sabato 27 agosto 2011

Il MIlione 53: Castità allo zenzero e sacerdozio.



Le navi di Marco procedono verso Nord-Ovest. E' ancora presto per dire che sente aria di casa, perché qui dove si trova ora, siamo ancora nell'India piena, anche se al suo limite di confine con la piana dell'Indo. E' la grande penisola del Gujarat, terra di incanti, poco conosciuta anche adesso, che riceve solo i turisti davvero curiosi di esplorare a fondo questa parte del mondo. Terra abbastanza lontana dalle modernità dell'India del XXI secolo, dai computer di Bangalore, le luci della Bollywood di Mumbai, la ricchezza cosmopolita di Delhi. Questo è ancora un mondo dove la religione è davvero padrona e le prescrizioni che detta vengono rispettate a fondo. Ancora oggi in questo stato vive un rigoroso obbligo di vegetarianesimo, a cui volenti o nolenti dovrete adattarvi e magari la cosa vi permetterà di entrare appieno nell'atmosfera. Davanti agli 8000 gradini per salire alla città templare di Palitana (di cui vi avevo già parlato qui), la forza di intraprendere la salita, me la diede infatti una specie di pasta al forno in bianco, noodles con una specie di besciamella vegetale, insaporita dalle tante spezie del luogo e con una deliziosa crosticina che nascondeva il calor bianco del sottostante pizzicore dell'abbondante zenzero fresco. Ma basta fare attenzione e non essere ingordi, come certo non era Marco.

Cap. 180
Gofurat è uno grande reame, e ànno re e linguaggio per loro. In questo paese si à pepe e gengiove (zenzero) assai e bambagia (cotone). Ancora non mangiano né animale, né uccello perché dicono che ànno un'anima. E non ucciderebbero niuno animale di mondo, né pulci, nè pidocchi, onde sarebbe peccato. Elli dormono ignudi su la terra né non tengono nulla né sotto, né addosso e tutto l'anno digiunano e no mangiano altro che pane ed acqua.

Questa è la terra del trionfo del Jainismo con la sua fede forte e decisa nei divieti correlati al rispetto di qualunque forma di vita. Così, non si può non rimanere stupiti anche da quelle che noi possiamo reputare esagerazioni. Era quasi sera quando lasciavo le cupole rosate dei diecimila templi sparsi sulla sommità delle colline, una frastagliata sequenza di cupole, di pinnacoli, di ogive indicanti il cielo greve di nuvole monsoniche da cui sprazzi di rosso carico manifestavano prepotenti, il desiderio di vivere del sole al tramonto. All'interno decine di sacerdoti con una pezzuola sulla bocca per non inghiottire e quindi uccidere microbi, scopavano il selciato davanti a loro prima di uscire per non correre il rischio di calpestare qualche scarafaggio. Una vita attenta e all'apparenza pura e non solo sul versante dell'alimentazione.

Cap. 173
E le donzelle portano da mangiare a questi idoli ove sono oferte; e pongono la tavola dinanzi a l'idolo e pongovi suso vivande e lasciavi stare una grande pezza , tuttavia le pulzelle cantando e ballando per la casa. Quando ànno fatto questo dicono che lo spirito de l'idolo à mangiato tutto il sottile de la vivanda, lo ripongono e vànnosine. Ancora vi dico che elli ànno loro aregolati (sacerdoti), che guardano l'idoli. Ora li vogliono provare s'egli sono bene onesti, e mandano loro per le pulcelle che sono offerte all'idoli e fannoli toccare a loro in più parte del corpo ed istare con loro in sollazzi; e se 'l loro vembro si muta o si rizza, sì 'l mandano via e dicono che non è onesto e non vogliono tenere all'idolo uomo lusurioso; se 'l vembro non si muta, sì 'l tengono a servire nel munistero. 

Tempi duri per i monaci del tempo e grande varietà di compiti per le inservienti. E' probabile che molti sacerdoti non abbiano superato le dure prove a cui erano sottoposti, tanto è vero che oggi, la regola prevede che nei templi Jainisti, le funzioni religiose siano svolte da sacerdoti di fede induista, ma di specchiata moralità naturalmente. Quando vi capiterà di visitare qualcuno di questi templi, ricordatevi di portare con voi una corda o una cinta di stoffa. Il divieto di usare cinghie di cuoio all'interno dell'edificio, potrebbe provocarvi difficoltà nel tener su i pantaloni e trovarsi di colpo in mutande davanti all'altare di Gomateswara, potrebbe essere interpretato come una imperdonabile mancanza di rispetto e da queste parti sono ancora piuttosto severi al riguardo.






Refoli spiranti da: Marco Polo - Milione - Ed.Garzanti S.p.A. 1982


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3 commenti:

Unknown ha detto...

Grande fascino, anche a Palitana, che mi ero perso.
Buondì
Cristiana

Ambra ha detto...

Davvero curiose queste abitudini sacerdotali tra il religioso e l'erotico.

Enrico Bo ha detto...

@Cri - Palitana è davvero un posto magico , se riesci ad arrivare in cima agli 8000 scalini !!!!

@Ambra - Magari si potrebbero estendere anche ad altri cleri...

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