martedì 4 luglio 2023

Viaggio AMAP 6 - Sant'Agata dei Goti

S. Agata dei Goti - giugno 23

S. Menna

Oggi ci dirigiamo verso l'ultima provincia campana che ancora non avevamo toccato: Benevento e le antiche terre del Sannio. E' una campagna antica, di riminiscenze Romane e anche precedenti, che da secoli ha fornito alle vicine città i prodotti di questa terra. Oltre all'olio e al vino, qui si produce la famosa Falanghina, un bianco fresco e beverino, siamo nel cuore produttivo della famosa mela Annurca, conosciuta fin dall'antichità. Ora, in un tempo in cui la possibilità di giovarsi della dicitura "antico" è assolutamete premiale, come se tutte le varietà abbandonate nei secoli, lo siano state per la pura e stolida inscipienza delle nuove generazioni in favore di novità assolutamente peggiori, scelta fatta forse per pura malizia e malevolenza e non perché le varietà "antiche" erano delle vere schifezze al confronto di quelle nuove, è cosa da discutere, ma in questo caso sembra che questo recupero non sia del tutto peregrino. Le mele annurche, presentano infatti pregi organolettici di sostenibile validità e quindi in questo caso l'eccezione conferma la regola, potendosi così affermare che in questo caso, sia valsa la pena, il rilancio della varietà che presenta caratteristiche qualitative che vanno al di là del puro marketing. Pare inoltre, questo almeno mi sembra di avere letto, in una ricerca dell'Università di Agraria Napoletana, che la mela suddetta abbia contenuti con un pregio particolare che da solo la renderebbe di grande interesse. Sembra infatti che il pomo in oggetto abbia una elevatissimo contenuto di procianidine oligomeriche, in particolare la B-2, un polifenolo efficacissimo nel favorire la crescita dei capelli. 

Il pavimento

Non saprei dirvi se la cosa, che comunque ha rilievo scientifico, sia davvero realistica e risolutiva per le cosiddette palle da biliardo, ma sta di fatto che già il web già pullula di offerte di capsule, pomate e ogni sorta di presidi sanitari a base di mela annurca, quindi vedete voi. Io avrei gradito assaggiarle, più che altro, ma sembra che non siamo passati nella stagione giusta, quindi sarà per un'altra volta e comunque io di capelli ne ho da vendere, come da tradizione familiare. Ma intanto siamo in uno dei più bei paesini della intera Campania, Sant'Agata dei Goti, che coi Goti in verità non c'entra nulla, derivando il nome invece dalla famiglia francese De-Goth, feudatari di epoca normanna che presero il posto dei longobardi fondatori. Il paese, che mantiene ancora la tipica pianta quadrata del castrum romano, si affaccia su un ripido costone, sulla forra del fiume Isclero, un tributario del Volturno, e la serie di case addossate, una vicina all'altra, formano una sorta di muraglione che aggetta sul precipizio come una vera e propiria cinta difensiva, di grande effetto, specie se vista dal ponte che introduce alla città. Il paese è piacevilissimo da vedere, con le sue vie circondate di antichi palazzi e dalle molte chiese. In particolare vi ricordo San Menna che custodisce una importante serie di testimonianze di arte romanica meridionale, con moltissime decorazioni di ispirazione comacina che arricchiscono pavimenti ed altare e sono in fase di restauro. Infatti la struttura ci è stata aperta proprio in virtù della titolarità del nostro gruppo, non so se mi spiego. Comunque sia è un monumento che dovreste cercare assolutamente di vedere se passate d aquelle parti. 

Chiesa dell'Annunziata

Inoltre vi segnalo la Chiesa dell'Annunziata del XIII secolo, appena fuori dalla porta sud nei pressi dell'imponente forte normanno, che conserva bellissimi affreschi soprattutto nell'abside ed il monumentale giudizio universale del XV secolo, molto ben conservato nella controfacciata. Non mancate di buttare un occhio all'interno del Duomo, preannunciato da un monumentale pronao a tre campate con dodici colonne e con un bellissimo soffitto ligneo dipinto.  Passeggiate poi per le vie strette del paese lasciandovi guidare anche dagli effluvi di tartufo nero o dai salumi del posto, che fuoriescono dai negozi dedicati, lasciandovi magari tentare dal fresco sapore di un gelato alla falanghina specialità locale. Noi lasciamo il paesino un po' a malincuore perché il passeggiare su questo selciato antico ha un suo bel fascino. Ma riprendiamo così la strada della campagna che gira per colli ricoperti di vigne e di ulivi, le basi delle nostre italiche radici e facciamo dunque sosta in un grazioso agriturismo perduto tra le colline, per quello che viene definito un pranzo leggero. I proprietari di questo delizioso Antico Pozzo degli Ulivi, si adoprano in ogni modo e in tavola arrivano i prodotti dell'orto circostante, diciamo una decina di antipasti, fritti, formaggi, caprini in carrozza, verdure ripiene, panuozzi, crocché, polpette e chi più ne ha più ne metta; poi un abbondante primo piatto di pasta, credo scialatielli con verdure, una bella fetta di brasato con contorno e dolce naturalmente con confettura di annurca. Pane casareccio e aglianico della casa. Alla fine anche un assaggio di quello che in Piemonte chiamiamo cugnà, prodotto derivato dal mosto d'uva da accompagnare coi formaggi. 

