|
Shi Lin la foresta di pietra |
|
Una valle |
Dunque è venuto il momento di tirare le somme sul viaggio che mi ha portato a visitare le tre province meridionali cinesi dello Yunnan, dell' Hunan, del Guangxi e l'isola di Taiwan. Di certo avrete compreso, se avete seguito la mia lunga analisi, sono quasi quattro mesi che allungo il brodo, che quanto ho trovato nel giro, diverge completamente da quanto mi sarei aspettato e da quello che mi figuravo di vedere. Una delle principali motivazioni che mi aveva spinto a progettare questo itinerario era l'aspetto etnografico che ritenevo di trovare in queste regioni che la Lonely del 2007 descriveva come "extremely remote areas of China" e dove ritenevo di poter incontrare molte realtà tribali, le cosiddette minoranze cinesi, rimaste attaccate alle loro tradizioni, anche se evidentemente raggiunte dai cambiamenti di un mondo globalizzato, perché non ho proprio l'anello attaccato al naso. Non ho trovato praticamente nulla di tutto questo, che dobbiamo dircelo chiaramente, da anni non esiste più. Di certo niente a che vedere con le zone tribali di Vietnam, Laos, Myanmar e stati orientali indiani. Queste zone cinesi, sono ormai perfettamente integrate nello stile di vita nazionale e ricordano le tradizioni, nelle feste popolari e in qualche occasione, come accade nelle nostre Pro loco quando ci si veste coi costumi di una volta nelle feste dei paesi. Una ventata di "valorizzazione" è passata con mano rapida e ferma sulla regione, secondo lo stile tipico e deciso di queste forme di governo, che hanno ben capito come l'interesse turistico della zona fosse elevatissimo e che decine di milioni di persone, soprattutto cinesi fossero interessate a vederla, montando la panna di uno straordinario business.
|
Moschea |
Quindi hanno operato velocemente secondo la mentalità del celeste impero. Primo, rendere accessibile alle masse ogni località interessante, trasformando tutto in una sorta di grande parco di divertimenti tematico, che potesse creare un business colossale a vantaggio certo dei residenti che sono ben contenti di questa scelta, creando quindi strutture ricettive di tutti i livelli e espandendo enormemente le comunicazioni stradali, ferroviarie e aeree. Vi ho raccontato di treni ad alta velocità, autostrade a sei corsie, metropolitane e alberghi di ogni tipo, lungo quella che una volta era il sentiero dei cavalli e del thé, dove ci si avventurava a piedi per raggiungere l'isolatissimo Tibet, giacendo in qualche isolato caravanserraglio. Parimenti tutte le città ed i paesi "antichi", sono stati completamente "restaurati" a nuovo, secondo il concetto che, criticabile o meno, è la bibbia cinese. Non ha nessuna rilevanza, quello che per noi è "originale", mentre quello che conta è renderlo uguale, possibilmente più nuovo e più bello di quello "vecchio". Di certo vi ho già detto dell'atteggiamento cinese nel considerare la copia come cosa positiva che rende onore alla qualità della cosa copiata e che, essendo più nuova e più efficiente, può essere considerata anche migliore dell'originale. Ecco quindi che tutte o quasi le città ed i paesi che visiterete sono bellissimi, pieni di fiori e angolini deliziosi e tuttavia nella sostanza quasi completamente rifatti a nuovo, mantenendo certo le linee storiche. Anzi, non essendo voi esperti in materia, potreste spesso considerarli assolutamente "originali". Sono pochissime le zone o le costruzioni che sono rimaste le stesse o che almeno risalgano ad un secolo fa. Ci sono interi paesi come ad esempio la città vecchia di Shangrila che, distrutta da un incendio, è stata completamente ricostruita tre anni fa, perfettamente uguale, con la consueta efficienza cinese.
