Alessandria - il ponte Mayer |
Non è detto infatti che, fermata l'auto o nel nostro caso abbandonata la tastiera e scesi in strada, poi la gente sfoderi il proverbiale cacciavite per perforare l'intestino tenue del proprio avversario, qualche volta lo fa, è vero, ma in misura minima rispetto ai casi che si dovrebbero prendere in esame. Questo succede dappertutto, anche nella rispettosissima Cina dove nel traffico ho sentito più volte al mio pilota e accompagnatore pronunciare l'orribile e irriguardoso wan ba tan, uovo di tartaruga (l'edulcorazione del nostro stronzo) l'impronunciabile insulto rivolto a chi tagliava improvvidamente la strada, cosa che mai sarebbe stata digeribile se pronunciata di persona personalmente, direbbe Catarella. Insomma sarei quasi portato, non dico a giustificare la cascata inarrestabile di insulti, vituperi e porcherie inviate via web, accettandole come sfogatoio liberatorio del popolo, una sorta di stanza delle violenze data in uso temporaneo dove tutto è concesso una tantum, anche l'uso della mazza da baseball per sfondare ogni cosa a portata di mano, per poi poter tornare, una volta uscito, ad una vita civile e dignitosa fatta di prego, scusi, prima lei. Ma sì, anche se fa caldo, maledizione, gustiamoci ancora un po' questa libertà e ragioniamo sul fatto che avremmo potuto benissimo nascere in Afganistan.
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