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domenica 18 dicembre 2011

Davanti al vino.

Dietro il paravento - stampa popolare.

La temperatura si sta abbassando velocemente. Adesso è davvero inverno, sotto il cielo sgombro di nubi. La poesia di oggi è Davanti al vino di Li Po, il poeta più famoso della dinastia Tang.


Vino di vigna,
coppe di oro.
Una ragazza giovane e bella
venuta in groppa ad cavallo bianco
ha sopracciglia tinte di nero
e stivaletti di seta rossa.
Canta vezzosa sbagliando le parole.
Durante la festa mi vola tra le braccia.
Cosa ti farei dietro il paravento.

Li Po (700-761)


Refoli spiranti da:  C. Leed - Storia dell'amore in Cina - SEA -1966


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Per un amico triste.

sabato 13 agosto 2011

Voglia di immortalità.

immagine dal web
Il mio voto
Il Fiume Giallo corre verso l’Oceano dell’Est,
Il sole scende nel mare dell’Ovest.
Come il tempo, l’acqua fugge per sempre,
Non arrestano mai la loro corsa.
Con la giovinezza scompare la primavera,
L’autunno giunge coi miei capelli bianchi.
La vita umana è più corta di quella d’un pino.
Che meraviglia allora,
Se la bellezza fugge e fugge la forza?
Perché non posso inforcare un Drago Celeste
Per respirare essenza di luna e di sole
E divenire immortale?

Li Po - 701 -762 d.C. (din. Tang )

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venerdì 22 ottobre 2010

Recensione: Hesse - L' ultima estate di Klingsor.

Di Herman Hesse, la maggior parte dei lettori conosce unicamente Siddharta, il suo romanzo simbolo , di certo il più pregnante e significativo, una vera e propria bandiera formativa, un classico di tutti i tempi. Ma ritengo che non sia tempo perso dare un'occhiata anche a qualcosa di diverso della sua piuttosto ricca produzione. Quindi vi suggerirei di dedicare un'oretta, non di più serve a scorrere la sessantina di pagine di un'operetta molto interessante: L' ultima estate di Klingsor. Di chiara matrice autobiografica, il romanzo, pubblicato nel 1920, ripercorre gli ultimi mesi di vita di un pittore ossessionato nelle continue fasi alterne delle stesse crisi maniaco-depressive che travagliarono l'autore per tutta la vita. Naturalmente, come spesso accade, sempre sull'orlo del suicidio, il nostro buon Hesse campò fino ad 85 anni e dopo aver seppellito due mogli e quasi la terza, se ne andò per emorragia cerebrale nell'amato Canton Ticino, osannato e circondato da stuoli di ammiratori fedelissimi e blasonato da un Nobel che non si curò neppure di andare a ritirare a Stoccolma.



Soffrì di certo il tentativo peloso di appropriazione che la dittatura fece appellandosi ai suoi temi di filosofia orientale in cui il Reich cercava folli fondamenti giustificativi, da cui però non solo riuscì a distaccarsi con forza e chiarezza, ma subendo la conseguenza di un esilio forzato in Svizzera e della impossibilità di pubblicare nella sua patria. Come tutte le sue opere, anche questa è pervasa dai grandi temi dominanti della sua vita, i sentori della filosofia orientale che per motivi familiari ne avevano formato la gioventù, l'amore per la Cina e i suoi grandi poeti come Li Po, il rutilare della luce e dei colori che stordiscono la mente di questi malati nella fase di eccitazione per precipiare negli abissi oscuri del momento down di lì a poco. L'amore per le donne, gli amici e la necessità di stordirsi per nascondersi ai fantasmi della mente, ben presente nella poetica Tang o persiana da lui tanto ammirata, riempiono queste pagine dense di sensazioni, fino alla sospensione finale che lascia intendere dal titolo stesso, l'epilogo tragico. Una lettura piacevole e comunque propedeutica ad una più completa conoscenza di questo autore chiave del XX secolo.




