martedì 8 febbraio 2011

Il Milione 37: La jungla degli unicorni.

Eccoci dopo una breve pausa a seguire il viaggio verso sud del nostro Marco Polo. Ormai non si tratta della carovana del mercante ma della ricca e importante delegazione dell'ambasciatore o governatore di provincia quale era stato nominato, essendo ormai nella manica dell'imperatore. Il cammino prosegue verso luoghi che erano allora difficili da attraversare, ma chissà, forse meno di oggi. A quei tempi solo la jungla fitta e le sue insidie si frapponevano ai mari del sud, oggi magari anche le mine o i signori dell'oppio. Vediamo dunque come ci descrive il difficile habitat del nord della Birmania, quando lasciati gli altipiani transhimalayani si segue il corso dei grandi fiumi verso l'oceano Indiano.

Cap. 120
Si discende per una grande china che dura due giornate e mezzo e poscia truovasi una provincia a le confini de l'India ch'è chiamata Amian (la Birmania). E l'uomo va per 15 giornate per un luogo disabitato e sozzo, ov'à selve e boschi con liofanti e unicorni assai e altre diverse bestie, che uomini e abitagioni non v'à.

Che senso di sperduta solitudine si prova in queste foreste, le stesse, certamente meno estese di un tempo, essendo gli spazi divorati a poco a poco dalla voracità della voglia di vivere della nostra specie, che a poco a poco costringe gli animali selvaggi a ridursi fino a scomparire. Ma basta camminare per pochi minuti al di là della prima fascia di alberi, ed ecco, il sentiero si fa più difficile da cogliere, sembra addirittura scomparire, il rigoglio di una natura, che caldo e umidità rendono aggressiva e rapidissima a riprendersi i suoi spazi appena l'uomo si riposa per un attimo, si fa incombente e ti senti subito perduto, in preda ai suoni della jungla, ai suoi rumori sconosciuti, ai fruscii preoccupanti, che non sai se amici o mortali. L'anno scorso ho camminato un'oretta da solo per raggiungere un torrente dove antiche pietre scolpite testimoniavano la religiosità universale dell'uomo. Alberi e liane, felci gigantesche, arbusti che nelle nostre case sono alti un palmo e lì ti sovrastano, radici enormi che avvolgono rocce corrose dalle piogge. Tra squittii, grida, urla, fruscii di un mondo vivo e pulsante, solo il tempo in cui vivi si cancella, percorrevo il sentiero di Marco e forse lui era lì davanti a me solo di pochi passi anche se fuori della mia vista. Poi ecco nella radura un elefante, ma con la bardatura in groppa per fare il giro col turista di turno e la bancarella dove fermarsi un po' a raccogliere le forze e mangiare pollo con zucca e papaya. La città è ancora lontana.

Cap. 121

...e dopo che à cavalcate le 15 giornate per questo così diverso luogo, truovasi una città ch'à nome Mien (Yangoon) grande e nobile, la gente è idola e àn lingua loro.Questa città è molto ricca e sottomessa al Grande Khane (fu conquistata nel 1283) e anticamente fue un ricco re che quando venne a morte lasciò che si dovesse fare due torri, una d'oro e una d'ariento, ch'elle sono alte bene 10 passi e grosse come si conviene. La torre si è di pietra, tutta coperta d'oro di fuori grosso bene un dito, si che vedendola par tutta d'oro. Ed è tutta piena di campanelle endorate che suonano tutte le volte che il vento le percuote.

Sotto le grandi pagode dorate il tempo non è passato, basta chiudere gli occhi ed il vento smuovendo le larghe foglie dorate appese ai piccoli batacchi, risuona un lieve tintinnio che riempie questi luoghi magici, portando con sé le preghiere dei fedeli che si accalcano davanti ai piccoli altari, oggi come allora, con piccole offerte di frutta, scuotendo lentamente sottili bastoncini di incenso.



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6 commenti:

Martissima ha detto...

le tradizioni persistono...per fortuna e alla faccia della globalizzazione, e tu non hai incontrato unicorni?
^_____^

Enrico Bo ha detto...

@Astro- certo che li ho incontrati ed anche fotografati come vedi nel post e sono gli stessi che ha visto il buon Marco , che più avanti spiga la cosa , che non era mica scemo.

Martissima ha detto...

ahhhh ecco ......quella è una tua foto compresa di unicorni.....scusa un po' cecata sono ^_______^

Enrico Bo ha detto...

@Astro - In generale le foto son tutte mie, però se devo essere sincero questi unicorni sono sudafricani, quelli indocinesi sono ormai estinti da mò. eheheh

Ambra ha detto...

Questa edizione commentata de Il Milione mi piace moltissimo.

Enrico Bo ha detto...

@Ambra - e siamo più o meno a metà dell'opera!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!