|
Donna di etnia Yi |
Naturalmente tutti questi luoghi sono ormai popolati (come Venezia certo) solo da attività legate al turismo, negozi, locali, alberghi ed invasi fino all'inverosimile dal turismo interno, che a questo punto diventa l'unico che interessa davvero per la sua dimensione. Ecco perché i turisti occidentali, si disperdono in maniera omeopatica in questa massa enorme e scompaiono nel brodo primordiale, cosa che è un problema, perché i servizi non sono in linea di massima dedicati a loro (cucina, lingua, indicazioni), dall'altra invece è un vantaggio perché non esiste la pletora di gente, numerosa nei paesi del terzo mondo, che li aspetta come la manna dal cielo come spesso unica fonte di reddito da mungere il più possibile. Quindi se partite consci di non trovare queste cose, ormai non più esistenti e che a questo punto è inutile rimpiangere, potete invece approfittare di tutto quanto invece vale la pena di vedere e di fare. Tra questi vantaggi, c'è ad esempio per prima, la facilità organizzativa e di strutture del viaggio, sia per gli spostamenti che per le strutture e anche per le cosiddette facilities che troverete nelle zone anche più sperdute da visitare (parchi, mercati, campagne). Poi le meraviglie naturalistiche, certo già note ma assolutamente di rilievo, che di certo un tempo avrebbero richiesto tempo infinito per essere raggiunte e necessità di complessi percorsi pedestri o alpinistici al di fuori delle possibilità della maggior parte delle persone. Per le città ed i paesi, bisogna cercare di apprezzare al meglio la possibilità di vederne comunque la loro complessa struttura, le piccole parti antiche comunque rimaste, scovare, attraverso i consigli delle guide che capiscono questi vostri interessi, non comuni ai cinesi in generale, qualche paesotto defilato e non toccato dalla "valorizzazione turistica", che comunque ancora esiste.
|
Tetti di Shaxi |
C'è adesso anche la possibilità di visitare interessanti musei inseriti generalmente in strutture antiche che raccontano molto bene le tradizioni perdute nella vita di tutti i giorni, ma ancora presenti nella società. Infine per chi conosce già la Cina per esserci stato anni fa, c'è l'opportunità di toccare con mano la velocità di cambiamento che può avere un paese. Di come tante cose, che per noi erano considerate difetti, come un certo tipo di comportamenti, il livello di pulizia, a qualità dei servizi, possa cambiare così rapidamente ed in certi casi superare gli standard che noi ritenevamo ottimali. Inoltre verranno di certo smantellati molti pregiudizi che vi sarete portati dietro, quali la qualità media di vita e di benessere della popolazione, l'attenzione ai problemi dell'inquinamento ed il livello di digitalizzazione nella vita di tutti i giorni, che di certo vi stupirà. Risolvere invece il problema della folla dei turisti non sarà cosa facile, se è un aspetto che vi infastidisce. E' un po' come visitare Venezia. Bisogna programmare con astuzia ed intelligenza, scegliere, giorni e periodi si norma meno affollati, zone meno interessanti per il turismo interno, ore del giorno meno intasate e ricordate che i cinesi sono molto abitudinari, mangiano tutti insieme e così via, così troverete poca gente a visitare le città al mattino presto o alla sera tardi. E poi considerate che grazie alla folla, non sarete importunati da gente che si offre di farvi visitare cose o che ve le vuole vendere. Insomma ci sono tantissimi aspetti per cui questo viaggio merita comunque di essere fatto.
|
Pietre mani tibetane |
Un altro discorso va fatto per Taiwan, che io ho inserito nel giro perché intanto è un paese nuovo che appaga la mia smania collezionistica e poi per il fatto che era molto vicino logisticamente all'itinerario progettato e quindi l'occasione di andarci probabilmente non si sarebbe ma più ripetuta. Certo una settimana è poco per vedere questa isola-stato (anche se ho scoperto che è riconosciuta da pochissimi paesi ormai, Vaticano incluso), perché gli interessi sono molti. Quello sicuramente prevalente per me è stata la possibilità di mettere a paragone i due mondi vicini, i due sistemi, quello dispotico e centralizzato da un lato contro quello più liberal-individualistico volto al cosiddetto capitalismo. Che dire. La differenza apparente non è poi così grande, ma bisogna riconoscere che sul primo versante, un sistema duramente decisionale e coercitivo, appaiato ad una liberalizzazione economica molto pragmatica che ha saputo approfittare bene delle debolezze dei suoi competitori, ha ottenuto l'incontrovertibile risultato di crescita che è sotto gli occhi di tutti e senza ombra di critica, molto uniformemente sparso sull'intera popolazione, pur con inevitabili differenze. Non esiste uguale caso al mondo che abbia saputo portare una così grande percentuale di popolazione dalla morte per fame del periodo maoista ad una agiatezza quasi di livello occidentale in pochissimi decenni, risultato indubitabilmente ottenuto dalle politiche scelte e dal lavoro e dalla dedizione dei cittadini. A mio parere a questo incredibile risultato si è arrivati con un furbissimo mix di coercizione dosata anche senza pietà, che ha accompagnato, blandendola, la naturale brama della gente verso l'arricchimento personale, che essendo favorito in ogni modo, ha creato un consenso molto generale e diffuso.