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sabato 18 luglio 2009

In montagna un giorno d’estate


Certo qui l’atmosfera è decisamente diversa, anche se per tutta la notte il vento teso dell’Assietta ha spazzato con forza la valle portando con sé nubi e umidità. Non è certo il feroce vento gelido dell’inverno che faceva dire al Cardinal Pacca “Se vuoi conoscer l’inferno vieni alle Fenestrelle d’inverno”, pure le folate che sibilano sotto il tetto fanno temere ogni genere di disastri; poi, la mattina, trovi al più qualche vaso rovesciato ed il cielo terso con qualche bianca nuvola alta che ti riconcilia con il mondo. Così i rudi camminatori prendono la strada delle vette, mentre i pigri, che vogliono approcciare la natura con più calma, si stendono sui prati con gli amici ritrovati, con cui è bello dialogare su come è passato l’inverno. Deve essere un po’ la stessa serena malinconia di Li Po in questa lirica forse meditata tra i monti, dopo un caldissimo luglio a Chang An.

Agito lievemente un bianco ventaglio di piuma,
Seduto colla camicia aperta in un verde bosco.
Mi tolgo il berretto e l’appendo ad una pietra che sporge;
Il vento dei pini piove aghi sulla mia testa nuda.

sabato 6 giugno 2009

Sul lago.

Oggi ancora vena poetica e ancora con Li Po dopo una notte inquieta.

Canto del lago.

Lucide acque profonde; luna di primavera.
Sul lago del Sud vado a cogliere le bianche ninfee.
I fiori dal lungo stelo sinuoso,
pare che vogliano dirmi qualcosa;
ahimè, che li uccide la mia piccola barca oscillante.

venerdì 5 giugno 2009

Jiǔ

L'ideogramma "jiǔ" è molto utilizzato nell'impero di mezzo, come del resto lo sarebbe in tutte le altre culture millenarie. La parte destra si identifica facilmente con un' anfora vinaria classica, dalla forma panciuta, il collo stretto con anse ed il fondo che va rastremandosi. Pensate che i cinesi scoprirono per primi l'utilizzo dela funzione del baricentro applicato alle anfore. Venivano infatti prodotte in modo che, immerse nell'acqua de fiume, si raddrizzassero spontaneamente una volta piene (sottolineo di nuovo, che appena questa gente smetterà di copiare, saranno dolori per tutti). La parte sinistra è la ben nota stilizzazione ridotta dell'acqua, mirabilmente raffigurata da tre gocce che cadono, guardate, quella più in basso, che ha già raggiunto la superficie di impatto addirittura rimbalza in un delizioso schizzetto. Bene, quindi, il liquido contenuto nell'anfora vinaria , cioè "alcool, liquido alcoolico". Basta infatti aggiungere davanti i caratteri "pú táo " (uva) e abbiamo vino, "pí " e abbiamo la birra, "mǐ" (riso) e abbiamo il vino di riso e pensate un po', anteponendo "kòng xīn" abbiamo "alcool dal cuore vuoto, senza sentimento" che significa aperitivo, un giudizio un po' tranchant che mette questa pratica così diffusa in occidente, tra le cose futili. Detto questo, rimane il fatto che l'alcool, sotto le sue più diverse forme ha lavorato a fondo in tutte le culture, riuscendo ad essere resposabile di molta espressione artistica. Quanti poeti, da Bodelaire a Ommar Khayyam sono debitori all'alcool per la loro produzione. Il mio favorito Li Po, che ormai ben conoscete, non era certo da meno e in questa occasione doveva essere piuttosto "rotondo" ed oggi, stimolato ed invidioso dell'eleganza proposta qui da Popinga che vi invito a leggere con piacere, voglio tentare una indegna traduzione di una sua famosa lirica (nello stile dei 20 caratteri in 4 versi) e vi assicuro che di mattina non sono solito toccare alcool.

杂曲歌辞

金花折风帽,
白马小迟回。
翩翩舞广袖,
似鸟海东来


Andarsene cantando una canzone sguaiata.

Un colpo di vento e il costoso cappello è perduto,
mentre il candido cavallo ritorna pian piano.
Ballo elegante, muovendo le ampie maniche,
come l’ uccello marino che viene dall’est.

mercoledì 18 marzo 2009

Lontananza

Mentre vago per terre lontane, ho lasciato al mio ghost writer il compito di postare questa lirica di Li Po, che spero apprezzerete.

Gemere nella notte scura.

