lunedì 18 febbraio 2019

Bangla Desh 4 - Comilla


Un guardiano

Scavi
Il traffico cala di poco anche se ci stiamo allontanando dalla capitale, anzi il problema dell'aumento relativo della velocità di percorrenza, va ad incrementare l'inquietudine per i mezzi che procedono contromano e che di volta in volta compaiono all'improvviso davanti, ma tutto sembra regolare al nostro valido ed abbastanza sportivo autista, che guida un po' come in un videogioco, facendo peli e contropeli ai vari veicoli da superare di volta in volta. Sarà per questo che le carrozzerie sono continuamente rattoppate da tutte le parti, eppure pensandoci bene non vedremo un solo incidente in tutto il giro, potenza delle difficoltà che abituano i guidatori a migliorare la loro capacità di guida, d'altra parte per gli americani che guidano sulle rotaie e a velocità quasi costante, aggirarsi al volante in una città italiana è terrorizzante. Insomma è l'abitudine che migliora le capacità generali. Intanto, mentre cala la sera, arriviamo a Comilla, una cittadina di oltre un milione e mezzo di abitanti, roba piccola insomma, un po' anonima pur essendo una delle più antiche del paese. Ma è così, quando esplode la sovrappopolazione, la crescita disordinata provocata dal bisogno si estende come una macchia di olio esausto e nero su tutto, cancellando o stravolgendo il passato fino a cancellarlo. 

Il palazzo della regina
Le poche vestigia residuali, confuse tra la massa del nuovo, già corroso a sua volta, da un clima perfido e dalla povertà, hanno difficoltà a far uscire la testa. Tuttavia anche se è passato solo un giorno da quando sono arrivato in questo paese, una caratteristica appare subito evidente. Nonostante gli enormi problemi che ho già sottolineato e che non possono che dare a questa gente una qualità di vita tra le ultime al mondo, respiri (oltre all'aria inquinatissima) una sensazione di serena gioiosità, di allegria contagiosa, di sorrisi continui, di bonomia generalizzata in ogni persona che incontri. Strano, no? Come mi hanno detto in molti, proprio come accadeva nella vecchia India, dove invece il tenore di vita e le condizioni, per lo meno nelle grandi città più ricche, sono oggi molto migliorate, ma dove, come mi ha detto un sacerdote incontrato in un tempio di campagna, la gente ha ormai perso il sorriso. Qui invece la gente appare molto aperta e contenta; e non voglio blaterare con la solita retorica della povertà gioiosa e dei soldi che non portano la felicità. Lo so che sono tutte balle e che con una casa decente stai meglio e più sereno  che in una capanna di fango e stracci, con un ospedale eventualmente a disposizione ed un lavoro che ti consenta di vivere, però forse sta nel carattere di questa gente, una tendenza a ridere e a gioire delle piccole cose. 

Tempio buddista e monastero
Il nostro Eusuf, tanto per dare ragione alla mia teoria, canta intanto per ingannare il tempo da trascorrere in macchina: gli piacciono le dolci canzoni d'amore che gorgheggia con occhio sognante. L'autista gli fa da spalla e sottolinea i ritornelli, che parlano di cuori infranti e di amori impossibili, si sa qui non è come da noi dove ognuno fa un po' come gli pare, ci sono regole familiari da rispettare, tradizioni imposte e le cose sono un po' più difficili da mandare avanti, anche se tra le rovine o nei parchi, noti sempre coppiette in cerca di spazi poco evidenti nei quali mimetizzarsi. Comunque l'albergo di Comilla tiene tutto un palazzo ed è di recente costruzione, pensato evidentemente per uno sviluppo turistico o commerciale imminente piuttosto speranzoso. Il proprietario stesso si fa in quattro per assicurarsi che la cena sia di nostro gradimento e richiede un selfie per sua futura testimonianza che stranieri (di qualità, ben s'intenda) abbiano scelto di soggiornare da lui. Dormo come un ciocco. La notte saltata si fa sentire e rimettersi in marcia la mattina non è più agevole come quando avevo cinquanta anni (bisogna spostare continuamente l'asticella, accidenti). Comilla è nota comunque per essere una città universitaria e quindi in giro è pieno di studenti, debitamente ingiacchettati che vanno a lezione.

