mercoledì 4 marzo 2020

Cina Taiwan 65 - Ritornare a casa



E come ogni volta arriva l'ultimo giorno, quello del ritorno, quello dove la tristezza per il viaggio terminato si mescola con la voglia di casa; di solito anche il più tranquillo perché, benché sia naturalmente movimentato è anche quello dove ogni cosa è già perfettamente programmata fin dalla partenza, per cui dovresti fare il tuo percorso, come si dice, ad occhi chiusi, nessuna sorpresa, nessun intoppo. Quanto ci si sbaglia a volte. E' anche questa l'imprevedibilità delle storie. Diciamo pure che questa volta non è che a priori potessi affrontare la lunga strada del ritorno a casa psicologicamente tranquillo, anzi, alcune inquietudini si riverberavano fin dalla partenza, sulla modalità stessa dell'itinerario progettato. Infatti già vi avevo detto che a causa dell'ormai proverbiale calo dell'attenzione dell'anziano, unita al braccino corto che cerca sempre il volo meno costoso in assoluto, avevo prenotato un ritorno, che nel cambio a Shanghai obbligava ad un cambio di aeroporto. E' pur vero che c'erano nove ore di tempo, in pratica una intera notte, altro motivo del basso costo del biglietto, ma la burocrazia interferiva con un altro non piccolo problema. Infatti io ho richiesto il visto per un solo ingresso in Cina, mentre acquistando questa soluzione, gli ingressi in Cina sono in realtà due, il primo che si esaurisce col mio giro di tre settimane e l'uscita verso Taiwan, mentre il secondo prevede l'arrivo all'aeroporto di Hong Qiao, il ritiro dei bagagli, l'uscita dall'aeroporto, quindi secondo ingresso  in Cina, il percorrere in qualche modo i circa 100 chilometri che lo separano dall'aeroporto di Pu Dong, dalla parte opposta di Shanghai, che non è un villaggio e quindi il reimbarco. 

E' pur vero che mi è stato assicurato da amici vari sul web, che in questi casi viene rilasciato all'aeroporto stesso e gratuitamente, una sorta di visto provvisorio che consente di uscire e rientrare per un lasso addirittura di 72 ore, ma si sa, con il mio cinese fluente, andare a cercare come fare, trovare l'ufficio e perfezionare la trafila, mi lasciavano un certo gorgogliare nelle stomaco di topi morti più che di farfalle. Inoltre cominciavo a paventare un'altro ostacolo, che alla partenza da Taipei, un solerte impiegato mi dicesse: Egregio signore, lei non ha il visto di ingresso per la Cina,quello sul suo passaporto è scaduto, essendo già stato utilizzato una volta e quindi non possiamo imbarcarla, ci dispiace, si accomodi, avanti un altro, in cinese naturalmente e con modi assolutamente gentili. Dunque mentre facciamo su i nostri bagagli, prima di andare a colazione e quindi lasciare l'accogliente albergo, decido di dare un'ultima occhiata alle carte prima di scendere e andare a prendere la metro per la nostra destinazione, visto che almeno questa l'ho controllata bene ieri sera. Riguardo tutto con attenzione e, forse per l'improvvisa implementazione di saggezza causata dalla visita al tempio confuciano della conoscenza di ieri o perché ogni volta che guardi una cosa ti accorgi di un errore trascurato precedentemente, faccio un salto sul letto che spaventa la mia gentile signora mentre sta richiudendo l'ultima valigia. Scorrendo con attenzione certosina i sei fogli del biglietto, accidenti ai bei tempi in cui andavi in agenzia e ti consegnavano il tuo bel voucher con i foglietti da staccare ad ogni volo, mi accorgo con orrore assoluto di una cosa che mi era assolutamente sfuggita, anzi che non avevo minimamente notato e preso in considerazione.

