazione prima di stilare un rapporto che deciderà la cosa. Il re invia quindi un giovane governatore dalle idee liberali sulle isole al fine di convincere,da un lato i piantatori locali a cambiare le loro abitudini ed allo stesso tempo portare l'inglese, che a causa di trascorsi poco limpidi in India, è stato in pratica esiliato, con la sua bellissima moglie, in quella che veniva considerata una tomba alla fine del mondo, a fornire una relazione positiva sui fatti. Tra i due nascerà una forte amicizia e la storia a tinte forti, nella quale la moglie giocherà il ruolo chiave, si dipanerà per tutto il periodo in cui durerà questo esilio forzato. Sullo sfondo, la prorompente natura delle isole, in cui, chi c'è stato, riconoscerà ogni singolo luogo, ogni spiaggia, ogni casa presente dopo un secolo, fa da  scenario spettacolare alla storia che si porta al finale in un crescendo narrativo che accalappia il lettore. La puntuale descrizione di un mondo che sta arrivando al capolinea, che non riconosce i sintomi di una fine annunciata e che nei fatti preluderà all'inizio delle inarrestabile decadenza successiva dell'arcipelago ed al suo quasi abbandono destinato a durare quasi un secolo, è la chiave di lettura del romanzo. Come ho detto, imperdibile se decidete un viaggio laggiù.



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2 commenti:

OLga ha detto...

Grazie della recensione,Buona serata.

Enrico Bo ha detto...

Grazie a te!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!