Il corvo nero che sta sulle mura di Huang Yun,
gracchiando torna rapido al suo ramo.
La donna nella piana di Chin tesse sul telaio un broccato,
il filo turchese è come fumo che lascia un segno alla finestra.
Stanca posa la spola e pensa all’amore lontano,
da sola passerà la notte nella camera solitaria,
mentre le lacrime scendono come pioggia.

domenica 14 dicembre 2008

La mandola

Un piacevole sabato passato con gli amici. Per il piacere che mi ha dato la loro compagnia voglio dedicare a loro queste parole di Li Po:

Ascoltando la mandola.

Ha una mandola il prete buddista di Chou:
Scende dalla montagna dei Sopraccigli
Verso Ponente, e la suona per me.
Suoni vibranti che somigliano al brusio
D’una foresta di pini mossa dal vento.
Come lavato dall’acqua del fiume
Il mio cuore si sente pulito.
Il dolce suono
S’unisce ai tocchi della campana lontana.
Insensibilmente scende la notte,
E i monti si smussano nella nebbia leggera.

lunedì 1 dicembre 2008

Davanti alle coppe piene

E' scesa ancora la neve. Cosa c'è di più piacevole che trascorrere la domenica con persone care che ti hanno preparato con affetto cibo e compagnia. Perchè l'età che avanza, alla maggioranza delle persone, invece della serenità della consapevolezza, induce tristi rimpianti di giovanilismo e splendori passati spesso sopravvalutati?

Dice ancora Li Po:

Davanti alle coppe piene

Lo zefiro in corsa verso levante ci visita;
Sfiora nei calici il vino che appena s’increspa.
I fiori aperti cadono dai rami;
Cullati dal vento amoroso abbracciano il suolo.
La bella s’inebria, il roseo volto s’arrossa;
Ahi, muore il fulgore del pesco e del pero!
Il tempo bugiardo nasconde le tracce e fugge;
Tu puoi danzare ma il sole s’inclina a Ponente.
Tu puoi serbare ancor la gaiezza dei giovani,
Ma i tuoi capelli sono già tutti bianchi
E ti lamenti invano!

Non so cosa avesse Li Po sul suo tavolo, ma io avevo:

Focaccia con crema di porri e sesamo, Belga con Fromage blanc
Insaccato di capocollo e salamella semipiccante di produzione familiare.
Lumache Bourghignonne
Sformatine di baccalà mantecato e riso Venere Nera
Plin alle erbette con ragù
Medaglioni di filetto ai carciofi e terrina di patate alle erbe fini
Semifreddo all'arancia maison
Kiwi del frutteto
Arneis 2007- Nebbiolo 2005 - Barbaresco 1977

Tutto il vegetale appena colto a Kilometri 0,015 essendo orto e frutteto a 15 metri (per soddisfare l'amico Merinos, anche se non era a km zero, mi scuserà, non si è potuto fare di meglio). Forse invece Li Po aveva soltanto vino di riso e involtini primavera in salsa di soia. Grazie ancora Dada!

lunedì 24 novembre 2008

Pensiero in una notte quieta

Questa notte una spruzzata di neve ha imbiancato i tetti, leggera. I miei amici erano in montagna ieri e dalla loro finestra si vede il cielo. Così oggi ancora vena (o svenevolezza) poetica con una famosa quartina di Li Po, anche se la traduzione è un po' maccheronica.

床前明月光

疑是地上霜

舉頭望明月

低頭思故鄉

Davanti al mio letto il luccichio della luna
copre di brina il pavimento.
Alzo la testa e osservo la luce lunare,
abbasso la testa e ripenso al paese d'un tempo.

mercoledì 12 novembre 2008

A Tan Chiu


Un mio caro amico mi manda questa bella foto delle montagne della Val Chisone che tanto ama e poichè so che vorrebbe starci molto più a lungo di quanto non riesca, gli dedico questa poesia del mio amato Li Po, noto come il Poeta Immortale della dinastia Tang,

A Tan Chiu

L’amico mio dimora
In alto sui monti dell’Est;
Gli è cara la bellezza
Delle valli e dei monti.
Nella stagione verde
Giace nei boschi vuoti;
E dorme ancora quando
Il sole alto risplende.
Un vento di pineta
Gl’impolvera maniche e manto;
Un ruscello ghiaioso
Gli terge il cuore e l’udito.
T’invidio! Tu che lontano
Da discorsi e discordie
Hai la testa appoggiata
A un guanciale di nuvole azzurre.

Sono certo che si identificherebbe volentieri nel Tan Chiu di 1.300 anni fa.




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