Infatti leggendo i caratteri in piccolo, accidenti a loro, vedo che il volo di ritorno parte, si da Taipei, ma dall'aeroporto cittadino di Sung Shan e non già da quello principale di Tao Yuan a circa 40 km dal centro città, verso il quale mi stavo dirigendo con l'utilizzo dell'apposita linea metropolitana aeroportuale!!!! Porca vacca, se non ci davo un'ultima occhiata, tra un'oretta e mezza mi sarei trovato nell'aeroporto sbagliato, praticamente impossibilitato a tornare indietro e prendere in tempo il mio volo. Un po' come se fossi andato a Malpensa e invece il volo partisse da Linate. Voi mi direte certamente, abbiamo capito, è meglio che tu la smetta di andare in giro e limitarti al massimo ai movimenti in giornata fino in Liguria coi pullman che poi vendono le pentole e lasci i viaggi intercontinentali a chi non presenta ancora i prodromi dell'Alzheimer, e forse avete anche ragione, tuttavia, noi due anziani disgraziati agitatissimi, presi dall'agitazione nel momento topico, facciamo su, come si dice, i nostri stracci e, dopo l'ennesimo controllo corriamo, non si capisce perché visto che la strada è molto più corta, il Sung Shan Apt, che è a sole tre fermate di metro blu e successive tre sulla linea brown e ci si arriva in un quarto d'ora. Mettiamoci pure il lato positivo che abbiamo risparmiato più di 200 NDT sul biglietto e cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno, mentre continuo a non farmi capace di come non mi sia accorto a suo tempo di questa cosa, visto che già avevo sbagliato il controllo dell'aeroporto sulla tappa di Shanghai al momento dell'acquisto. 

Va beh, stiamo dunque appollaiati sui sedili dell'aeroportino cittadino, per la verità non molto affollato, aspettando in ambasce il verdetto del checkin, sul fatto che ci si possa comunque imbarcare senza visto. Oltretutto il volo è pure in ritardo di un'oretta, tanto per fare aumentare l'ansia e il movimento di stomaco. Quando tocca a noi faccio scivolare il foglio ed i passaporti sul bancone con fare furtivo, quasi avessi documenti falsi, timoroso di una disamina attenta da parte di un solerte addetto che invece, con grande tranquillità mi stampa i boarding pass e anzi mi ricorda distare attento e ritirare i bagagli, visto che devo cambiare aeroporto e non può spedirmeli direttamente fino a Milano. Vedi avercela coi Cinesi. Alla fine tutto è calcolato. Questo penso mentre sorvoliamo l'isola e la costa si allontana gradualmente prima di entrare nell'oblio catatonico del mare di nuvole. Un'ora e mezza e ci siamo tolti la voglia. Anche l'Hong Qiao a Shanghai, pur essendo il secondo aeroporto della città, è nuovo di pacca, gli spazi larghissimi e le indicazioni sono molto chiare. Prendiamo la via dell'uscita e del controllo passaporti prima di accedere al ritiro bagagli e qui si parrà la nostra nobilitate, per poter uscire senza visto. Ci sono decine di stalli a disposizione e meraviglia delle meraviglie, cari increduli e improvvidi viaggiatori, quelli alla vostra estrema destra portano una ben visibile scritta che recita qualcosa come Temporary visa o altra indicazione di questo tipo, tuttaviaben comprensibile. Di più, di fronte a questa sezione una gentilissima addetta in divisa, sa già quel che mi affanno a chiedere ancora prima che tenti di spiegarglielo mentre le tendo i passaporti con mano tremula e mi indica,  sorridendo, il primo stallo libero.

Qui, preso il mio passaporto e inseritolo nella macchina apposita che ne riconosce la nazionalità, una voce robotica mi dice in italiano come posizionarmi di fronte alla macchina fotografica, mentre l'addetta mi bolla coi timbri rossi e blu quello che c'è da timbrare. Meno di tre minuti e l'ansia è passata. Calma non è finita. Intantio recuperiamo le valigie, che misteriosamente come sempre appaiono sul nastro davanti al quale aspettiamo e poi cerchiamo di capire come fare per attraversare la città. Va bene che abbiamo otto ore di tempo, ma il primo problema è quello dei soldi, visto che non avevamo avanzato abbastanza yuan per un taxi che ne richiederebbe come minimo 5/600, tra l'altro un discreto esborso e non per parlare sempre di soldi, mentre noi ne abbiamo solo poco più di 200. All'uscita c'è un bancone di info, ma nessuna delle tre addette spiaccica parola di inglese, così per concludere l'operazione abbiamo a disposizione, il biglietto da mostrare, su cui avevo scritto in cinese la destinazione, le mie quattro parole in croce nella lingua del celeste impero e l'app cinese-inglese dei telefonini delle addette stesse, che cominciano a digitarci su furiosamente domande e risposte. Alla fine abbiamo una serie di indicazioni ragionevolmente precise e rassicuranti, salvo che bisogna metterle in atto. Comunque, fase 1, uscire dall'aerostazione fino a raggiungere la metro alcuni piani sotto; fase 2, prendere il biglietto alle apposite macchinette e qui mi aiuta un gentile ragazzotto con mascherina e zaino. Fase 3, prendere la metro che in una fermata porta dal terminal 1, dove siamo atterrati al terminal 2, dove c'è la stazione generale metro, treni e bus. Fase 4, qui trovare il primo piano da dove partono i bus perla nostra destinazione, accattare il biglietto e aspettare il nostro. 