L'abside

Come potete capire un pranzo davvero leggero che abbiamo digerito con calma durante il ritorno a Napoli. Rimanendo ancora una parte del pomeriggio a disposizione, anche per smaltire almeno in parte il fiero pasto, ci siamo fatti una passeggiata per vedere almeno l'interno del Duomo e la cappella di S. Gennaro sempre affollatissima, che avevamo precedentemente mancato. Non c'è dubbio che sia un pezzo importante dell'architettura napoletana, che accoppia l'imponenza monumentale del luogo allo spettacolo della devozione popolare che si sofferma a lungo davanti alle zone che conservano reliquie e presenze testimoniali del santo della città. Facciamo quindi ancora due passi a piedi per tornare verso l'albergo, ma improvvidamente, l'anziano si sa perde la bussola con facilità, detto proprio in senso geografico e imbocchiamo quindi Corso Umberto I che doveva portarci lemme lemme alla stazione, ma al contrario, dirigendoci quindi in direzione esattamente opposta e dopo chilometri di inutile cammino ci ritroviamo alla fermata dell'Università, dove finalmente comprendiamo l'errore. Non rimane che infilarci nella metro per riuscire ad arrivare ad un'ora decente per compiere l'ultimo rito previsto della giornata, provare una verace pizza napoletana, visto naturalmente che il pranzo era stato "leggero". Così ci dirigiamo verso la consigliata pizzeria Pellone, tempio di napoletanità, consigliata dagli intenditori. In effetti il locale è pieno zeppo e dopo la opportuna attesa veniamo serviti con una gigantesca pizza classicissima con tanto di abbondante cornicione e mozzarella. Lo stile ci dicono è assolutamente verace e la pizza la possiamo definire morbida, nel senso che la pasta si tira come un chewing gum, decisamente non del mio gusto che la preferisco croccantella, ma mi si assicura che questo è il top e come tale lo dobbiamo accettare. Intanto andiamo a dormire che domani è l'ultimo giorno.

Il Duomo di S. Agata dei Goti

SURVIVAL KIT

S. Agata dei Goti - Bellissimo paese già in provincia di Benevento, da visitare con calma. Vedetene le chiese e l'impianto romano, con il classico incrocio di cardo e decumano, le piccole piazze e le tante botteghe che offrono i prodotti locali. Non dimenticate ovviamente di percorrere il ponte dalla piazza del Castello dove probabilmente parcheggerete, dal quale si gode della miglior vista delle case a strapiombo sul fiume. Calcolate come minimo almeno un paio d'ore.

Agriturismo Antico pozzo degli ulivi - Via Piana del Mondo - S. Agata - Sarete affascinati dalla straordinaria gentilezza dei proprietari che vorranno farvi assaggiare tutti i prodotti dell'azienda e dei terreni circostanti, davvero buoni. Qui si producono mele annurche, pomodorini del piennolo, e tante altre cose delizione. In giro si trovano anche ottimi tartufi neri. Possibilità di acquistare marmellate conserve e tanti altri prodotti dell'agriturismo stesso. Un pranzo completo andrà dai 25 ai 30 €. Vale assolutamente la pena fermarsi qui e dispiacerà andare via. Consigliatissimo

Pizzeria Pellone - Via Nazionale 43 - Napoli - Famoso locale nelle vicinanze della stazione centrale, sempre affollatissimo che serve quella che si dice la tipica pizza napoletana, intendondosi come grande, morbida con abbondante cornicione. Ineteressante a vederla passare la pizza fritta. Prezzi normali, da 7 a 12 € secondo le tipologie.


La cappella di S. Gennaro



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