Il tempio moderno
Naturalmente molte appartengono alle diverse confessioni religiose e a differenza delle costose università private, forniscono istruzione anche a chi ha meno disponibilità, naturalmente l'impostazione teologica è lo scotto da pagare. Passiamo davanti all'istituto buddista più grande del paese, circondato di giardini e dominato da una enorme statua di recente costruzione. Il gigantismo abbinato alla ricopertura giallo dorata è di certo una affermazione di presenza, che si possa notare anche da lontano, qui in terra di Islam. A fianco le vestigia di un grandissimo tempio del quale rimangono soltanto più le tracce, circondate da immensi giardini, molto ben tenuti. Dal punto più alto puoi vedere bene la gigantesca pianta dell'edificio e delle cento e più celle del monastero che lo circondava. Anche qui coppiette cercano di infrattarsi tra gli angoli nascosti dei muri coperti di muschio e appena arrivi a cercare di scoprire qualche punto di vista interno, si ritirano, un po' vergognosi del loro ardimento. Sempre fuori città, ma qui la distanza tra città e campagna è molto labile, tutto si confonde in una ruralità densa di case, baracche, capanne inframmezzate da stagni, pozze maleodoranti e canali che delimitano i pezzi di terra da coltivare, c'è un'altra oasi verde, tenuta con la piccata attenzione che la cultura inglese ha lasciato come tradizione: un piccolo cimitero di guerra, dove sono ospitate le vittime della guerra di Birmania, seguita all'invasione giapponese. 

War Cemetery
Come tutti questi luoghi, domina la pace che sembra possedere il sentimento comune dopo le carneficine della guerra. Le piccole tombe allineate, riportano solo un nome, la nazionalità ed il corpo di appartenenza. I giapponesi poco lontani dai loro avversari, africani, inglesi, australiani e indiani, ex nemici accomunati dalla stesso destino, quello dell'inutile morte causata dall'odio anonimo, creato dagli interessi economici di altri, in cui di tanto in tanto precipitano le nazioni, non appena dimenticano i disastri appena avvenuti. Non credo che molti arrivino fin qui a mettere un fiore sul prato verde che copre questi quasi mille ragazzi di venti anni o poco più, spinti fin quaggiù, non dal desiderio di vedere il mondo, ma dall'obbligo di sacrificarsi per altrui interessi. Per questo motivo questi luoghi, apparentemente sereni e di una loro limpida bellezza, mi appaiono sempre velati di un triste rammarico, per tante vite strozzate immeritatamente. Poco lontano il palazzo detto della regina, che presenta anch'esso soltanto più tracce di mura sbrecciate, più in alto un piccolo tempietto dedicato a Shiva, testimonia, l'incrocio di credenze che pervade questo territorio, anche se oggi si dichiara di maggioranza islamica. Di qui il tridente del dio sembra guardare alla cupola dirupata della pagoda a fronte, con aria di superiorità, ogni religione ha questo grande problema, il sentirsi superiore con la forza morale di sentirsi in possesso dell'unica verità, autonominandosi quindi predestinata ad imporla agli altri. Lontana la voce del muezzin canta la sua.

Il tempietto di Shiva

SURVIVAL KIT

Comilla - Città di passaggio sulla N1, a circa 90 km da Dacca, utile come posto di tappa verso il sud. Da vedere nei dintorni:

Ranir Bihar
Moynamoti war cemetery - Alla periferia della città. Oasi verde molto ben tenuta.
Moynamoti Ranir Bihar - Palazzo, a circa 500 metri dal cimitero, di cui rimangono poche vestigia scavate in un' ampia superficie e completate con un restauro conservativo che mostra la pianta complessiva. Vicino il piccolo tempio dedicato a Shiva.
Tempio buddista (Salban Vihara) - Anche di questo rimangono solo le tracce dei muri che mostrano la pianta del monastero con al centro il tempio. Qui vi era la sede della prima civilizzazione buddista tra il 7°ed il 12°. A fianco piccolo museo, che contiene la parte statuaria rinvenuta nella zona, belle terracotte. Di fronte la nuova statua gigante di uno standing Buddha. In giro ci sarebbero molte altre vestigia di templi buddisti minori da scoprire nella campagna, per chi si volesse fermare di più da queste parti.

JamJam Hotel - Shankarpur - Comilla - A 4 km dal centro. Struttura gigantesca piuttosto nuova. A noi è stato dato un intero appartamento di 3 ambienti all'ultimo piano. Bello pulito. Bagni nuovi, TV, frigo, wifi dichiarato ma non funzionante. Ristorante dell'albergo valido. Personale gentilissimo sempre a disposizione. Non saprei se a Comilla ci siano a disposizione sistemazioni migliori. Consigliato.

Meditando sulle rovine

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