La spiaggia del Perhentian nel periodo di alta stagione |
Passaggio difficile |
E' ancora alba sul mare. Grandi masse di nuvole popolano il cielo in banchi serrati che si muovono veloci in grandi cumuli bianchissimi che il sole appena sorto sfiora con ditate rosa. La superficie dell'acqua ha da poco lasciato il plumbeo mantello notturno e comincia a manifestare la sua voglia di vestire lo smeraldo luminoso che ravviva il suo colore man mano che passeranno le ore. E' bello camminare sulla sabbia ancora umida per la marea che scende a poco a poco, liberando spazi più grandi e lasciando sul bianco tappeto le sue tracce di vita, conchiglie che ancora contengono l'animale spaurito, in ritardo per tornare alla sicurezza dell'acqua, granchietti che velocissimi percorrono il loro tratto di rena infilandosi nei buchi al tuo passare, coralli morti che riempiono il bagnasciuga in attesa di essere sfarinati per arricchire la mezzaluna dell'approdo. Le poche barche sono ancora alla fonda ad aspettare che gli abitanti della spiaggia si sveglino, mentre quelle dei pescatori sono invece al largo da ore a cercare le loro prede da proporre alla sera. Dietro, la foresta che copre Pulau Besar sembra un muro verde ed impenetrabile. Fa già caldo, ma è ancora sopportabile. Dietro gli ultimi bungalow dell'Arvana, c'è un sentierino che si inoltra tra gli alberi. Un gruppo di capanne nascoste nel bosco e un po' sfatte, con bambini seminudi che corrono nell'erba alta, appena segnata da un rivolo di acque di scarico. Dovrebbero essere le abitazioni del personale di servizio del resort di questa spiaggia. Se hai fede, segui il sentieno che prosegue dietro le capanne e si inoltra verso la montagna.
Quasi arrivati |
Non passa molta gente di qua e la pista è rovinata e corrosa dalla pioggia frequente che vi ha scavato solchi profondi ed insidiosi. Altra acqua percola dalle sorgenti del monte e mentre sali nel tunnel di verde, tra tonchi caduti e felci giganti, una umidità densa, quasi una danza di goccioline diffuse, scende dall'alto bagnandoti completamente e facendo apparire la tua mise decorata da una bandana simil Rambo de noantri, un po' ridicola e continuamente scavalcata da goccioloni di sudore grossi come gli schizzi dell'Arroseur arrosé di buona memoria. Camminare nella foresta pluviale è fatica dura, cercando di evitare le erbe che invadono la traccia di sentiero e che, senza machete, devi spostare a colpi di braccia, che subito si ricoprono di bollicine di irritazioni varie, sempre sperando di non beccare spine. La foresta è infida e la natura, bisogna immaginarlo, è nemica dell'uomo che vuole violarla. Il terreno poi è scivoloso e sdrucciolevole quanto basta a farti cadere nel fango ogni tanto, così puoi confondere terra e sudore in una pastina viscida che col tempo si seccherà dandoti un'aria molto selvaggia. Quando senti che probabilmente non ce la farai a fare un altro passo, ti rimane la razionalità necessaria a registrare la sensazione di avere ormai oltrepassato la metà del supplizio, cosa che renderebbe sciocca la rinuncia, la traccia si spiana segnalando la buona notizia che forse hai raggiunto il colletto e comincia a scendere se pure con una certa rapidità, cosa che aumenta le possibilità di scivoloni e cadute. Però tra i rami più radi cominciano ad intravedersi scampoli lontani di azzurro.
In the jungle |
Quando compaiono i bungalow situati più in alto del Perhentian Resort, capisci che anche stavolta ce l'hai fatta e la sensazione del chi me l'ha fatto fare, viene sostituita dal classico oh come mi sono divertito. Quando arrivi alla spiaggia, il piacere più grande è quello di gettare a terra zaini, magliette, scarpe da trekking e calzoni, sotto la prima palma fronzuta, cercando di evitare la caduta dei cocchi e buttarti nell'onda, calda come un brodo di coltura, un senso appagante di liquido amniotico primordiale che ti avvolge, ti lava, ti ripulisce della lordura raccolta nel bosco, ti purifica della fatica e dalle sensazioni negative. Il mare è il grembo della vita e qui lo senti in maniera particolare, su questa spiaggia magnifica dove puoi rimanere a riposare, e restare disteso senza curarti del tempo, senza che pensieri inutili ti occupino la mente, libero di ascoltare il respiro carezzevole della brezza che arriva dall'acqua e che amica e complice, ti dà il benessere assoluto, cancellando il senso di calore che ti asfissiava nel bosco e che, anestetizzandoti i sensi, ti impedisce di sentire l'effetto dei raggi del sole che, ormai liberatosi dall'assedio delle nuvole, illumina mare e sabbia. Così quando a sera constaterai che ogni centimetro di pelle esposta all'aria, è diventata di un rosso vermiglio e l'ustione si sta propagando a tutto il corpo, in attesa delle bolle che si riempiranno di acqua prima di scoppiare, lasciandoti la cosiddetta pelle del lebbroso, prima di staccarsi a pezzi, potrai continuare la meditazione sul tema: La natura e la sua ingannevole predisposizione a nuocere all'uomo, per lo meno a quello sprovveduto e sciocco.
Finalmente la spiaggia |
SURVIVAL KIT
Funghi saprofiti |
Flora Bay Resort - Su Pulau Besar, l'isola grande sulla spiaggia rivolta ad est. In questa zona , la mia impressione è che cisiano le sistemazioni più modeste. Comunque il bungalow per due sul mare mi è costato (in periodo di alta stagione) 185 R. a notte con colazione, mentre vedo che ad es. a giugno è in offerta su booking a 23€, cioè quasi la metà. In ogni caso la sistemazione è buona, anche se mobili e dotazioni sono molto spartani. AC, free wifi, frigo e bagno sono funzionanti e accettabili. Grande tendone centrale dove sono concentrati tutti i servizi e le offerte turistiche incluse escursioni di snorkeling e scuba diving, oltre al ristorante, piuttosto modesto, il consiglio è di mangiare nei ristorantini lungo la spiaggia. Il molo dove si arriva dalla terraferma è di fronte, da qui potete prendere i taxiboat per ogni altra spiaggia.
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5 - Passeggiare
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