martedì 9 agosto 2011

Il vento dell'Assietta.





Il vento dell’Assietta arriva da nord gelido e violento, con folate così forti da abbattere pali e le altre cose mal fissate. Al chiuso ed al riparo lo senti fischiare malevolo, poi a tratti i colpi di qualcosa che cade, di un infisso chiuso male che sbatte. Nella notte soffia con fragore sopra il tetto; è un ruggito che impaurisce e ti fa serrare sotto le coperte. Anche il cardinal Pacca, prigioniero del Forte un paio di secoli fa, ne fa menzione con dolore, mentre tentava di chiudere alla meglio con qualche drappo, le aperture prive di finestre della sua cella. Ha cominciato a gemere imperioso sul far della sera, mentre la temperatura scendeva di botto e tutta la compagnia era riunita sul mio terrazzino per una conviviale a base di gofri (tipicità della valle di cui ho già parlato qui). Il calore della fiamma potente, i tortelli bollenti che uscivano con cadenza misurata e implacabile ogni tre minuti, le farciture di salumi, lardi, gorgonzola, nutella, mieli e marmellate che attendevano distese sulla tavola di riempirli per dare un senso ed un sapore alla pur deliziosa croccantezza, non facevano avvertire il cambio climatico imminente e la piacevolezza che questo mangiar comune che si stempera nella chiacchiera e nel piacere di stare insieme, in attesa dell’uscita cadenzata del gofri dalla gofriera, ha reso la serata davvero simpatica. 

Il Forte Serre Marie
Le uniche paure, provenivamo non dall’ululare del vento, ma dal timore che finisse il gas della bombola. In alto una stellata senza uguali. Questa mattina, attenuatisi i fumi delle bevande consumate, ho potuto trascinarmi al bar a tenere la posizione con qualche fedele, mentre la maggior parte della brigata, incurante del turbinio del vento, ha preso la via dei monti. A mezzodì erano già sulla cima del Pelvo di Val Argentera, così almeno da comunicazione ufficiale. La furia degli elementi ha lasciato un cielo terso e anche i rari sbuffi bianchi che correvano veloci sullo sfondo cobalto, sono scomparsi. Sono finite anche le nubi da scopar via da questo blu infinito. In alto sulla cresta, il Serre Marie, il Dado, Il Forte Valli, par di poterli toccare con le mani, appena dietro l'arancio acceso dei sorbi. Ti sembra quasi di poter contare gli aghi dei pini tanto è trasparente l’aria. Di solito il vento dell’Assietta dura tre giorni, poi tornano le nubi, l’umidità e la pioggia di fine agosto, quella che conclude l’estate. Ma tanto, noi, si va via domani.

Il Forte San Carlo di Fenestrelle


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Chapatti, piadine, gofri.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Tempo bello o tempo brutto ..la vacanza è sempre divertente e appetitosa. Grazie per la ricetta ,leggendo il tuo commento non ho dubbi che sia gradevolissima
Gianna

Enrico Bo ha detto...

@Gianna - Infatti e con gli amici è smepre un gran piacere

sinonapoletano ha detto...

Vedo le tue foto e guardo attraverso la mia finestra qua a Shanghai e mi chiedo: cosa ho mai fatto di male per respirare questo veleno?

Enrico Bo ha detto...

@Sino - dai che l'ho respirata anch'io e c'è la sua parte di interesse , sei al centro del mondo adesso, noi, ormai siamo periferia.

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