venerdì 26 maggio 2017

Malaysia 28 - Kuching


Il tempio  Tua Pek Kong


Vendita dolciumi

Ma guarda un po'. Questa Kuching non è un insieme di baracche sul fiume come forse avevi idealizzato. E' una città normale in fondo, di,quasi mezzo milione di abitanti, sdraiata pigramente sulle sponde di un grande fiume limaccioso, come tutti i corsi d'acqua del Borneo. Un centro di palazzi nuovi di vetrocemento come vuole lo sviluppo moderno, una zona tradizionale in stile chinatown come si conviene ad una città nata dai commerci che contiene almeno metà della popolazione di origine cinese, negozietti per turisti, una moschea moderna sulle rive del fiume da cui partono le river cruise alla sera e gente che come in tutte le parti del mondo, si muove, lavora e non fa caso agli scrosci di acqua che il cielo manda giù con violenza anche se con una certa regolarità nei pomeriggi verso sera, quando sembra che non si possa più resistere al caldo umido e che quindi vengono sempre accolti come una sorta di liberazione che fa respirare per qualche ora, raffreddando un minimo la temperatura, prima che l'equatore vicino ricominci a pompare un calore cattivo che fa fumare la terra umida.  E' chiaro che qui sei un un altro stato, certo è sempre nominalmente Malaysia, ma qui cambia tutto, a partire dalla composizione etnica e dagli stili di vita. Siamo in una confederazione nata artificiosamente, lo capisci subito all'aeroporto dove scali all'internazionale e non ai voli domestici e ti timbrano il passaporto come se arrivassi da un paese straniero e quaggiù si sentono davvero molto lontani dal continente, sono coscienti ed orgogliosamente diversi e come ovvio ce l'hanno con la centralità della capitale che si prende tutti i soldi. 

Il monumento ai gatti
Kuala lumpur ladrona insomma. Ma possibile che davvero tutto il mondo sia così simile nei sentimenti e nelle inclinazioni, specialmente le peggiori? Kuching vuol dire gatto e pare ci siano gatti dappertutto, in carne ed ossa e raffigurati nelle varie maniere a partire dal monumento nella piazza centrale, per finire addirittura nella ghisa dei tombini delle strade. Deve essere interessante essere qui nel periodo della festa dedicata a questo animale. Comunque i negozietti del centro sono divertenti e pieni di mercanzia a prezzi accettabili, insomma lo sfogo del turista è assicurato. Anche le trattative sembrano più rilassate, quasi che il clima incida sul carattere e sulla bonomia di chi ci vive. Questa sarà anche stata terra di pirati sulle coste e di tagliatori di teste nell'interno, ma i nipoti di questa gente ha larghi sorrisi e il contatto umano sembra davvero improntato alla bonomia, sarà che alla fine tu sei sempre un portatore di moneta, parte della quale lascierai in loco. Il piccolo tempio di Tua Pek Kong è un momento davvero piacevole di sosta. I suoi colori violenti brillano esagerati, rossi, blu, verdi carichi e decisi che evidenziano pareti, tetti e statue che sfilano sui portali e nell'interno con la vivacità naif che contraddistingue quella religiosità fatta essenzialmente di superstiziosa accondiscendenza. Anche se non è un giorno di festa molte persone entrano, fanno offerte e si fermano a pregare davanti alle statue o nei grandi vasi dal fondo coperto di sabbia dove si infilano i bastoncini di incenso. Altri stazionano davanti alla vasca piena di piccole tartarughe offerte al tempio come speranza ed augurio di longevità. 