Io non dubito che se ci fossero in Cina libere elezioni, il partito di governo vincerebbe a mani basse. L'opposizione anche se si fa sentire a suo rischio e pericolo, rimane a mio parere estremamente minoritaria. Mi sembra che, per quanto ne capisco, la gente comune non sia affatto disposta a rinunciare a questo tipo di risultati che si toccano con mano ogni giorno in cambio di libertà, per non non negoziabili, di cui la maggior parte delle persone non sa cosa fare. Al contrario, nella più libera Taiwan (non dimentichiamo che comunque anche qui si trattava di un regime non certo libertario) che ha marciato fortemente negli anni settanta, si trattava di una delle cosiddette tigri dell'Asia, la spinta si è un po' esaurita e che ci si trascina, a mio parere, su un'onda piuttosto stanca e ristagnate, come dire di galleggiamento, sempre in bilico tra un'orgogliosa indipendenza sotto l'ombrello americano e l'ingombrante presenza della vicina potenza continentale che la sovrasta e che non fa mistero di considerarla già sua. D'altra parte c'è nel paese una forte presenza, anche se al momento minoritaria che vorrebbe ricongiungersi alla madrepatria, golosa ed interessata a partecipare ai suoi successi economici. Quindi anche qui, diverse cose da vedere, ma a mio parere nessuna di tale rilevanza da perderci la testa o dal farle ritenere assolutamente imperdibili. A mio parere, una tappa interessante se arrivate a tiro da quelle parti e se avete più tempo dedicatelo anche ai parchi e alle isolette circostanti.
|
Vendita di ravioli a Feng Huang |
A chiosa di tutto, non risceglierei novembre per questo itinerario; il tempo non è ideale, in particolare per gli spettacoli naturali di Guilin e ZhangJiaJie che troverete quasi sicuramente avvolte da una foschia antipatica e negativa per farle apprezzare al massimo, mentre anche le risaie sono nella loro fase meno accattivante a raccolti finiti, con terra e cespi incolti. Niente colori spettacolari, il verde chiaro delle nascite, il giallo oro delle messi in maturazione o gli specchi d'acqua delle semine. Un viaggio da fare comunque. Sotto l'aspetto economico un viaggio abbastanza caro, non aspettatevi i prezzi ridicoli del resto del sud est asiatico. Qui tutto costa, un po' meno dell'occidente ma non troppo meno. La cosa meno cara: gli alberghi, che se vi tenete sui tre stelle e le guesthouse, stanno dai 20 ai 40 euro e il cibo, nei ristoranti calcolate una cena media sui 10 euro, molto meno per i piatti veloci o lo street food. Care le auto con autista, le guide (anche 100 euro al giorno), gli ingressi e i trasporti (treni veloci,ecc.), bene invece i taxi. A Taiwan calcolate almeno un 20% in più per le stesse cose. Rimane comunque un giro che si può fare anche in completa autonomia con mezzi pubblici frequenti ed efficienti (ricordatevi tuttavia il problema della lingua) o in semiautonomia, affidandovi a piccole agenzie locali nelle zone più complicate. Naturalmente rimane, come immaginerete uno dei paesi più tranquilli del mondo, sia per la completa assenza di violenza, insito nel carattere degli abitanti che anche alla scarsa propensione a voler fregare il turista. Potrete a mio parere approfittare dell'occasione, quando sarà finita l'epoca del coronavirus, che corrisponderà di certo ad un periodo di scarsa folla e prezzi bassi per far ricominciare il flusso turistico
|
Zhang Jia Jie - Parco Avatar |
|
Kao Hsiung |
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
Nessun commento:
Posta un commento