Per fortuna non c'è molta gente in giro e l'addetta pur se non ha l'aria particolarmente sveglia, capisce al volo il mio problema, anche perché è l'unica cosa che deve fare e mi indica il gate dove aspettare e mi stacca il talloncino. Dopo pochi minuti arriva il nostro mezzo, carichiamo le valigie e noi stessi, già sfiniti prima ancora di partire, assieme ad una ventina di altre persone, quasi tutte mascherate e badate bene, nessuno aveva ancora sentito parlare di virus! Tanto per essere tranquillo richiedo se quello è il mezzo giusto alla stessa addetta che mi aveva dato il biglietto e che mi squadra con sufficienza, all'autista e a tre passeggeri diversi, forse per fare la media, ma tutti mi ripetono che siamo sul bus giusto. Si parte che ormai è notte, sono le 8 e la notte è buia e tempestosa, fuori piove tanto per cambiare; un tempo triste e caliginoso che forse prevede il cigno nero che si aggira sulla città e che si scatenerà tra un paio di mesi. Il pullman corre nella notte su un una unica immensa sopraelevata a otto corsie per un'ora e mezza buona, tra code e tratti veloci. Intorno solo le luci delle periferia immensa di Shanghai che la visibilità scarsa e la piovigine rende fioche e tremolanti. Quando arriviamo verso  Pu Dong, neppure riesco a scorgere lo skyline illuminato e spettacolare delle parte di città esplosa negli ultimi venti anni e che non vedo da 13. Solo brillano nella notte immense ed ondulate le colossali costruzioni dei due terminal opposti ad un'area centrale che appare piccola al confronto dei due giganti, pur essendo almeno larga un paio di chilometri.

Ci scaricano al posto giusto, sono quasi le 10 e ci rimangono ancora quattro orette, così facciamo con calma il nostro checkin, spendiamo in bevande e biscottini gli yuan che nonostante tutto siamo riusciti ad avanzare, in mezzo a gruppi di Cinesi in partenza per viaggi turistici, verso ogni parte del mondo, visi scavati e modi da contadini, che alla faccia di Mao adesso sono arrivati alla disponibilità economica di andare a vedere come è fatto il mondo, cosa che forse mai avrebbero immaginato. Anzianotti tutti storti che certo hanno conosciuto le comuni dove ti misuravano anche la quantità di cacca prodotta, da calcolare nei meriti assieme ad altri sedici parametri, che adesso tirano fuori fazzolettoni colorati e spargono pacchetti di cibarie di ogni tipo avvolte in carte di giornale, caso mai si rimanesse senza cibo in quei paesi incivili dove si andrà a parare. Guardare tutta questa umanità varia, che pur nelle sue differenze sostanziali, porta dentro di sé caratteri così comuni ed evidentemente insite nella natura stessa dell'uomo, fa una certa tenerezza. Intanto le ore devi pur farle passare in qualche modo e quando alla fine, arriva l'ora di salire su quell'aereo, pur avendo ancora così tante ore da passare davanti ad uno schermino luminoso, visto che anche se è notte fonda, non riuscirai a chiudere occhio come sempre, anche se ti trastullerai con odiose forchettine di plastica nel tentativo di trangugiare l'orrendo cibo da aereo, capirai che anche questa volta ormai sei arrivato a casa e il viaggio è finito.


SURVIVAL KIT

Volo Taipei - Malpensa (via Shanghai) - Air China CA 198 - 15:10 (Taipei SungShan!) - 16:50 (Shanghai Hong Qiao!)- poi Air China CA967 - 01:55 (Shanghai Pu Dong!) - 07:175 (Milano Malpensa. Euro 501

Da Stazione centrale di Tai pei a Sung Shan airport- Metro stazione 13 della linea Brown - 30 NDT

Da Hong Qiao a Pu Dong - Metro - Una fermata da terminal 1 a terminal 2  (c'è una sola linea e non si può sbagliare) - 3 Yuan. Poi Bus per Pu Dong al primo piano della stazione,1:30 h di viaggio. 34 Yuan.

Per il visto temporaneo e gratuito necessario ad uscire dall'aeroporto dirigersi agli appositi gate segnalati, sulla destra.


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