Strani divieti all'Hostel Nomade
I fedeli si raccolgono a testa china e mani gunte e mandano la loro preghiera che quasi sempre è una richiesta verso quella parte trascendente che rimane sempre nel fondo dell'animo umano anche se più o meno nascosta. Spesso infatti accade che si sia smesso di credere in dio per poi credere a qualunque cosa dica il primo cretino che passa, ammantato da una credibilità di moda, un po' new age, un po' complottista. Gli arruffapopolo poi fanno il resto e ci lavorano sopra. Ci si abitua in fretta all'aria tranquilla e svagata di questa capitale che ti invita alla calma e a non prendere le cose di punta. Bisogna fermarsi un attimo a ragionare e a decidere cosa fare in questa terra dove la natura è preponderante su ogni altro aspetta. Certo c'è anche qualche grande albergo come si addice a quella che tutto sommato è una capitale, ma tutto attorna pullula di alberghetti e ostelli per saccopelisti e ragazzi che viaggiano a basso budget. Quello che ho scelto attirato dalla posizione e dal basso prezzo è uno di questi, del tipo di quelli che avrei dovuto frequentare quando avevo venti anni. In cima ad una scaletta ripida, c'è uno stanzone comune in stile vagamente hippy dove si accede rigorosamente senza scarpe, un po' per seguire lo stile locale, un po' perché fa molto figli dei fiori, anche se il sentore di formaggio aleggia birichino nell'ambiente, visto il numero di scarpe da ginnastica abbandonate sulla rastrelliera e la temperatura che fa ricoprire di sudore ogni superficie corporea. Sulla porta sono incollati segnali di divieto di difficile interpretazione anche se piuttosto curiosi, le pareti sono ricoperte dai graffiti di saluto dei clienti soddisfatti, la madame alla cassa è come sempre molto gentile e ti spiega le regole della casa prima di inviarti alla camera. E' una pacioccona dalle mani e piedi grandi, qui i tratti del'oriente cominciano a perdersi ed a confondersi con quelli dell'Oceania, della quale il Borneo è una delle porte. Risaliamo altre scale. Bisogna fare uno stop soprattutto mentale per abituarsi alla nuova terra ed organizzarsi su come affrontarla. 

Tessuti


SURVIVAL KIT

In attesa della camera (foto P. Procchio)
Kuching - Capitale del Sarawak. 500.000 abitanti circa. Ben collegata con diversi voli giornalieri a Kuala Lumpur, alle cittadine dell'interno come Miri e alle città degli altri stati del Borneo come il Sabah, Brunei o il Kalimantan indonesiano, sia con Air Asia che con Malaysia airline a prezzi modici. Rimane il punto dipartenza obbligato per visitare questa isola. Le strade nel Borneo sono poche anche se buone e le distanze sempre notevoli per cui l'aereo è una scelta coerente. Città tranquilla e gradevole, passaggio obbligatorio per la visita dello stato del Sarawak. Molte agenzie in cui organizzarsi le varie visite di cui parlerò nei prossimi giorni, che con grande difficoltà ci si potrebbe anche preparare da soli. I prezzi non sono bassissimi, ma alla fine si spende quasi la stessa cifra considerata la complicazione ed il disagio.  La città in sé si può visitare nei momenti morti tra le varie escursioni possibili nei dintorni. I vari souvenir sono qui a prezzi più accessibili che nella penisola. 

Tua Pek Kong temple - Piccolo tempio cinese buddista in centro sulla Jin Tunku Abdul Rahman. Ovviamente meglio se riuscite a visitarlo durante qualche manifestazione o festa. Diversamente bastano pochi minuti per osservare i fedeli che si aggirano nei vari ambienti.

Le Nomade Hostel - 3 Jalan Green Hill - Posizione centrale comoda. Ostello molto basico, stanze con bagnetto e doccia, ma con lavandino nel corridoio nelle camere più belle. 70 R con colazione. Disponibilità anche di letti in camere comuni senza servizi. Asciugamano, AC, free wifi anche nelle camere. Uso cucina anche per colazione. Ragionevolmente pulito, pareti di compensato quindi piuttosto rumoroso. Spazio comune. Ambiente giovane e cameratesco. Tutto compensato da prezzi molto ragionevoli.



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